
Qualche sera fa sono stata ospite di un aperitivo in musica molto bello, quasi Stupendo: voce, chitarra acustica, elettrica, e soprattutto armonica a bocca, suonata da uno strano e abilissimo tipo che ha creato una cosa bellissima. A un certo punto hanno attaccato Pensiero Stupendo e il mio, di pensieri, è andato a Luca Starita e al suo ultimo saggio che avevo appena finito di leggere, appunto: Pensiero stupendo – un saggio sul tradimento.
Come scrive lo stesso autore in apertura, questo libro per lui «è stato un voler provare ad andare sotto le definizioni e comprendere e illustrare ciò che c’è nel mezzo, addentrarmi nelle narrazioni che hanno provato a descrivere ciò che apparirebbe come un amore imperfetto, folle, innaturale, ma, nonostante tutto, esistente. È sulle narrazioni che voglio soffermarmi, è nelle narrazioni che mi voglio perdere, perché ciò che viene raccontato e non vissuto ha una legittimità, un’empatia e una consistenza che nel reale non abbiamo l’abitudine o la disposizione ad accettare». Una bella sfida, caro Luca.
I reciproci bisogni all’interno di una relazione monogama vengono soddisfatti? Sempre? Qualche volta? Mai? Rimangono solo pensieri (stupendi)?
Starita cerca dubbi, e ne trova di antichi e di attuali. Prova a proporre risposte o almeno ipotesi di risposte, cercandole soprattutto nella letteratura, spaziando dal Tolstoj di Anna Karenina a Le affinità elettive di Goethe, arrivando alla coppia aperta di Sartre e Simone de Beauvoir e oltre, fino a Follia di McGrath, passando per George Sand, Alba de Céspedes e altri, non meno significativi.
Il risultato è un saggio che trasporta il lettore attraverso dei capolavori letti da una prospettiva diversa da quella del grande romanzo, della grande opera letteraria. Starita entra nel sottotesto e ci rimane, ci nuota, portandoci con lui attraverso riflessioni profonde e domande, mettendo in discussione le relazioni come le intendiamo noi nella nostra società, la quale sembra “condurci” ad agire in maniera quasi automatica nelle nostre scelte di vita, dando origine a dei conflitti non da poco:
«Con automatismo intendo quell’atteggiamento che rende scontata una serie di comportamenti all’interno della relazione amorosa, tra cui la fedeltà – ovvero l’esclusività –, l’eternità, o ancora l’idea che l’amore possa esistere solo tra due persone non di più».
Le opere letterarie esaminate dall’autore hanno in comune protagoniste e protagonisti in conflitto con sé stessi prima che con la relazione, con il compagno o la compagna. Conflitto che origina sensi di colpa insopportabili e che emargina dalla società, ma anche, appunto, da sé stessi:
«Anna si vendica di sé stessa e di tutto il contesto che le ha impedito di vivere con l’unico e ultimo atto di libertà a sua disposizione, la decisione di morire […] Tolstoj si mostra comprensivo nei confronti di Anna e decisamente distante e indifferente nei confronti dell’ipocrisia della società che la circonda. Sono state le persone intorno ad Anna, e non quindi Dio, a provocare la sua morte».
Starita propone un punto di vista alternativo del tradimento: prova a vederlo come una infuocata battaglia tra il proprio Io e una parte di quei Valori (discutibili?) della società in cui viviamo immersi (e soffocati?) sin dalla nostra nascita. E cerca di farlo attraverso la scrittura: la sua, ovviamente, ma anche analizzando il concetto che secondo lui sta alla base della scrittura: inventare e immergersi in mondi diversi da quello che noi percepiamo come reale, quello in cui viviamo la nostra quotidianità.
«Proporre un mondo alternativo a quello che vivo, non per forza migliore, è il motivo fondamentale che mi spinge a scrivere. Quello che cerco di fare, ora, è provare a renderlo materico questo mondo alternativo, raccontando storie che vorrei trovassero oggi lo spazio necessario per essere vissute nella realtà, e non solo nel terreno immateriale della finzione».
Ho letto questo saggio dapprima con distacco e, lo confesso, con un certo scetticismo, soprattutto quando ho visto scritta la fatidica parola “poliamore”. Poi, quasi senza accorgermene (e questo di solito accade quando chi scrive lo sa fare bene) sono riuscita a lasciarmi umilmente trasportare nelle profonde, mai banali, riflessioni dell’autore, che mi ha confermato ancora una volta che il confronto “apre”, sempre e comunque. Aiuta a crescere, anche a cinquant’anni suonati.
Edizione esaminata e brevi note
Luca Starita (1988), si è laureato in Italianistica all’Università di Bologna con una tesi sul queer nella narrativa di Aldo Palazzeschi. Collaboratore di numerose riviste letterarie, è autore del romanzo La tesi dell’ippocampo (Bookabook, 2019) e delle due drammaturgie Quanta strada nelle mie scarpe (2018) e Caleidoscopio (2019) per la compagnia teatale Murmuris.
Luca Starita, Pensiero stupendo. Un saggio sul tradimento, edizioni effequ (collana “Merli”), pp. 182., aprile 2023
Elena Marrassini. Lankenauta, Aprile 2025
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