Categoria: Israele

Wiesel Elie

Cinque figure bibliche

Giosuè, Elia, Saul, Geremia e Giona. Ecco le cinque figure bibliche descritte da Elie Wiesel in questo libro. Nella sostanza le biografie di cinque uomini. Perché Giosuè, Elia, Saul, Geremia e Giona prima di divenire personaggi biblici sono uomini. Uomini come tanti: difettosi, timorosi, iracondi o fallibili. Wiesel ce li fa conoscere uno alla volta dedicando ad ognuno di loro uno studio che va ben oltre la semplice analisi storica o biblica. Wiesel approfondisce il carattere, la psiche, l'indole e la personalità di ognuno. Si addentra nei loro animi muovendosi con agilità tra le Sacre Scritture...CONTINUA...

Oz Amos

Scene dalla vita di un villaggio

Ci sono libri che ti vengono incontro da soli. Magari perché una sera, mentre dai un'occhiata alla bancarella di libri usati, il libraio ti riconosce e ti dice: "Tu sei quella che legge gli scrittori ebrei!". E' passato un anno, ma lui si ricorda di me. Perché, come mi spiega, sono l'unica a comprare libri dalle copertine improbabili, scritti da autori dai nomi altrettanto improbabili. "Pensavo che quei libri non li avrei mai venduti… erano veramente brutti da vedere". Capisco cosa intende. Nel frattempo è impegnato a rivestire di cellophane "Scene dalla vita di un villaggio" di Amos Oz. "Questo...CONTINUA...

Yehoshua Abraham

Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare

“Parla poco e ascolta assai, e giammai non fallirai”. Un proverbio come questo dovrebbe rappresentare “il buon senso de’ popoli condensato” (Niccolò Tommaseo). Questa la teoria. La pratica ci dice ben altro, soprattutto quando l’argomento investe passioni politiche o antiche e sempre verdi idiosincrasie. Alcuni esempi, dove le parole in libertà abbondano senza incontrare il buon senso, ce li ha ricordati Abraham B. Yehoshua col suo “Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare”. Molti di voi avranno letto, ascoltato, discusso in occasione di celebrazioni quali la Giornata della Memoria del...CONTINUA...

Schiavulli Barbara

Le farfalle non muoiono in cielo

Chi non sapesse nulla di Barbara Schiavulli e leggesse "Le farfalle non muoiono in cielo" può facilmente intuire che ci troviamo di fronte alla penna di una cronista di guerra. Una donna che possiede una discreta confidenza con i conflitti e ne conosce gli aspetti più tragici e contorti. Gli attentati, in numerosi Paesi del Medio Oriente (e non solo), sono pane quotidiano. La pratica di "attentare" la vita di persone innocenti, purtroppo, è uno degli strumenti messi in atto per combattere il nemico. Israele e Palestina. Entità che sembrano costrette ad una guerra che pare infinita. Ragazzi nati...CONTINUA...

Castel-Bloom Orly

Textile

E' uscito nell'aprile 2011, per i tipi di Atmosphere, il romanzo "Textile" della scrittrice israeliana Orly Castel-Bloom. Una storia contemporanea che la vita di una borghesissima famiglia di Tel Aviv, meglio: del quartiere Tel Baruch nord di Tel Aviv che "benché sia stato edificato in un batter d'occhio e sia completamente nuovo, emana vecchiaia e stabilità, in barba alla transitorietà dell'esistenza". Un meraviglioso, posticcio, lussureggiante quartiere adatto ad ospitare persone in vista proprio come i protagonisti di "Textile". Il "tessuto", infatti, ha qualche attinenza con il romanzo...CONTINUA...

Arendt Hannah

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Non è una lettura facile, “La banalità del male”. Pretende concentrazione, lucidità, accortezza. La Arendt è minuziosa e solerte, elenca nomi, ricorda dettagli, spiega retroscena, introduce date e fatti innestandoli con maestria in quello che vuole essere un resoconto (anche se è molto di più) del processo a cui, nel 1961, fu sottoposto Otto Adolf Eichmann. Il libro è stato pubblicato nel 1963 assemblando i reportage che Hannah Arendt aveva redatto, seguendo il processo, come inviata del New Yorker a Gerusalemme. Perché Eichmann fu processato proprio a Gerusalemme dopo che i servizi segreti...CONTINUA...

Oz Amos

Contro il fanatismo

Università di Tubinga in Germania, 17, 21 e 22 gennaio 2002. Amos Oz tiene, nell'ateneo tedesco, tre interventi. Il saggio "Contro il fanatismo" non è che il frutto e il riassunto delle tre lezioni dello scrittore israeliano. L'11 settembre del 2001, quindi solo quattro mesi prima, gli Stati Uniti hanno subito l'attacco terroristico più violento della loro storia. Il mondo conosce, come mai aveva fatto prima, l'estremismo islamico e il suo inquietante potere. Il fanatismo viene vissuto da tutti con profonda e giustificata angoscia. Ed è proprio del fanatismo, delle sue innumerevoli forme,  delle...CONTINUA...

Citati Pietro

Israele e l’Islam. Le scintille di Dio

“Nessuno meglio che Tabarī, devoto musulmano sunnita, può rivelarci come le due civiltà religiose, che oggi si combattono miseramente, siano sorte l’una sull’altra, avviticchiate come due alberi che uniscono le loro radici. L’Islam adottò con amore le grandi figure dell’Antico Testamento: Adamo, Abramo, Giuseppe, Mosè, Salomone: se ne impadronì, le ritoccò, le trasformò; e ora abbiamo la sensazione che gli uomini abbiano ascoltato due volte la stessa musica – sempre la stessa musica, la seconda volta orchestrata così diversamente da incantarci con il suo splendore...CONTINUA...

Yehoshua Abraham

Tre giorni e un bambino

Un racconto. Tra i più interessanti di Yehoshua. “Tre giorni e un bambino” è stato scritto nel 1965. Tre giorni sono quelli in cui un giovane laureando in matematica, Ze’ev, si impegna a tenere con sé un bambino, il figlio di Haya, la donna di cui, nonostante il tempo e gli eventi, rimane innamorato. Ze’ev lavora come insegnante a Gerusalemme, vive in un appartamento con Yael, compagna perennemente impegnata nei suoi studi di botanica, e che non ama: tra noi non c’è amore, ci comprendiamo a meraviglia. […] I nostri sguardi si incontrano e passiamo subito oltre. Tanta è la...CONTINUA...

Gresh Alain

Israele, Palestina. La verità su un conflitto

La quarta di copertina prometteva molto bene: “Un libro che rifiuta la solidarietà astratta con uno dei contendenti - anche se non nasconde la simpatia per la causa palestinese – e abbraccia la tesi che nessuno dei due è investito da una missione superiore”. Non solo: si ribadisce che il libro nasce dalla volontà di stabilire principi oggettivi, indiscutibili su cui fondare una seria discussione e cercare una soluzione al conflitto israelo-palestinese. Alain Gresh, caporedattore di “Le Monde diplomatique” con questa sua opera pare essersi prefissato un obiettivo fin troppo ambizioso e ben sintetizzato...CONTINUA...