Categoria: lankelot

Predosin Davide, Sperduti Carlo

Lo Sturangoscia

Alessandro Sesto, nella prefazione al libro, ci racconta come davvero Davide Predosin, l’inventore di “Alcuni stupefacenti casi tra cui un gufo rotto”, e Carlo Sperduti, l’autore di “Un tebbirile intanchesimo e altri rattonchi”, si siano scambiati delle lettere - immaginiamo delle mail - e poi da questo carteggio sia scaturito con estrema naturalezza “Lo Sturangoscia”. Una bella idea questa di suscitare una sorta di rivalità tra due scrittori che hanno già dato dimostrazione di maneggiare con disinvoltura storie anarchiche e surreali; e che così, senza accordi preventivi su trama e struttura, hanno...CONTINUA...

Ray Kalyan

Una casa di acqua e cenere

A quanto pare il titolo del romanzo di Kalyan Ray, “Una casa di acqua e cenere”, è stato preferito all’originale “No Country”, che pure prende spunto da una nota poesia di Yeats, probabilmente per motivi commerciali e in considerazione della scarsa frequentazione del lettore italiano con le opere dello scrittore irlandese. Comunque sia il significato non cambia poi molto, lo ha chiarito lo stesso Kalyan Ray in una recente intervista: “casa” intesa come ricerca di un luogo di appartenenza, “acqua” come vita, e “cenere” simbolo della morte. Elementi propri di un lungo racconto dalla struttura circolare...CONTINUA...

Rance Didier

Albania. Hanno voluto uccidere Dio

La storia dell’Albania del dopoguerra, come sappiamo, è una lunga via crucis nella miseria umana e materiale imposta per decenni da una folle dittatura comunista; ma, malgrado non tutti ricordino, è anche la parabola sanguinosa di un regime totalitario che si compiaceva del titolo di “primo stato ateo del pianeta”. Il libro del diacono francese Didier Rance, pubblicato la prima volta nel 1995 per i tipi della francese AED (Aide à l’Église en détresse), è appunto il racconto cupissimo di come, grazie ai buoni uffici di Tito, si sia affermata la satrapia rossa di Enver Hoxha e come questi, ormai...CONTINUA...

Poldelmengo Luca

Nel posto sbagliato

Se per distopia intendiamo la rappresentazione di una società “indesiderabile sotto tutti i punti di vista”, ambientata in un futuro prossimo o in un presente alternativo, allora nel romanzo di Luca Poldemengo di questi elementi indesiderabili ne troviamo davvero tanti; ad iniziare dai personaggi che tirano le fila della vicenda, non classificabili semplicemente in buoni e cattivi, meglio in disturbati e disturbanti. Possiamo intuire quindi che il “posto sbagliato” del titolo non è soltanto riferito ai poveri disgraziati che scopriremo testimoni inconsapevoli...CONTINUA...

Predosin Davide

Alcuni stupefacenti casi tra cui un gufo rotto

Hanno scritto bene in quarta di copertina evitando la parola “racconti” e limitandosi a “brevi, a volte brevissime storie”. Una voluta ed opportuna vaghezza perché dentro “Alcuni stupefacenti casi tra cui un gufo rotto”, se proprio vogliamo usare delle categorie note, c’è davvero un po’ di tutto: dal microracconto, al racconto breve, a composizioni di poche righe che possono ricordare il precedente illustre della “frottola” e tale – citiamo la Treccani – da rappresentare un “affastellamento di pensieri e di fatti bizzarri, senza nesso o quasi tra loro”. Forse è proprio la parola “casi” del titolo...CONTINUA...

Repetto Giovanna

L’alibi della vittima

Coloro che hanno una qualche frequentazione col cosiddetto “giallo” ad enigma sanno in genere come funziona: un delitto, magari in una camera chiusa o comunque in condizioni apparentemente impossibili, l’intervento di un investigatore, a volte geniale, a volte solo fortunato ed improvvisato, un’inchiesta dove diversi personaggi sono messi sotto torchio, ed infine, dopo aver sistemato per bene tutti i pezzi del mosaico, la scoperta dell’assassino. Diverso discorso nel cosiddetto “noir”, dove, pur rimanendo in piedi il meccanismo del colpo di scena, difficilmente troveremo il ristabilimento dell’equilibrio...CONTINUA...

Pizzarotti Federico, Serafini Marta

Il primo cittadino

Il libro “Il primo cittadino”, ovvero Federico Pizzarotti, in parte è rappresentato da una lunga intervista al giovane sindaco di Parma targato 5 Stelle, ed in parte da interventi della giornalista Marta Serafini: viene così delineata la figura di un militante, tra l’altro piuttosto distante dalla consueta rappresentazione grillina, che, malgrado l’ampiezza dei consensi ricevuti, è entrato con passo felpato nelle stanze del potere. Era la prima volta, a partire dal 21 maggio 2012, che un candidato del MoVimento 5 Stelle diventava sindaco di una città italiana, e per di più con una vittoria al ballottaggio...CONTINUA...

Schena Roberto

Storiacce padane

Schena Roberto “La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni” (pag. 90). Questa una delle tante perle dell’On. Calderoli che vengono ricordate in “Storiacce padane” di Roberto Schena. E fin qui nessuna particolare novità: avevamo già letto ben altre antologie di raffinatezze padane ed ormai certe espressioni disinvolte non ci stupiscono. E’ vero però che il libro di Roberto Schena, già redattore e poi caporedattore della Padania, quanto meno ha avuto il merito di aggiungere qualcosa di inedito alla pubblicistica sulla...CONTINUA...

Rigoulot Pierre

Corea del Nord. Fame e atomica

Il nome di Pierre Rigoulot in copertina non c’aveva ben disposto, bisogna ammetterlo: lo storico e giornalista francese, come tanti comunisti pentiti, è passato alla sponda opposta e, come spesso succede, il rischio è poi di assistere ad uno speculare radicalismo, questa volta dal lato anticomunista. Rigoulot, leggiamo dalle biografie, è adesso ascritto alla corrente dei neoconservatori e probabilmente degli atlantisti senza se e senza ma. Posizione che potrebbe suscitare diffidenze in molti lettori riguardo analisi geopolitiche che comunque toccano temi ideologici. In realtà, se si fa bene il...CONTINUA...

Raimondi Luca

Se avessi previsto tutto questo

Onestamente non ricordo come sia stata definita quella corrente letteraria (c’è però chi metterebbe il “letteraria” tra virgolette) che ha fatto capo a Brizzi e a tutti quegli autori che scrivevano dei loro sfigatissimi coetanei. Comunque si sia chiamata, visti certi risultati non proprio strepitosi anche se confortati da un grande successo di vendite, è plausibile che alcuni lettori, quelli meno sensibili al mainstream, nel leggere di un nuovo romanzo italiano “generazionale” e con protagonisti appunto giovani, tardo adolescenti, possano rimanere un po’ diffidenti. Diffidenza comprensibile, ma...CONTINUA...