Una ghirlanda di luoghi circoscritti, ben definiti nella loro storia e nelle loro caratteristiche può racchiudere in sè l’universo intero ed aprire così a considerazioni sugli uomini, sul loro esistere, sulla storia e sulle storie di ognuno, sulla cultura e sulla natura.
Poesia della realtà, di gesti abituali e ripetitivi come quello delle lavandaie che un tempo sciacquavano i panni nel torrente Patok a Trieste; luoghi legati a stagioni e rimasti vivi nella mente soltanto nel loro aspetto in quel preciso periodo dell’anno, in un susseguirsi d’immagini in cui il tempo si confonde e si liquefa dolcemente.
Microcosmi, luoghi noti fin nei minimi particolari, visti ed esplorati...CONTINUA...
La lettura dei Canti Orfici di Dino Campana si rivela un’esperienza estetica notevole e, per certi versi, sorprendente.
Nel panorama letterario italiano Campana è un unicum: difficile incanalarlo o accostarlo ad altri autori, vi sono certamente in lui richiami carducciani e dannunziani, echi di Dante, la stima per Leopardi, ma la sua volontà di distacco, il suo senso dell’originalità è estremamente forte.
Ardenti le sue critiche e il suo disprezzo verso la palude melmosa nella quale sembra essersi arenata la cultura italiana (gli strali andranno specialmente a Papini e Soffici, colpevoli tra l’altro di avergli perduto il manoscritto...CONTINUA...
PREMESSA
Le pagine che seguono non possono e non vogliono costituire una trattazione esauriente del pensiero di Bonhoeffer, ma vogliono essere soltanto un modesto contributo alla semplice conoscenza di questo importante testimone del nostro tempo e oppositore al nazismo.
IL LIBRO
“CONTINUA...
“La bella estate”, pubblicato nel 1949, contiene tre romanzi brevi: “La bella estate” intitolato originariamente “La tenda” scritto nel 1940, “Il diavolo sulle colline” (1948) e “Tra donne sole” (1949).
Ciascuno di essi potrebbe costituire un testo a sé stante, ad unirli è un’atmosfera di giovanile scoperta del mondo, il rapporto città/campagna, la frequente disillusione e il disagio che permeano i personaggi più deboli e più giovani, il desiderio e la fretta...CONTINUA...
“La favola pitagorica” raccoglie una serie di resoconti di viaggio realizzati in varie parti d’Italia da Manganelli e pubblicati tra il 1971 e il 1989 su quotidiani e riviste.
Dopo un “Viatico” introduttivo gli scritti sono ordinati dal Nord al Sud dell’Italia (dall’Emilia si giunge al Sud archeologico). In appendice è riportata una “Lettera sulla Toscana”, una autentica lettera alla famiglia pubblicata postuma su “L’Unità” il 18 ottobre 1993.
Gli articoli qui radunati offrono una panoramica sul...CONTINUA...
Un testo accompagna un’esistenza, la segue tra riferimenti biografici, appunti e riflessioni sulle letture compiute, osservazioni sulla realtà circostante e su persone, passioni amorose, spostamenti da un luogo all’altro, problematiche esistenziali.
Tempo della scrittura e tempo della vita coincidono.
Le riflessioni si fanno particolari se chi scrive è un poeta e un romanziere. Un...CONTINUA...
Storia di una vita che si dipana nel niente e nell’anonimato, fin quasi a far perdere le sue tracce.
Immagini di terre lontane, dagli ampi spazi sconfinati e circondate dal vasto oceano, viaggi, attraversamento di confini sino al ritorno alla propria terra, situata anch’essa all’incrocio di culture diverse. Ed poi, ancora una volta, la presenza del mare, quello familiare, ben noto, più piccolo rispetto al grande oceano straniero che è «un altro mare».
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Vi sono avvenimenti storici - intere stragi talvolta – che rimangono per sempre marginali, quasi dimenticati da tutti, come se certe vite valessero infinitamente meno di altre, o come se fosse addirittura fastidioso ricordare certi errori. Così la storia seppellisce tutto tra le sue pieghe e il tempo inghiotte inesorabilmmente nelle sue sabbie mobili quelle figure umane.
Solo la pazienza di qualche studioso, capace di unire alla ricerca storica l’abilità nel narrare, riesce a riportare alla luce quei fatti e ad elaborare congetture...CONTINUA...
“Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Geremia 20,7)
È inverno alla Grande Charteuse. Neve e nuvole. Il richiamo delle campane a scandire i tempi della giornata.
Un anziano monaco si appresta a confezionare l’abito per un novizio: con gesti lenti ed esperti distende la stoffa, controlla gli appunti con le...CONTINUA...
Un testo breve, un monologo al femminile struggente e impietoso, disperato e spietato, intenso e profondo. Magris rivisita il mito di Orfeo ed Euridice in chiave moderna, muovendosi tra esperienza personale e modello universale, con uno stile semplice, colloquiale, ma mai banale.
L’io narrante è stata la Musa ispiratrice di un poeta, del quale non manca di evidenziare debolezze e difetti. Ora lei si trova in una misteriosa Casa di Riposo, un moderno Ade sorvegliato...CONTINUA...
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