Da un po’ di tempo si sentiva parlare della Gargoyle, casa editrice specializzata in horror, pronta ad aprirsi anche ad altri generi letterari. Uno dei primi titoli che non contemplano vampiri, lupi mannari e mostri di origine umana è “Morire per vivere” di John Scalzi; e come esordio di una collana “”extra” si è rivelato di tutto rispetto. L’autore, fino ad oggi praticamente sconosciuto in Italia, negli USA è invece noto per la sua attività di giornalista, blogger ed anche come scrittore di fantascienza a partire dal 2005, anno in cui diede alle stampe “Old Man’s War” (titolo originale del nostro romanzo e primo capitolo di una fortunata serie con protagonista il vecchietto John Perry). Romanzo nominato nel 2006 per il Premio Hugo (per assegnato a lavori di fantascienza e fantasy ogni anno durante il Wordl Science Fiction Convention), nel 2011 è stato opzionato dalla Paramount Pictures in previsione di una sua riduzione cinematografica per la regia di Wolfgang Petersen. La vicenda raccontata da Scalzi difatti possiede elementi tali da costruirci un kolossal di successo, personaggi e situazioni peculiari anche per un genere fantascientifico che più di altri ha sempre bisogno di rinnovarsi e di limitare quegli stereotipi che alla lunga diventano particolarmente noiosi sia per il lettore che per lo spettatore.
Protagonista del romanzo è appunto un “Old Man”, il settantacinquenne John Perry, da poco vedovo della sua amata Kathy, che si arruola nelle Forze di Difesa Coloniale (FDC): gli esseri umani sono ormai in guerra, con altre razze aliene che contendono i pochi pianeti adatti ad essere colonizzati (una versione futuristica del mito della nuova frontiera) e per questo motivo è nato un esercito interstellare ormai svincolato dal controllo della Terra, pur intento a difendere gli interessi del pianeta di origine e di tutte le colonie sparse per la galassia.Perry, consapevole che arruolarsi vuol dire essere dichiarato morto sulla Terra, si ritrova sull’astronave Henry Hudson insieme a tanti altri anziani avventurieri maschi e femmine (“gli arzilli coglioni”) dove la loro coscienza sarà presto trasferita in nuovi giovani corpi geneticamente modificati, verdastri, potenziati dalla biotecnologia e dalla nanotecncologia, resistentissimi, con tutti i sensi potenziati, dotati di SmartBlood, sangue artificiale, e del BrainPal, un cervello arricchito da un’interfaccia informatica. Dopo aver sperimentato le potenzialità dei nuovi corpi con un’intensa attività sessuale, metodo ‘ndo cojo cojo, e dopo un periodo di addestramento sul pianeta Beta Pyxis III, Perry e i suoi nuovi amici si ritrovano a combattere i Consu, una razza aliena particolarmente fiera e bellicosa. Le FDC, anche grazie alle inaspettate abilità del soldato Perry, ottengono eclatanti successi nella guerra contro gli alieni; ma proprio durante una di queste feroci battaglie la squadra del nostro protagonista viene attaccata, lui dato per morto e salvato in extremis soltanto per intervento delle Brigate Fantasma, forze speciali delle FDC costituite da soldati ancor più modificati e di origine misteriosa.
Ancor più misterioso però quello che Perry si troverà davanti agli occhi: tra i soccorritori delle Brigate c’è la giovane soldatessa Jane Sagan che assomiglia come una goccia d’acqua alla sua defunta Kathy. E da qui la vita dell’anziano soldato Perry, tra nuove avventure e ricordi di un matrimonio d’amore pur tra alcune distrazioni reciproche, cambierà radicalmente anche in previsione di un suo congedo e forse di una nuova persona con la quale condividere gli anni a venire. Scalzi, proprio nelle ultime righe, nei “Ringraziamenti” così scrive: “Grazie, Robert A. Heinlein, perché il debito che ho nei tuoi confronti (visto che i ringraziamenti sono posti alla fine del libro), è palese”. In realtà se è vero che si colgono somiglianze con “Fanteria dello spazio” di Heinlein, pur senza voler troppo zavorrare di considerazioni e significati un libro che innanzitutto rimane d’intrattenimento e “di genere”, con Scalzi non si coglie affatto un compiacimento militarista; semmai il suo esatto contrario. Il racconto in prima persona dell’anziano soldato Perry, non privo di ironia, in qualche modo contribuisce a una maggiore empatia con un protagonista che nonostante tutto non perderà il suo senso di umanità, coerentemente ad un’introspezione psicologica che non appesantisce la narrazione e coerentemente alle riflessioni sui personaggi, sul rapporto tra l’umano e l’alieno, il diverso.
Qua e là si colgono non pochi spunti critici, sempre alleggeriti dallo stile ironico e sarcastico di Scalzi, nei confronti di una sistema e di un conflitto che, seppur futurista e presente negli spazi interstellari, assomiglia paurosamente alla società contemporanea e a quella che presto potrà diventare: il razzismo, alieni ripugnanti che sono in realtà pacifici, alieni pericolosissimi seppur di aspetto quanto mai rassicurante, la manipolazione genetica della quale non si conoscono effetti e limiti etici, il voler ignorare l’umanità del nemico per poterlo poi combattere meglio senza remore. Poi, sarà un caso, proprio una recluta descritta con “più bocca che cervello”, “viscido e coglione”, antitesi dell’efficienza militare, si chiama McCain, proprio come quel John McCain, già eroe di guerra e poi candidato repubblicano per prendere il testimone di Bush Jr. Dopo tante avventure e scoperte sconcertanti il soldato Perry forse troverà pace lontano dalla guerra e, senza voler svelare il finale, lo possiamo intuire leggendo tra le righe del romanzo: “C’è un posto dove possiamo andare, se vogliamo, a imparare come essere umani per la prima volta”.
Edizione esaminata e brevi note
John Scalzi, è nato in California nel 1969. Dopo un esordio da giornalista, si dedica alla scrittura. Morire per vivere (Old Man’s War), è il suo primo romanzo per il quale è stato candidato al prestigioso Premio Hugo e cui i diritti sono stati venduti in più di quindici paesi tra cui Cina, Giappone, Francia, Germania, Spagna, Russia, Israele e Inghilterra. La Paramount ha acquistato i diritti per un film annunciato per il 2012 con la regia di Wolfang Petersen. Gli altri romanzi di Scalzi sono The Ghost Brigades, The Sagan Diary, The Last Colony e Zoe’s Tale. È stato consulente creativo per la serie televisiva di fantascienza Stargate Universe. Dal 2010 è presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America.
John Scalzi, Morire per vivere, Gargoyle, Roma 2012, p. 314, trad. Concetta d’Addetta
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