La morte di Salvatore Giuliano, in considerazione che nel 2010 i pubblici ministeri palermitani su iniziativa di Casarrubea e Cereghino hanno permesso di riaprire la bara del bandito, credo sia giustamente definibile come un cold case all’italiana. Atmosfera da cold case confermata in pieno da quando ci si è accorti della sparizione del fascicolo contenente i risultati dell'autopsia sul cadavere di Giuliano. “Di sicuro c’è solo che è morto” è la frase ad effetto di Tommaso Besozzi, il giornalista dell’Europeo, pronunciata all’indomani di quel 5 luglio 1950 e riportata ogni volta che si tornava...CONTINUA...
Raccontare la realtà di una dittatura è sempre difficile. Lo è ancor di più se questa dittatura, da anni, è percorsa da sempre più evidenti espressioni di dissenso e se ancora il regime in questione, tanto delegittimato in patria, riesce invece ad entusiasmare chi vive nelle nostre democrazie occidentali. Significa che l’informazione deve fare i conti con una disinformazione di regime, peraltro molto bene accetta anche da coloro che dalle nostre parti, paradossalmente ma non troppo, si dicono preoccupati di una involuzione della democrazia favorita da media compiacenti e da notizie taroccate....CONTINUA...
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