Proniewicz Sylvia

Don Lorenzo Milani

Don Lorenzo Milani è stato un prete scomodo, una presenza che ha anticipato i tempi e come tale è stato ostacolato e contrastato. Adesso che anche papa Francesco si è recato a Barbiana si può dire che la sua figura è riconosciuta e finalmente apprezzata, tanto da presentarla in un libro per bambini, come ha fatto la casa editrice "Il pozzo di Giacobbe" grazie a Sylvia Proniewcicz e all'illustratrice Silvia Fabris. Riassumere in ventiquattro pagine la vita e l'opera di don...CONTINUA...

Lo Iacono Simona

Il Morso

L'ultimo romanzo di Simona Lo Iacono ci conduce nella Sicilia prossima al 1848. Lucia Salvo, detta "la babba" ossia la pazza, è un personaggio realmente esistito, è una ragazza che fu inviata da Siracusa a Palermo a servizio presso i Ramacca, nota famiglia antiborbonica e fu utilizzata per far arrivare messaggi segreti ai cospiratori rinchiusi in carcere. Lo spiega la stessa autrice nella Nota Storica, rifacendosi a un testo di Luigi Natoli "Cronache e leggende di Sicilia", edito da Flaccovio nel 1987. Lo Iacono fa di Lucia la protagonista...CONTINUA...

Abbott Abbott Edwin

Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni

Una "favola matematica", è così che, nel saggio in appendice, Manganelli definisce "Flatlandia". In effetti il lungo racconto risulta essere una singolare mescolanza di letteratura fantastica e principi di matematica e geometria. In sintesi: Abbott elabora l'esistenza di un mondo tridimensionale partendo da mondi più elementari. Si giunge quindi ad un'ipotesi molto affascinante e, per il 1882, poco afferrabile e di certo stravagante: l'esistenza di una quarta dimensione. In un certo senso Abbott, con "Flatlandia", ha anticipato, seppur solo sottoforma di invenzione letteraria, ciò che Einstein sarà in grado di dimostrare scientificamente qualche decennio...CONTINUA...

Morpurgo Fabio

Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno accesa soltanto a metà

Come si dice, si finisce di leggere l’ultima parola dell’ultimo racconto della raccolta di Fabio Morpurgo e si rimane lì, fermi, ancora abbacinati dai paesaggi australiani, senza un pensiero, solo il senso di un respiro ampio, la consapevolezza della propria posizione nella stanza, nella casa, con la luce dalla finestra, gli uccelli che si parlano, le macchine che passano, le voci, un’improvvisa sirena di ambulanza. Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno accesa soltanto a metà è l’esordio di questo autore trevigiano per i tipi di Transeuropa, storica casa editrice...CONTINUA...

Lillo Marco

Di padre in figlio. Le carte inedite del caso Consip e il familismo renziano

Forse potrà sorprendere qualche lettore ma uno dei primi politici a finire sotto il tritacarne di Marco Lillo, col suo “Di padre in figlio”, è proprio Beppe Grillo, artefice poco accorto – come spesso gli capita – di una sparata contro la stampa e contro un Renzi, a suo dire, poco solidale con babbo Tiziano. Mentre “chiude gli occhi di fronte lo scandalo Consip” (pp.31). Del Bomba, qualcuno avrà colto, abbiamo una pessima opinione e quindi lungi da noi volerlo difendere dalle critiche di Beppe Grillo. Nel caso specifico però Marco Lillo, che pure ha investigato in profondità nelle magagne del cosiddetto “giglio magico”, ha evidentemente voluto evidenziare qualcosa di più del “familismo” in salsa...CONTINUA...

Lo Iacono Simona

Il morso

"Dovrebbe arrivare da Siracusa anche quella nuova domestica, gli hanno riferito, che chiamano "la sciocca", o meglio "‘a babba", e dicono corta di pensiero ma fresca di cosce e di petto". Nel 1847 Lucia Salvo ha sedici anni, due occhi come "mandorle dure" e vive con sua madre a Siracusa dove tutti sanno che è pazza. La chiamano "babba", infatti. "Babba" perché certe volte il suo corpo cade e si contorce, perché schiuma bava e rivolta gli occhi e nessuno sa spiegarselo. Nemmeno lei stessa. Lucia sa che il "fatto", quel "fatto", è meglio non nominarlo nemmeno tanto cure non ce ne sono. Vale solo la pena sperare che non si presenti troppo spesso anche se "aleggia sulla...CONTINUA...

Ricapito Francesco

Reportage Dal Senegal: Tre Giorni Nella Brousse, Il Villaggio Di Diama Fara – Parte 1

Villaggio di Diama Fara, regione di Kaffrine, lunedì 22 maggio 2017 Stazione Total, strada principale di Kaffrine, capoluogo dell’omonima regione dell’entroterra senegalese. Sono le otto di mattina, la temperatura sta salendo e la giornata di preannuncia umida, la stagione delle piogge si sta avvicinando. Ho appuntamento con Jamie, la volontaria dei Peace Corps americani che mi ha invitato a passare qualche giorno nel villaggio dove vive, Diama Fara, ventidue chilometri a sud di Kaffrine. Sono arrivato ieri...CONTINUA...

Panizza Giacomo

Cattivi maestri

Giacomo Panizza, il prete bresciano che da tanti anni vive in Calabria contrastando la 'ndrangheta e  rischiando la pelle, non è certamente un sociologo ma, leggendo il suo libro, si capisce che la frequentazione giornaliera di un contesto a dir poco difficile gli ha permesso di comprendere in profondità cosa significa “mentalità mafiosa”. Peraltro parlare di “mentalità” è forse riduttivo: come infatti scrive Goffredo Fofi nella prefazione a “Cattivi maestri”, le cosche, pur con tutto il loro retaggio di ritualità arcaiche, “sanno studiare i mutamenti sociali assai meglio – anche per scopi rigorosamente pratici – di quanto non riescano a fare, oggi, i professori di sociologia”...CONTINUA...

Tosetti Carlo

Wunderkammer

Interessante esperimento questo prosimetro intitolato “Wunderkammer”, opera terza del poeta Carlo Tosetti, dopo “Le stelle intorno ad Halley” (2000) e “Mus norvegicus” (2004), edito nell’aprile 2016 da Pietre Vive Editore, con l’introduzione di Antonio Lillo e le illustrazioni di Ale - Ale. È l’invenzione di un linguaggio sofisticato che condensa in sé numerose variabili culturali, conferendo al testo una densità che  si rivela traccia di  una ricchezza espressiva che sa appassionare per la forza delle suggestioni filosofiche, mitologiche, biologiche, etologiche...CONTINUA...

Haruf Kent

Crepuscolo

Proprio come mi ero ripromessa, sono tornata a Kent Haruf e alla sua "Trilogia della pianura". Dal primo "Canto della pianura", letto, amato e recensito, al secondo "Crepuscolo". Aspettative inevitabilmente alte, aspettative generosamente rispettate. C'è poco da fare: è lo "stile Haruf" che ho ritrovato ed è lo "stile Haruf" che continua ad incantarmi. Sarà pure stato avvicinato e paragonato ad altri colossali mostri sacri della letteratura americana ma, per quanto mi riguarda, Kent Haruf scrive solo come Kent Haruf e tanto basta a fare di "Crepuscolo" un'ottima lettura. Di nuovo: nessun eccesso e nessuno stridio ma solo la quotidianità di un coro di personaggi...CONTINUA...