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Giuttari Michele, Lucarelli Carlo
“Prima di abbandonare Reggio Calabria, nell’agosto 1988, la rivista ‘Polizia moderna’ mi chiede di scrivere un articolo sui sequestri di persona. Mi dedico alla stesura durante un fine settimana, al mare. Ma quando lo invio a Roma, dopo qualche giorno, ricevo la telefonata del direttore che, pur congratulandosi per il mio lavoro, mi comunica che in quella forma non lo può pubblicare. «Ti avevo chiesto un articolo, Michele, non un racconto!» è la sua giustificazione” (pp. 81). Così Giuttari ricorda uno dei suoi primi approcci con l’editoria: una scrittura che a quanto pare non era stata considerata...CONTINUA...
Probabilmente per spiegare come mai Giuttari è tornato a scrivere del mostro di Firenze, dopo l’ottimo “Compagni di sangue”, è bene iniziare dalle ultime pagine del libro. Dopo quasi vent’anni dall’ultimo omicidio seriale, quello dei due francesi nel 1985, negli uffici del Gides, Silvio De Iorio, un assistente del commissario Giuttari, in uno dei faldoni relativi ai delitti del “mostro”, trovò una busta con un fazzolettino macchiato di rosso, e un pelo. Saltarono fuori anche dei documenti che dimostravano la richiesta di una perizia, peraltro pagata, che venne ritrovata in copia soltanto all’Istituto...CONTINUA...
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