Campanella Juan José

Il segreto dei suoi occhi

Pubblicato il: 11 Giugno 2010

Vincitore del Premio Oscar 2010 come miglior film straniero, nonché del Goya per il miglior film straniero in lingua spagnola, è arrivato da pochi giorni nelle sale italiane Il segreto dei suoi occhi, del regista argentino Juan José Campanella, film talmente amato dai membri dell’Academy tanto da preferirlo al favoritissimo e pluripremiato (Palma d’Oro a Cannes, Golden Globe, Oscar europeo) Il nastro bianco, dell’austro-tedesco Haneke, e al sorprendente Profeta di Audiard. I motivi di questa fascinazione dei giurati nei confronti dell’opera del regista latino americano vanno ricercati non solo nella qualità complessiva del film, ma anche in una crescente presa di coscienza del fatto che il cinema proveniente dal Sudamerica, nonostante la scarsa distribuzione nei circuiti maggiori, ha raggiunto ottimi livelli di qualità e d’ispirazione narrativa, che è al contrario declinante sia negli States (sempre più ancorati ai fumettoni) che nella vecchia Europa. È recente, ad esempio, l’Orso d’Oro a Berlino alla pellicola peruviana Il canto di Paloma, di Claudia Llosa, opera dolorosa contro l’oblio sugli stupri in Perù, o il riconoscimento della critica, sempre dall’Argentina, per il toccante e mal distribuito XXY di Lucia Puenzo, pellicola centrata sul tema dell’intersessualità, fino a retrocedere al bellissimo Central do Brasil di Walter Salles, vincitore di 55 premi sparsi ad ogni latitudine del pianeta, sul finire dei Novanta. Il film di Campanella – che aveva sfiorato l’Oscar già nel 2001 con la pellicola El hijo de la novia – ha vinto tutto sommato con merito (l’unico contendente di pari valore è stato Il Profeta, a parere di chi vi parla), perché ci regala una storia che coinvolge mescolando abilmente i generi e procedendo con un rigore geometrico che non inchioda lo spettatore alla forma, ma anzi facilita l’interiorizzazione della sostanza proposta.

Benjamin Esposito è un ex pubblico ministero della Procura di Buenos Aires, oramai in pensione. È tormentato dai suoi fantasmi, che lo inseguono da venticinque anni; dal tempo di un controverso omicidio che aveva avuto come protagonista una giovanissima ragazza, Liliana Coloto, violentata e uccisa nella capitale argentina nel 1974. Per esorcizzare questi fantasmi decide di scrivere un romanzo che parte proprio da quell’evento per ripercorrere, sulla linea dei ricordi e della nostalgia, della malinconia per ciò che poteva essere e non è stato, un periodo della sua vita in cui era sopravvissuto a se stesso e a un amore condiviso ma mai consumato. Tornare a quegli eventi dolorosi, però, spalancherà improvvisamente porte oramai ben serrate e memorie sepolte nel passato, rinvigorendo i dubbi e portando in superficie ricordi che conducono a un’agghiacciante verità.

Risultati immagini per il segreto dei suoi occhi

Tratto dal romanzo (di prossima uscita anche in Italia, presso Bur Extra) La pregunta de sus ojos, di Eduardo Sacheri, alternando passato e presente e mescolando sogni evocazioni e realtà, Il segreto dei suoi occhi centra il suo nucleo fondamentale sull’idea che la potenza della memoria è incrinata per lo più dagli inganni del tempo che a volte si palesano come improvvisi rovesci della sorte o come dubbi salvifici che ci conducono a ritrovar noi stessi nella giusta dimensione temporale. Più che un thriller, da cui prende le mosse, l’opera di Campanella è un noir-melodramma sulla scia dell’ultimo Almodovar, o dell’ultimo Coppola, ma più concreto compatto e narrativamente fluido sia rispetto a Gli abbracci spezzati che a Segreti di famiglia, peraltro due ottimi film. L’indiscutibile punto di forza della pellicola è infatti la scrittura, la solidità di una sceneggiatura che tiene e coinvolge per le due ore e passa di durata. Una regia misurata e senza ostentazioni autoriali permette al regista argentino di incastrare bene gli elementi, dosando sapientemente, senza mai renderlo ingombrante, il contesto politico in cui si svolgono i fatti che contestualizzano la vicenda. Siamo nel 1974, proprio quando muore Peron, non dunque nel periodo più doloroso e cruento, ma nel momento in cui s’insinuano i germi del golpe militare del 76, che diede l’avvio alla dittatura che durò fino all’83, con tutti gli orrori che ne conseguirono (la sconvolgente parabola dei desaparecidos, le uccisioni indiscriminate, la prigionia e atrocità d’ogni sorta). Tutto molto centrato, in grande equilibrio senza per questo restare indifferenti al contesto ma per privilegiare le motivazioni intime dei personaggi sulla ribalta, fino a trasportare le loro passioni e i loro interrogativi dal piano particolare a quello universale. Ecco che il doloroso pre-epilogo giunge agghiacciando ma non sorprendendo del tutto lo spettatore, in linea con l’impianto generale e la filosofia di fondo dell’opera di Campanella.

Immagine correlata

Note di merito anche per l’affiatato cast, in cui spiccano le prove di Ricardo Darìn e Soledad Villamil, protagonisti di una inusuale vicenda amorosa per il cinema attuale, perché non sublimata dalla congiunzione dei corpi e sospesa platonicamente nel tempo –  i sentimenti che resistono allo scorrere del tempo, lo noterete, sono la traccia più rilevante che lascia il film di Campanella. L’Oscar alla pellicola è stato accolto in Argentina al pari di una importante vittoria della nazionale di calcio albiceleste (chi conosce il popolo argentino può immaginare la portata del paragone proposto), ma anche prima del prestigioso premio ricevuto Il segreto dei suoi occhi aveva dimostrato in madrepatria una vitalità senza precedenti nelle sale, in quanto tutta la nazione pare essersi identificata con un’opera che ripercorre con realismo e malinconia un tratto di storia abbastanza recente e fin troppo doloroso per poterlo dimenticare. Da qualunque lato lo si voglia guardare e in qualunque modo si vogliano interpretare gli eventi, Il segreto dei suoi occhi torna sempre a riportare al centro i due elementi che lo connotano nel profondo: la memoria e il tempo, il loro essere così imperscrutabilmente interdipendenti nella nostra vita.

Federico Magi, giugno 2010.

Edizione esaminata e brevi note

Regia: Juan José Campanella. Soggetto: tratto dal romanzo La pregunta de sus ojos di Eduardo Sacheri. Sceneggiatura: Eduardo Sacheri, Juan José Campanella. Direttore della fotografia: Félix Monti. Montaggio: Juan José Campanella. Scenografia: Marcelo Pont Vergés. Costumi: Cecilia Monti. Interpreti principali: Ricardo Darìn, Soledad Villamil, Pablo Rago, Javier Godino, Guillermo Francella, José Luis Gioia, Carla Ouevedo, Rudi Romano, Mario Alarcon, Alejandro Abelenda, Sebastian Blanco, Mariano Argento, Juan José Ortiz, Kiko Cerone, Fernando Pardo.  Musica originale: Juan Federico Jusid. Produzione: Juan José Campanella, Gerardo Herrero, Mariela Besuievsky per Tornasol Films, Haddok Films, 100 Bares, Telefe, TVE, Canal+. Titolo originale: “El secreto de sus ojos”. Origine: Argentina, 2009. Durata: 129 minuti.