Allen Woody

Hannah e le sue sorelle

Hannah e le sue sorelle, datato 1986, è il film che, ad oggi, ha incassato più di ogni altro all’interno della oramai sterminata filmografia alleniana. Partorita subito dopo due lungometraggi assai differenti, Broadway Danny Rose (1984) e La rosa purpurea del Cairo (1986), è un’opera corale che consente al regista newyorkese di misurarsi sugli amati registri “bergmaniani”, pur sposati con tocco più lieve e con meno simbolismi rispetto al passato. Hannah e le sue sorelle non è, difatti, un film bergmaniano a tutto tondo come lo era stato Interiors e come lo sarà il successivo Settembre, ma ci dà...CONTINUA...

Troisio Luciano

Tirtagangga e varie sorgenti

Cinque racconti ambientati in Estremo Oriente, cinque porte che si aprono su culture lontane, affascinanti e ricche di contrasti. Nella maggior parte dei casi è un’azione decisa – aprire un cancello, una porta, abbassare la serranda – a suggellare l’ingresso nella vicenda e a schiudere poi non solo un intreccio, ma reportage asiatici, descrizioni di luoghi incantevoli, fitti di vegetazione rigogliosa, profumi, sorgenti. “La prima tappa fu Tirtagangga...CONTINUA...

Wiesel Elie

La notte

Mai dimenticherò quella notte, la prima nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. Questo è uno dei passaggi più intensi...CONTINUA...

Rebustini Ivano

Specchi opposti. Lucio Battisti. Gli anni con Panella

In nessun luogo andai / Per niente ti pensai / E nulla ti mandai / Per mio ricordo / Sul bordo m’affacciai / d’abissi belli assai / Su un dolce tedio a sdraio amore ti ignorai / Invece costeggiai / I lungomai Sono questi i primi versi, accompagnati da note assai più melodiche di quelle che risuoneranno nei giradischi due anni più tardi con L’apparenza, che sorpresero gli amanti di Lucio Battisti nell’oramai lontano 1986. Eppure non già ( eh già…) da qui si dovrebbe partire per individuare il punto di rottura artistico della rivoluzione battistiana, li dove si manifestò palese la distanza con il precedente...CONTINUA...

Chaplin Charlie

Luci della ribalta

Siamo sulla ribalta. L’artista è solo, le luci sono su di lui. Tutto ciò che cerca è un applauso. Siamo nel sogno, ma eravamo nella realtà, un tempo. Nella realtà di Calvero, grande del palcoscenico londinese ora in disgrazia, senza più un ruolo e, forse, senza più ispirazione. Dicevamo della ribalta, e del sogno: eccoli che arrivano gli applausi, alla fine; ecco che ridono, gli occhi dell’artista. Niente vale un applauso sincero, non esiste altra ragione di vita per un artista del palcoscenico. Ma la realtà improvvisamente si rabbuia, svaniscono i suoni delle risa. E con loro, gli applausi scroscianti. Calvero ora guarda la platea, nel silenzio assordante. Gli spettatori...CONTINUA...

Cronenberg David

La promessa dell’assassino (Eastern promises)

Dimenticatevi subito il titolo “all’italiana”, La promessa dell’assassino, davvero fuorviante, solita ottusità nostrana per invogliare alla visione gli spettatori di grana grossa. Dimenticatevi anche, ma non troppo, il Cronenberg disturbante e ipervisionario di Videodrome e La mosca, de Il Pasto Nudo e di Crash. Dimenticatevi di tante cose ma non scordatevi che l’ultimo Cronenberg è sempre Cronenberg, pur riaggiornato a temi e modalità espressive che si insinuano da differenti angolature sotto pelle rispetto al passato. Proprio come il Demone da cui tutto cominciò. Anche Eastern promises...CONTINUA...

Van Sant Gus

Paranoid Park

"Rendimi il tempo della mia adolescenza, quando ancora non ero me stesso se non come attesa. Rendimi quei desideri che mi tormentavano la vita, quelle pene strazianti che pure adesso rimpiango. La mia giovinezza… Basta. Sappi rianimare in me la forza dell’odio, il potere dell’amore”. Quando Goethe, nel Faust, scrisse queste splendide parole immortali che racchiudono il senso dell’ età inquieta certamente non aveva idea di cosa sarebbero divenuti gli adolescenti del terzo millennio. E come avrebbe potuto? Lui che nel Werther cantava l’amore che strazia, che spinge all’auto-annientamento. Soggetti apparentemente...CONTINUA...

Pansa Giampaolo

I gendarmi della memoria

Se qualcuno poteva pensare ad un Pansa intimidito o quanto meno indisposto ad essere ancora oggetto delle furibonde polemiche contro i "revisionisti" della Resistenza, si è sbagliato di grosso. Com'è successo col precedente "La Grande Bugia", che seguiva a ruota "Il Sangue dei vinti" e si occupava delle storie meno nobili della guerra civile e dell'accanimento di storici e militanti politici nel negarle, anche contro ogni evidenza, con "I gendarmi della memoria" il giornalista prosegue, anch'egli accanito e cattivissimo, a replicare ai suoi detrattori. Il libro da un lato ripercorre l'esperienza vissuta da Pansa tra il 2006 e il 2007, dopo l'uscita de "La Grande Bugia", tra anatemi e richieste...CONTINUA...

Miyazaki Goro

I racconti di Terramare

C’era un tempo in cui gli uomini vivevano in armonia con i draghi, in cui cielo e terra erano un regno unico di pace e prosperità. La serie Tales from Earthsea (I racconti di Terramare) ha consacrato Ursula K. Le Guin come una delle più grandi narratrici fantasy viventi ed ha ispirato il figlio del maestro giapponese dell’animazione Hayao Miyazaki nell’immaginare la sua prima opera cinematografica. Chiamarsi Miyazaki è un fardello non di poco conto se ci si vuol misurare entro i confini della medesima arte, allorché il quarantenne Goro decide proprio per il cinema d’animazione. Dal 2001 amministratore delegato del magico Studio Ghibli, Goro Miyazaki sceglie...CONTINUA...

Gilliam Terry

L’esercito delle 12 scimmie

Nel 1962 esce in Francia un’affascinante breve pellicola (tra il corto e il mediometraggio: 29 minuti) di Chris Marker, La Jetée, nella quale il regista francese si avvale esclusivamente della voce fuori campo per narrare una storia in cui scorrono fotogrammi di un futuro post atomico davvero inquietante: “Questa è la storia di un uomo segnato da un’immagine di infanzia” – cosi Marker ci invita nei territori fanta-apocalittici immaginati, costruendo uno dei corti più visionari e angoscianti della storia del cinema. Nel 1996, il geniale Terry Gilliam, ex Monty Python nel frattempo divenuto, con Brazil...CONTINUA...