Miyazaki Hayao

Il mio vicino Totoro

A 21 anni dalla sua prima distribuzione in Giappone arriva finalmente nelle sale italiane uno dei capolavori di Hayao Miyazaki, Il mio vicino Totoro. Uscito nello stesso anno di un altro capolavoro animato dello Studio Ghibli (il dolorosissimo Una tomba per le lucciole, dell’amico e cofondatore della casa di produzione Takahata), Totoro è l’opera che diede a Miyazaki la piena notorietà in madrepatria, forse addirittura la sua più apprezzata sia nel Sol Levante che nella sempre più larga cerchia degli innamorati del suo cinema in Occidente, tra i quali c’è anche chi adesso vi parla. Come sapranno gli appassionati, Totoro non ha...CONTINUA...

Franchi Gianfranco

Radiohead. A kid

 I Radiohead erano sempre stati per me un puro nome, almeno fino a quando non ho iniziato a conoscere Gianfranco Franchi, che li citava nelle sue opere di narrativa, collegandoli ad alcune sue esperienze biografiche. Ne avevo ascoltato qualche pezzo spinta soprattutto dalla curiosità, ma non mi ero mai posta eccessive domande sui loro testi. Adesso Franchi se n’è uscito con questo librone dettagliatissimo e si è aperto un vero universo letterario, che mai avrei sospettato celarsi dietro canzoni rock. I...CONTINUA...

Raimi Sam

Drag me to hell

Drag me to hell è un titolo quanto mai azzeccato per il ritorno all’horror di un grande regista quale si dimostra, ancora una volta, il geniale Sam Raimi. A 16 anni da L’armata delle tenebre, terzo e più temperato e divertente capitolo della saga La casa, lo spettatore è nuovamente trascinato agli inferi insieme alla sventurata protagonista; la quale, pur dubbiosa, si trova a negare ulteriore credito a una vecchia e inquietante zingara che, in conseguenza di ciò, lancerà sulla giovane una terrificante maledizione. Di qui in poi orrore puro e forti dosi di humour nerissimo sono gli elementi di una salsa davvero appetitosa che Raimi amalgama...CONTINUA...

Trigell Jonathan

Boy A

“Condivisero quel che restava del giorno. Da fuorilegge, con piccoli furti e atti di vandalismo inutile. Piccole imprese che nondimeno li legavano uno all’altro, li confondevano uno nell’altro. Separati del mondo si avvicinavano tra loro. Chi li vide, mentre camminavano verso casa, avrebbe giurato che fossero una coppia. Stavano bene insieme, quei due bambini, con lettere al posto dei nomi. A e B, uniti dalla loro diversità, intrinsecamente connessi, come carta e penna, sale e pepe, pronto e soccorso ” (p. 20). Credo che non esistano colpe per un bambino. O, quanto meno, che non esistano colpe tanto grandi per cui la legge debba sottrargli l’intera...CONTINUA...

Franchi Gianfranco

Trilogia dell’identità (Disorder-Pagano-Monteverde)

Dopo vari anni Franchi porta a compimento la sua “Trilogia dell'identità”, comprendente "Disorder. Unknown pleasures", "Pagano" (editi da Il Foglio, di Piombino) e "Monteverde" (il cui titolo in bozze era "New Order", edito da Castelvecchi). “Trilogia dell'identità”, definizione che mi era rimasta impressa, senza sapere dove l'avessi letta, poi lo stesso autore mi ha detto che era stato lui a coniarla, in “una qualche intervista”: qui. (aggiornamento 2019: ora non più disponibile) I tre romanzi si possono leggere come un unico viaggio del/i protagonista/i, letterato/i del ventunesimo secolo, intimo e politico, nell'Italia a cavallo tra novecento e duemila...CONTINUA...

Fitzgerald Francis Scott

Tenera è la notte

Nell’accensione dei colori della riviera francese, a mezzogiorno, una giovane attrice americana, Rosemary Hoyt, si reca alla spiaggia, luogo elegante, riservato a pochi negli anni Venti. Rosemary è bella e fresca, ancora “coperta di rugiada” e ha compiuto un viaggio in Italia accompagnata dalla madre, una donna scaltra che, rimasta vedova per due volte, si è dedicata all’educazione e alla tutela della figlia. Rosemary incontra due gruppi di americani, ma è attratta soprattutto da un uomo dai capelli rossi e gli occhi azzurri:è brillante, gentile e pieno di fascino, la sua voce “corteggiava il mondo”...CONTINUA...

Striano Enzo

Il resto di niente

lankenauta pressOdori, rumori, colori, sapori: sensazioni che trapassano le pagine e raggiungono chi legge. C’è tutta la lucentezza di Napoli, tutto il bagliore del suo cielo e il caotico formicolio dei vicoli, del porto, delle piazze con gli odori dei mercati, del pesce, della frutta e della gente. Un quadro complesso e vertiginoso come le opere pittoriche del settecento. Perché è proprio nel settecento napoletano che Striano ci conduce, accanto alla figura di Eleonora Pimentel Fonseca, detta Lenòr. Nobildonna di origini portoghesi giunta in Italia da bambina, assieme alla sua famiglia; approdata a Napoli dopo un brevissimo soggiorno romano...CONTINUA...

Friedkin William

Cruising

Considerato in madrepatria una sorta di regista reazionario per il pluripremiato Il braccio violento della legge (1971), William Friedkin raggiunge la notorietà planetaria con L’esorcista (1973), partorendo nel 1980 la sua opera più disturbante e controversa: Cruising. Ambientata nei locali gay newyorchesi, soprattutto sadomaso, è una pellicola prevalentemente notturna incentrata su fatti – dice la didascalia iniziale – realmente accaduti tra il 1973 e il 1979. Ispirato all’omonimo romanzo di Gerald Walker, giornalista americano che probabilmente usò come firma uno pseudonimo, Cruising è un thriller dagli inquietanti risvolti...CONTINUA...

Coppola Francis Ford

Dracula di Bram Stoker

Una grande storia d’amore. Questo prima di tutto, prima del generoso budget messo a disposizione per la realizzazione del film, prima delle atmosfere da incubo proposte da Coppola, prima dell’arcinota storia del vampiro per eccellenza: Dracula. Il Conte che, nella fattispecie, resiste al tempo e alla non vita nel tentativo di rincontrare l’amore perduto tragicamente per un inganno crudele. Lui, il Principe dei Carpazi, che la croce l’aveva pur servita, con onore e coraggio, nel giorno più buio della sua vita giurò guerra a Dio e dannazione eterna per le sue vittime. Siamo nel XV secolo, in Romania, e il suicidio dell’amata sposa Elisabetta precipita Dracula negli...CONTINUA...

Ben Jelloun Tahar

Nadia

Nadia è una beur. Contrazione ed inversione linguistica della parola a-ra-beu (arabo) che, passando per beu-ra-a, ha generato beur: gli immigrati di seconda generazione, i figli dei nord africani residenti in Francia. Nadia è francese, infatti. Figlia di algerini e cittadina francese. Ha un padre generoso e lucido, Nadia. Un uomo che non le impone le restrizioni della sua religione ma che, anzi, riconosce la forza e il valore di sua figlia e l’importanza delle sue ambizioni: Non sono preoccupato per te, so che sei una donna libera. E’ una cosa che non piace molto, da noi. Io ti ho sempre voluta libera, responsabile. Essere tanto determinata e piena della propria...CONTINUA...