Addio ad Elie Wiesel

Pubblicato il: 4 Luglio 2016

Elie Wiesel è morto il 2 luglio 2016 nella sua casa di Manhattan, New York. Aveva 87 anni e con la sua morte viene a mancare una delle voci più lucide, profonde e consapevoli dell’orrore perpetrato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Era nato nel 1928 nella cittadina rumena di Sighet (Sighetu Marmatiei) da una famiglia chassidica. Nel 1944, quando l’Ungheria decise di prendersi Sighet, gli ebrei furono rinchiusi nel ghetto. Elie, insieme a suo padre Shlomo, finirono a Buna Werke, uno dei tanti sotto-lager satelliti di Auschwitz. Rimase lì diversi mesi prima di essere spostato a Monowitz prima e Buchenwald poi. In quell’inferno, Elie, appena sedicenne, perse i suoi genitori e una delle sorelle.

Dopo la liberazione, Wiesel è vissuto per qualche tempo in Francia, è poi passato per Israele per stabilirsi definitivamente negli Stati Uniti. A differenza di Primo Levi, al quale spesso viene affiancato e paragonato, Elie Wiesel non è riuscito a scrivere immediatamente della sua drammatica esperienza nei campi di sterminio. Sono trascorsi ben dieci anni prima che l’ebreo di Sighet, su insistenza dello scrittore Premio Nobel per la letteratura 1952, François Mauriac, riuscisse a raccontare, attraverso la scrittura, quel che aveva visto e vissuto nei lager. Tutto è confluito nel primo e probabilmente più celebre dei suoi 57 libri: “La notte“. Una delle opere concentrazioniste più intense e potenti che siano mai state scritte. Wiesel, fin dal primo libro, ha declamato il suo dramma più intimo: la solitudine colma di impotenza che viene dal silenzio indifferente e totale di Dio. Un silenzio senza rimedio e senza ragione che ha indotto il giornalista e scrittore a distaccarsi dalla sua fede e da quel Dio che ha lasciato che tutto accadesse, un Dio che spesso ha accusato e riempito di responsabilità, un Dio che, in un altro dei suoi testi, “Il processo di Shamgorod“, ha persino processato di fronte ad un tribunale fatto di uomini.

Oltre ad aver dedicato la sua vita alla scrittura e alla memoria di quel che l’umanità ha vissuto durante e dopo l’Olocausto, Elie Wiesel ha incarnato pienamente la figura dell’intellettuale militante tanto che, nel 1986, gli è stato conferito il Nobel per la Pace e, qualche anno più tardi, gli venne offerta persino la carica di Presidente dello Stato di Israele, incarico che decise di non accettare. Ha continuato a viaggiare e ad amplificare la sua anima multiforme e cosmopolita senza rinunciare mai a raccontare e, attraverso quel racconto, a cercare le risposte ad interrogativi immensamente gravi ed immensamente dolorosi.

Pagine Internet su Elie Wiesel: Wikipedia / Fondazione Elie Wiesel / Enciclopedia Treccani / Scheda Premio Nobel