Categoria: mafia

Calapà Giampiero

Mafia Capitale

Il libro di Giampiero Calapà, pubblicato all’indomani degli arresti del “Cecato” e dei suoi compari, è chiaramente quello che si suol dire un “instant book”; e probabilmente, viste le indagini in corso, una nuova edizione di “Mafia Capitale” dovrebbe essere arricchita da parecchie altre vicende di delinquenza e corruzione politica. Ma anche se non fossero in programma altri aggiornamenti c’è da pensare che quanto raccontato riguardo la fogna romana rimarrà anche nei mesi a venire un efficace ritratto dell’Italia renzusconiana. Dicono tutto le parole di Gian Carlo Caselli, autore dell’introduzione...CONTINUA...

Iantosca Angela

Onora la madre. Storie di ‘ndrangheta al femminile

Ho già letto di 'ndragheta negli anni scorsi. Una buona immersione nel tema è avvenuta grazie ad un paio di libri di Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso, noti esperti in materia. Cosa facciano le donne dentro la 'ndrangheta, però, non era ben chiaro. L'argomento, di solito, viene appena sfiorato. Il libro di Angela Iantosca, che fa costantemente riferimento a verbali, documenti, tradizioni, rituali, testimonianze, parole e atti giudiziari, è invece interamente dedicato al fenomeno e spiega la 'ndrangheta partendo dalle storie e dalle figure di donne che, inevitabilmente, popolano e servono le 'ndrine...CONTINUA...

Lancisi Mario

Don Puglisi. Il Vangelo contro la mafia

Non sappiamo come siano andate le presentazioni di “Don Puglisi. Il Vangelo contro la mafia” e non sappiamo nemmeno come sia stato accolto il libro, se sia piaciuto o meno, ma possiamo scommettere che all’autore, Mario Lancisi, almeno siano state risparmiate le polemiche che vengono fuori ogni qual volta c’è di mezzo una beatificazione o una canonizzazione. Sappiamo bene che dalle nostre parti le diatribe tra clericali ed anticlericali viaggiano su livelli molto modesti, banali a voler essere cortesi. Nel caso di Don Puglisi, martire di mafia, c’è da augurarsi davvero che si sia passati oltre....CONTINUA...

Capaldo Giancarlo

Roma mafiosa. Cronache dell’assalto criminale allo Stato

E’ lo stesso magistrato Giancarlo Capaldo, attualmente procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica, che in premessa ha spiegato con molta chiarezza la finalità del suo libro: “E’ un testo Roma-centrico perché, se da un lato, sottolinea come le mafie non siano un problema confinabile nelle regioni d’origine […] dall’altro vuole dimostrare come il loro approdo a Roma non abbia significato solo la conquista di un ennesimo territorio, per quanto strategicamente importante, ma anche e soprattutto l’occupazione di importanti spazi di potere politico” (pag. 13). Punto di partenza cronologico...CONTINUA...

Sciascia Leonardo

La storia della mafia

Leonardo Sciascia ha scritto "La storia della mafia" nel 1972. Nello stesso anno il breve saggio fu pubblicato nella rivista "Storia illustrata". E' stato ripresentato nel 1976 su "Libération" e, più tardi, nel 1986, è stato incluso nel libro di Fabrizio Calvi "La vita quotidiana della mafia dal 1950 ad oggi". Da quel momento de "La storia della mafia" non si hanno più notizie. Fino al 2013, almeno: la rediviva casa editrice Barion, marchio editoriale nato tra le due Guerre e rilevato, negli anni sessanta, da Ugo Mursia, ha recuperato l'interessante scritto di Sciascia e lo ha riportato alla luce...CONTINUA...

Mugno Salvatore

Una toga amara. Giangiacomo Ciaccio Montalto, la tenacia e la solitudine di un magistrato scomodo

Ci sono alcune parole ricorrenti, usate ogni qual volta si parla e si scrive delle vittime di mafia, magistrati su tutti: solitudine, isolamento. Ormai conosciamo gli ostracismi ai quali furono sottoposti Falcone e Borsellino, mentre avevamo una conoscenza molto parziale delle vicende che videro protagonista  il pubblico ministero Giangiacomo Ciaccio Montalto, fino a quel tragico 25 gennaio 1983 quando fu ucciso in un agguato mafioso. A colmare questa lacuna c’ha pensato Salvatore Mugno col suo libro “Una toga amara”. Giangiacomo Ciaccio Montalto ci viene raccontato nei suoi aspetti più personali...CONTINUA...

Cassarubea Giuseppe, Cereghino Mario Josè

La scomparsa di Salvatore Giuliano

La morte di Salvatore Giuliano, in considerazione che nel 2010 i pubblici ministeri palermitani su iniziativa di Casarrubea e Cereghino hanno permesso di riaprire la bara del bandito, credo sia giustamente definibile come un cold case all’italiana. Atmosfera da cold case confermata in pieno da quando ci si è accorti della sparizione del fascicolo contenente i risultati dell'autopsia sul cadavere di Giuliano. “Di sicuro c’è solo che è morto”  è la frase ad effetto di Tommaso Besozzi, il giornalista dell’Europeo, pronunciata all’indomani di quel 5 luglio 1950 e riportata ogni volta che si tornava...CONTINUA...

Caselli Gian Carlo

Le due guerre. Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia

Se l’intento di Gian Carlo Caselli fosse stato soltanto quello di rispondere alla domanda del titolo “Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia” allora forse non c’era bisogno di scrivere un intero libro. Bastava ricordare l’adagio montanelliano “mafia non mangia mafia”. Il libro, edito nel 2009 e ideale premessa al più recente “Assalto alla giustizia”, rappresenta qualcosa di più, una sorta di biografia professionale: a partire dal 1974 (“la mia vita  - e quella della mia famiglia – cambia quel giorno di maggio del 1974”), anno nel quale Caselli divenne “il giudice istruttore delle...CONTINUA...

Deaglio Enrico

Il vile agguato

E’ alla fine del libro, quando Deaglio si dedica ai “ringraziamenti”, che si coglie in maniera esplicita lo spirito che ha animato l’autore nello scrivere “Il vile agguato”: “ho proposto questo libro a Feltrinelli nel febbraio scorso, colpito dall’oscenità raggiunta dopo vent’anni nell’affaire Borsellino. Innocenti condannati all’ergastolo, un pentito fabbricato tra lusinghe e torture, il più grande depistaggio della nostra storia, lo scempio che è stato fatto del cadavere di Paolo Borsellino, della nostra buona fede, della nostra intelligenza”. “Il vile agguato”  si rivela non tanto il racconto...CONTINUA...

Caselli Gian Carlo

Assalto alla Giustizia

C’è una persona, anche se forse non proprio l’unica, ad essersi meritata in questi anni gli epiteti prima di “fascista”, poi di “comunista” ed infine di “mafioso”: Gian Carlo Caselli, l’attuale procuratore capo presso la Corte d’Appello di Torino. “Assalto alla Giustizia” ci spiega, con grande chiarezza, perché un magistrato, onesto e coraggioso come lui, negli anni sia stato fatto oggetto di insulti in serie. Nessun vittimismo ma analisi oggettiva di come è stata intesa la Giustizia in Italia soprattutto a partire dal Fascismo fino ai giorni nostri, quelli dell’altro Ventennio: l’era berlusconiana...CONTINUA...