
Nuove forme letterarie crescono, e chissà se saranno destinate a perpetuarsi, assumere continuamente nuove forme, trasformandosi o estinguendosi del tutto, magari come la letteratura stessa (molti lo hanno vaticinato, altri forse lo auspicano), intendendo nella categoria quella di qualità, o supposta tale, narrativa, fiction per chiarirsi, non la saggistica o la divulgazione per intendersi, con tutte le licenze concesse a quell’ibridazione di generi che sembra soprattutto oggi andare tanto per la maggiore. Walter Benjamin si interrogava sul destino della narrativa, del romanzo in particolare come forma letteraria nata nella modernità e capace di interrogarsi sul reale e sulla sua rappresentazione. Il dibattito successivo è stato altrettanto ampio e irrisolto e l’ibridazione, nei contenuti, nelle forme e nei generi è ormai issata a vessillo stilistico della letteratura contemporanea nelle sue varie declinazioni, costituendo quasi un lasciapassare per qualsiasi avventura editoriale, un’esplosione di forme narrative in linea con la parcellizzazione di un mondo che non può più essere racchiuso nella limitativa forma del romanzo tradizionale, da qui la nascita di medium narrativi i più disparati e ibridazioni le più estreme.
Originale esperimento in tal senso può essere considerato anche un volume come quello di Yari Bernasconi e Andrea Fazioli dal titolo Non Importa dove (Gabriele Capelli Editore, pagg. 126, euro 18,00) un piccolo (per pagine) libro uscito nel febbraio di quest’anno e la cui collocazione formale non è facile da stabilire. Chissà che un volume di questo tipo, fatto di cartoline, quelle che ormai non si scrivono quasi più, non possa costituire la nascita di un nuovo genere letterario.
Il nuovo progetto scritto a quattro mani dai due autori della Svizzera italiana è un viaggio intorno al mondo attraverso 58 cartoline. Mondo più o meno lontano dalla loro terra di origine, la stessa dell’editore. Si tratta di brevi testi che mai superano la pagina, ciascuno corredato da altrettante foto scattate per la maggior parte dagli autori stessi, proprio come delle vere cartoline.
Yari Bernasconi è un poeta, premio svizzero di letteratura con La casa vuota, pubblicato da Marcos y Marcos, e Andrea Fazioli è uno scrittore, noto in Italia soprattutto per i suoi noir editi da Guanda.
Accanto alle loro esperienze artistiche individuali, scrivono a quattro mani. Nel 2021 hanno pubblicato il reportage letterario A Zurigo, sulla luna (Gabriele Capelli Editore), tradotto anche in tedesco, e in seguito il libretto Manca poco a Natale, con i disegni di Antoine Déprez (Gabriele Capelli Editore, 2023). Altri loro testi sono stati pubblicati in antologie, riviste o giornali in Svizzera e in Italia.
Il girovagare (vero o immaginario) da flâneurs del mondo dei due scrittori porta il lettore a immedesimarsi in quei luoghi e allo stesso tempo lo priva delle sue certezze ampliando il suo distacco dalle realtà che lo imprigionano. Può così capitare di trovarsi in un lì vasto come l’universo in un ipotetico hotel su Marte o più semplicemente in un qui molto locale (nel senso della provenienza degli autori) nel quale vengono scorte le impronte lasciate sul cemento fresco da un uccello in una stazione ferroviaria svizzera o le suggestioni date da una trafficata piazza nel centro di Berna.
La poetica straniante è accresciuta dalle foto che con il loro taglio da Polaroid, la bassa risoluzione e le spesso imprevedibili angolature, sono la testimonianza della tessitura di un paesaggio globale che è anche e soprattutto un paesaggio interiore, il cogliere in un attimo uno stato d’animo tramite un’immagine che riverbera ovviamente in una prosa. Non stupirà quindi poter ascoltare le voci di accompagnamento a questi stati emotivi scaturire dalla vista dei templi della Birmania o dall’isola dell’Atlantico dove naufragò Robinson Crusoe o dallo skyline di Chicago per poi perdersi nell’immensità del lago Michigan prospiciente alla metropoli dell’Illinois, così come può accadere che tali sussulti scaturiscano in totale indipendenza da contingenze estrinseche e costituiscano invece l’autodeterminazione e una ricerca di senso, linguistica e esistenziale. Ecco che il viaggio e la cartolina correlata può essere anche quello fatto all’interno di un grande pesce di collodiana memoria, o quello da una casa vuota, “una promessa” ci dicono gli autori, o dal buio e dalle ombre che ci contengono, come pure da un’aula scolastica deserta o da un social network nel quale le più disparate e confuse voci si sovrappongono a quelle di coloro o colui che “si è perso e non si ritroverà”.
Astrazione e concretezza, questo è il piccolo miracolo di questo volume che può essere portato in una tasca e che condensa nelle sue poche pagine i sentimenti di chi quelle foto le ha scattate e ne ha fatte tante brevi educazioni sentimentali al viaggio, esteriore ma soprattutto interiore, che si sviluppa in tortuosi, sinuosi, avvolgenti o divaganti percorsi e traiettorie che si alimentano con la parola, parola poetica, a tratti lirica e stringente intorno a un nucleo che non manca di rimanere sfuggente, fra equivoci della memoria e della percezione, partenze sbagliate o mai avvenute. La scrittura è spesso colonizzazione dell’immaginario, una lezione calviniana alla quale i due autori sembrano avere in qualche modo attinto e che può far sentire in questo piccolo baedeker emozionale echi delle celebri Città invisibili di Italo Calvino. I viaggi possono essere infatti veri o immaginari, senza che ne cogliamo la differenza. Gli indizi che possono essere delle semplici foto spesso sgranate o sfuocate possono non essere testimoni di una realtà fattuale, perché tutto può essere contraffatto, una foto e tanto più le parole con la loro polisemia (miracolo della letteratura) e riverberi onirici. Ecco che il viaggio può diventare quello al di là dello specchio di origine carrolliana in quella che potrebbe essere considerata la cartolina manifesto del libro, per poi subito dopo riportarci coi piedi per terra in viaggi di prossimità nella natia (dei due autori) Svizzera, magari in un bosco con lo sfondo di qualche paesaggio alpino, o su un passo di alta quota nei pressi di un lago ghiacciato o qualche canalone, oppure in una piazza di Lugano alle porte del Natale. Ogni luogo narrato sembra costituire una macchina adibita a creare storie allineate ai viaggi fatti, perdendovisi, come ci si può perdere nei pensieri, propri o altrui, come nel vasto mondo che ci contiene, e questo può avvenire sia in India, a Jakarta, o in una città fantasma negli spazi sconfinati degli Stati Uniti, così come può avvenire nei nostri propri pensieri e sensazioni, o nella poesia. Già, perché quello che ci lascia questo libro di Yari Bernasconi e Andrea Fazioli è più di un ibrido, è una molteplicità di ibridi: cartoline e quindi resoconti di viaggio, monologhi, diari pensanti, poesia narrativa e poesia pura, tutto in unico volume.
Edizione esaminata e brevi note
Yari Bernasconi è nato a Lugano nel 1982 ed è cresciuto a Caslano, nel Malcantone. Attualmente vive con la sua famiglia vicino a Berna. Ha studiato letteratura italiana e filologia romanza all’Università di Friburgo, dove ha conseguito il dottorato nel 2013. È giornalista culturale per la Radio svizzera italiana e autore. Per la raccolta di poesie Nuovi giorni di polvere ha vinto il Premio Terra Nova 2016 della Fondazione Schiller e il Premio Castello di Villalta Poesia Giovani 2015. Per la sua seconda raccolta di poesie, La casa vuota (Marcos y Marcos), ha ricevuto il Premio svizzero di letteratura 2022. Collabora spesso con l’autore Andrea Fazioli per progetti e pubblicazioni in comune.
Andrea Fazioli vive a Bellinzona, nella Svizzera italiana. Per l’editore Guanda ha pubblicato Le strade oscure (2022, Premio Ceresio in Giallo; finalista Premio Scerbanenco; finalista Premio svizzero del Giallo), Il commissario e la badante (2020) e i romanzi L’arte del fallimento (2016, premio La Fenice Europa, premio Anfiteatro d’Argento), Il giudice e la rondine (2014), La sparizione (2010, premio La Fenice Europa), L’uomo senza casa (2008, premio Stresa, premio Selezione Comisso). Le sue opere sono tradotte in varie lingue. Con Marco Pagani e con il regista Fabio Pellegrinelli ha sceneggiato il lungometraggio La tentazione di esistere, vincitore del premio quale miglior film per la categoria “Greatest Indipendent Film” alla 7a edizione del BCT – Benevento Cinema e Televisione (Roughcat, 2023). Nel 2017 il presidente della Repubblica italiana gli ha conferito, per la sua opera letteraria, l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia.
Yari Bernasconi, Andrea Fazioli, Non importa dove, Gabriele Capelli editore, 2025
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