Categoria: guerra

Dawan Daniela

Qual è la via del vento

"Un'infinità di persone, quante saranno? Decine di migliaia. Armate di bastoni, scimitarre, coltelli, spranghe, pietre, sciamano a ondate dalla città vecchia. Sotto i loro passi la terra sussulta. Grida tuonano nell'aria tiepida, inneggiano alla guerra santa, a Nasser, il rais egiziano. Avanzano inarrestabili, neppure la polizia riesce a contenerle. Alcune automobili precedono le colonne umane e dai finestrini aperti, dritti in piedi sui cofani, sui tetti, uomini col megafono scandiscono, con voce ormai rauca, parole che la folla fa sue: «Morte ai cani ebrei»". Una scena letta già mille...CONTINUA...

Cocchi Michele

La casa dei bambini

““Avete mai pensato che cosa potrebbe accadere se sapessimo la verità? Se ci dicessero davvero cosa succede là fuori, o se potessimo uscire prima di essere diventati grandi? Molti di noi non ce la farebbero.” Non riusciva a capire che cosa intendesse per non ce la farebbero. Ma aveva capito che qualunque cosa intendesse, riguardava la paura. Eppure era stato Giuliano a dire che lui, Nuto, Dino e Viola erano inseparabili e che lo sarebbero rimasti fino alla morte, ovunque fossero andati. Era stato Giuliano a dire che in ognuno di loro c’era un pezzettino...CONTINUA...

Brežná Irena

Le lupe di Sernovodsk. Reportage sulla Cecenia

Sono quindici gli anni di storia cecena racchiusi nelle duecento pagine, o poco più, de "Le lupe di Sernovodsk. Reportage sulla Cecenia" pubblicato dall'editore trentino Keller nel 2016. Qui sono raccolti diversi articoli scritti dalla giornalista d'origine slovacca, naturalizzata...CONTINUA...

Armeni Ritanna

Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte

"Ženščina možet vsë!" ossia "Una donna può tutto!". Dirlo oggi, forse, ha una valenza diversa rispetto a quando, secondo una sorta di leggenda, queste parole vennero pronunciate da Marina Raskova al cospetto di Stalin. Siamo nel 1941, Marina Raskova è un'aviatrice ammirata da chiunque in Russia oltre ad essere ufficialmente riconosciuta come eroina sovietica; è una donna d'acciaio, determinata e caparbia. Chiede di incontrare CONTINUA...

Rubini Roberta

Sorrisi e lacrime. La guerra di Riccardo

"Il primo ringraziamento va a mio nonno Riccardo che fin da quanto ero piccola amava raccontarmi la «sua guerra». Tanto di ciò che ho scritto è frutto dei suoi appassionati racconti e delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri che li hanno accompagnati". I ringraziamenti finali di Roberta Rubini si aprono col doveroso riconoscimento alla testimonianza e ai racconti di suo nonno Riccardo. Fin dalle primissime pagine di questo libro trasuda la presenza di una memoria di famiglia. Si percepisce, in maniera nitida, l'esistenza di una voce narrante che è, o è stata, necessariamente vicina...CONTINUA...

Sukkar Sumia

Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra

Ho terminato la lettura de "Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra" qualche giorno fa. Nel frattempo ho letto un altro libro: "Il cervello autistico" di Temple Grandin con Richard Panek (Adelphi). Due letture apparentemente distanti ma che, in realtà, si intersecano perfettamente considerando che Adam, il ragazzino quattordicenne protagonista oltre che voce narrante del libro della...CONTINUA...

Rovelli Marco

La guerriera dagli occhi verdi

Ho voluto vederli subito gli occhi verdi di Avesta. Appena terminato il libro di Marco Rovelli sono andata alla ricerca del volto di questa donna e, tra i grovigli di internet, l'ho trovato in fretta. Eccola Avesta. Un paio d'occhi che riverberano il colore della divisa da guerriera. Un viso sottile, segnato da quella che definisco l'algebra perfetta delle rughe, linee che raccontano un'esistenza d'azione e pensieri. Mascolina, decisamente. Non sembrano pervenire tracce di debolezza o di smarrimento. Non oso neppure immaginare cosa abbiano visto quegli occhi verdi. Invece Marco Rovelli lo ha fatto...CONTINUA...

Laginja Ksenja

Praticare la notte

In poesia decisivo è il silenzio. Decisivo per il poeta, perché il silenzio è laddove germina la parola poetica; decisivo per il lettore che, per rendere possibile l’ascolto, deve fare silenzio e vuoto dentro di sé. Così in questa raccolta di Ksenja Laginja, “Praticare la notte”, edita nel novembre 2015 da Giuliano Ladolfi Editore e introdotta da Gianni Priano, si esplora -  con una scrittura di grande duttilità e morbidezza, fatta di versi rapidi e rapiti -  una dimensione in cui il silenzio è raccontato come una sfida alle possibilità delle parole, loro limite,  ma anche loro vertigine...CONTINUA...

Zerocalcare

Kobane calling

Ho letto tutto di Zerocalcare, credo di essere preparatissimo sulla sua poetica e sul suo stile, magari prima di morire ci scrivo un libro. In una precedente recensione affermavo che i suoi fumetti sono letteratura, molto più letteratura di tanta carta straccia travestita da libro e diffusa a suon di fanfare dal gigante Monnezzoli. Kobane Calling CONTINUA...

Bertante Alessandro

Gli ultimi ragazzi del secolo

Durante la lettura di Gli ultimi ragazzi del secolo ho provato interesse, rabbia, divertimento, curiosità, fastidio, disillusione, partecipazione, mi sono trovato a volte in accordo e altre in disaccordo, e non sono poi molti i libri capaci di farmi qualcosa del genere, al di là del piacere o meno che possa aver avuto leggendo. È un romanzo, autobiografico, che invita al confronto, se non proprio al conflitto, fin dalla copertina, con l'immagine...CONTINUA...