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Bobin Christian

Francesco e l’infinitamente piccolo

"Francesco e l'infinitamente piccolo" è un libro strano. Forse perché non è facile inquadrarlo. Non è propriamente una biografia e neppure un romanzo. Non è un'agiografia né un saggio. "Francesco e l'infinitamente piccolo" è scritto magnificamente e intriso di quella "profonda leggerezza" che avevo già apprezzato in "Folli i miei passi", dello stesso Bobin. La vita di Francesco (e parlo del santo di Assisi) è stata scritta e ri-scritta una miriade di volte. D'altro canto il "poverello" affascina e conquista molti da più di otto secoli. Eppure la vita di Francesco scritta come l'ha scritta Bobin...CONTINUA...

Rosencof Mauricio

Sala 8

Mauricio Rosencof porta sulle spalle una storia pesante. Fondatore della Gioventù Comunista Uruguaiana prima e dirigente del movimento Tupamaros (Movimento di Liberazione Nazionale Uruguaiano) poi, venne arrestato nel 1972 e tenuto in isolamento per undici anni a partire dal 1973. Rinchiuso, torturato, vessato, straziato dai suoi carcerieri: ostaggio della dittatura militare. Fu liberato solo nel 1985. Non so come abbia potuto restare vivo so che in questo libro, "Sala 8", ha portato grosse porzioni di quel supplizio. Difficile narrare l'inenarrabile, però Rosencof ci prova e ci riesce. Come? Combinando...CONTINUA...

Machado David

Che parlino le pietre

In Rete qualcuno sussurra che David Machado possa essere considerato una sorta di Paolo Giordano in versione portoghese. Ho letto, al tempo, la celeberrima opera prima di Giordano, "La solitudine dei numeri primi", ma non mi sembra che Machado sia poi così vicino a Paolo Giordano se non per qualche dettaglio di superficie: nel romanzo "Che parlino le pietre" Machado mette al centro della vicenda un ragazzo problematico, Valdemar, a cui si affianca la presenza di Alice, una ragazzina anoressica che è per lui un'amica speciale e una ragazza da amare. Le somiglianze tra i due scrittori, a mio avviso...CONTINUA...

Banti Anna

Artemisia

Il mio primo contatto con Artemisia Gentileschi è avvenuto poco tempo fa con "Artemisia" di Alexandra Lapierre. Ed "Artemisia" si intitola anche il romanzo di Anna Banti. Un libro che ha avuto un destino difficile, considerando che la prima stesura è andata distrutta nel 1944 durante un bombardamento su Firenze. La Banti recupera la memoria della sua Artemisia nell'estate del 1944 e ci lavora fino all'estate del 1947. Poi il libro viene finalmente pubblicato. L'Artemisia della Banti ha poco in comune con l'Artemisia della Lapierre. Forse perché gli occhi della Banti hanno voluto soffermarsi sugli...CONTINUA...

Salem Levy Tatiana

Due fiumi

Doppiezza. Questo romanzo è una combinazione di doppi. Sono due i fiumi richiamati dal titolo. Sono due le parti in cui la storia è narrata. Sono due, e perfino gemelli, i protagonisti della vicenda. Sono due le isole su cui tutto si muove. Un meccanismo divertente, un gioco letterario non proprio nuovissimo quello della Salem Levy ma che, di sicuro, può intrigare un lettore. Ovviamente, affinché un romanzo possa avere corpo, è necessario almeno un conflitto. E il conflitto c'è ed è tra i più classici: contesa d'amore. Joana e Antônio sono i due fratelli gemelli di cui sopra ma anche le due...CONTINUA...

Abdolah Kader

Il viaggio delle bottiglie vuote

Avevo già letto un libro di Kader Abdolah. Si trattava di "Scrittura cuneiforme". Arrivavo a "Il viaggio delle bottiglie vuote" con gli occhi e la testa pieni della magia, della bellezza e della suggestione di quel libro. E sono rimasta delusa. Perché "Il viaggio delle bottiglie vuote", scritto prima di "Scrittura cuneiforme", non mi ha trasmesso le stesse sensazioni o, quanto meno, non mi ha conquistato né convinto come era accaduto con il libro precedente. La scrittura di Kader Abdolah è e rimane molto delicata e sentita, ma manca tutto il resto. Ed è un peccato. A grandi linee si può anche dire...CONTINUA...

Loy Rosetta

La parola ebreo

La parola "ebreo" entra per la prima volta nella vita di Rosetta Loy quando lei è una bimba di pochi anni. Da un appartamento al di là di Via Flaminia numero 21, dove vive, è in corso una festa. Un battesimo? Chiede ad Annemarie, la sua Fräulein. No, in quella casa festeggiano una circoncisione perché sono ebrei. "Anche la signora Della Seta è ebrea. Abita accanto a noi: è vecchia, così almeno sembra a me. Quando sono malata viene a trovarmi, io ho la febbre e il mio corpo scompare nel grande letto matrimoniale in camera della mamma. La signora Della Seta ha i capelli grigi raccolti in una retina...CONTINUA...

Wells Herbert George

Nel paese dei ciechi

Ho pensato a "Flatlandia" ed ho pensato a "Cecità". Due opere diverse che si lasciano rammentare, senza troppi sforzi, durante la lettura del bel racconto di Herbert George Wells, pur essendo state scritte in tempi diversi da autori diversi, non necessariamente a conoscenza l'uno dell'altro. Il piccolo libro di Wells, suggeritomi da un'amica, è una lettura seducente anche per chi, come me, non ha una grande passione per le storie fantastiche o bio-fantastiche. "Nel paese dei ciechi" è un racconto breve con implicazioni e significati che si dispiegano l'uno dopo l'altro anche agli occhi di un lettore...CONTINUA...

Manganaro Filippo

Un sogno chiamato rivoluzione

“Un sogno chiamato rivoluzione” inizia da un pogrom, quello che si abbattè sulla comunità ebraica di Kishinev, in Russia, nel 1903. E ci imbattiamo immediatamente in un uomo, Shlomo Weizman, che corre disperatamente lungo le strade del quartiere ebraico per cercare di trarre in salvo sua nipote Chaya. E’ da questo drammatico evento che Filippo Manganaro parte per dare vita ad un appassionante romanzo nel quale sono sapientemente amalgamati eventi storici reali e storie di personaggi inventati, come Shlomo e Chaya. I due protagonisti, dopo...CONTINUA...

Roze Pascale

Un caso di ordinario coraggio

A quanto ho potuto constatare, "Un caso di ordinario coraggio" è l'unico libro di Pascale Roze tradotto in italiano. La scrittrice francese, nata a Saigon nel 1954, ha conquistato il prestigioso Premio Goncourt per "Le Chasseur Zéro", suo romanzo d'esordio, nell'ormai lontano 1996 ma di lei non avevo mai sentito parlare. Eppure merita. La lettura di "Un caso di ordinario coraggio" (titolo originale "Itsik", anno 2008) è stata spontanea e continua, durata esattamente il tempo di un breve viaggio in treno. Le pagine scorrono docili e avvincenti, si arriva alla fine del romanzo senza quasi accorgersene...CONTINUA...