Categoria: Melodramma

Del Monaco Mario

Decca recitals 1952-1969

Operazioni come quelle della Decca e del suo cofanetto "Original Masters" non sempre permettono di farsi un'idea compiuta delle qualità, o dei difetti, dell'artista dedicatario del CD: la selezione non è ragionata ma è semplicemente presa pari pari dall’archivio della casa discografica e quindi risulta non più di una legittima ed a volte apprezzabile operazione commerciale. Rappresentano semmai delle eccellenti occasioni per rimpinguare la propria discoteca con un prodotto a basso prezzo, sufficientemente ricco di notazioni e nemmeno disprezzabile quanto a confezione. Una raccolta dove, accanto...CONTINUA...

Krausser Helmut

I demoni di Puccini

Il “potente cacciatore di uccelli selvatici, libretti d’opera e belle donne”, come si definiva lo stesso Puccini, il più celebre compositore italiano dopo Verdi, nelle pagine di Helmut Krausser viene rappresentato non semplicemente come geniale, cinico ed impenitente donnaiolo.Puccini donnaiolo e perennemente infedele lo era davvero, ma quello che emerge dall’opera di Krausser è la storia di un uomo che, idolatrato per le sue doti artistiche, da buon cacciatore, pur non lasciandosi sfuggire generose prede femminili (spesso loro stesse cacciatrici), rivelava poi inaspettate fragilità, un animo malinconico...CONTINUA...

Corbiau Gerard

Il maestro di musica

All’inizio del secolo scorso il mondo dell’opera è scosso quando, inaspettatamente, il grande cantante Joachim Dallayrac (Josè Van Dam) annuncia il suo ritiro dalle scene. Il suo impegno d’ora in poi sarà dedicato all’insegnamento, coadiuvato da Estelle sua partner pianista: inizialmente sua unica allieva è Sophie (Anne Roussel) giovane figlia di un amico, musicalmente dotata, fisicamente molto appetibile ed innamorata di lui. Alla soprano verrà ad aggiungersi presto Jean, un ladruncolo salvato da un linciaggio e dotato di una sorprendente voce tenorile (P. Volter): reclutato in maniera alquanto...CONTINUA...

Moffo Anna

Recital

Probabile che il nome dell’americana Anna Moffo  non risulterà del tutto sconosciuto: non soltanto una celebre soprano, ma,  grazie ad una presenza fisica che non passava inosservata, fu attrice cinematografica ed inquieta protagonista delle cronache rosa. Meglio però fare un passo indietro e dare qualche dritta biografica e soprattutto artistica. Nata a Wayne – Pennsylvania nel 1935, si dedicò precocemente allo studio della musica sotto la guida di Eufemia Giannini Gregory: un diploma in violoncello dimostra una preparazione musicale inconsueta in gran parte dei cantanti del tempo, almeno...CONTINUA...

Melchior Lauritz

Arias and duets

Immagino vi sarà capitato di sentire di una fantomatica “epoca d’oro della lirica”. Al di là dell’uso strumentale e commerciale che viene fatto di queste espressioni, non è poi così campato in aria parlare di un periodo splendente e – forse - irripetibile, visto che al tempo furoreggiavano cantanti come Lauritz Melchior, di cui gli attuali interpreti non hanno proprio nulla da invidiare quanto a preparazione musicale e tecnica, ma spesso molto sotto l’aspetto propriamente vocale. Il nostro (Copenhagen 1890 – Los Angeles 1973), “tromba d’argento”, intraprese la carriera canora inizialmente come...CONTINUA...

Corelli Franco

Songs and Arias

E' sempre complicato scrivere qualcosa di coerente e non ripetitivo quando si ha sottomano un Cd come "Song & Arias", con un protagonista d'eccezione come il grande tenore Franco Corelli: alle lodi per l'interprete, quasi sempre inevitabili, si aggiungono, anch'esse frequenti, le perplessità per l'operazione l'editoriale in quanto tale. In parte il concetto è lo stesso di quando qualche (sano) purista ha mostrato pollice verso al trio di Caracalla e relative propaggini canzonettistiche: un qualcosa che di operistico ormai non aveva nulla e dispensava soltanto cattivo gusto a buon mercato....CONTINUA...

Verdi Giuseppe, von Karajan Herbert

Il Trovatore (Salisburgo 1962)

Gli studi verdiani sul “Trovatore” sono innumerevoli, le interpretazioni dell’opera altrettante, sintetiche guide all’ascolto per neofiti non mancano: fiumi d’inchiostro sono stati spesi per quella che è stata considerata (anche) un’opera regressiva, più arretrata rispetto Rigoletto e Traviata, una sorta di precipitato dell’immaginario melodrammatico popolare e nel contempo un capolavoro, nonostante gli eccessi fra il sanguinolento ed il melò. L’impeto emozionale del Trovatore non ha fatto velo a discutibili ma non sempre banali disamine di tipo "psico-...CONTINUA...

Puccini Giacomo, Metha Zubin

Turandot (1973)

La Turandot, frutto di un progetto talmente ambizioso che forse frenò lo stesso impeto compositivo di Puccini, proprio in virtù di questa sua complessità, più di altre è stata definita opera ricca di molteplici possibilità espressive. “Possibilità” non significa che concretamente, da quel lontano 1926 ai giorni nostri, teatri e sale d’incisione non ci abbiano offerto molte concertazioni che si distaccassero da una visione interpretativa tradizionale, tutta sfarzo e potenza vocale. Fermo restando che contraddittorietà non è necessariamente sinonimo di negatività ma semmai può essere motivo...CONTINUA...

Verdi Giuseppe, Gavazzeni Gianandrea

Simon Boccanegra

Tradimenti, agnizioni, vendette, rapimenti, assassinii, lo sappiamo bene, sono gli ingredienti più tipici del teatro romantico; almeno nel sentire comune. A questo schema apparentemente non si sottrae neppure il Simon Boccanegra, tratto, come il più noto Trovatore, da un dramma di Antonio Garcia Gutierrez; ma il nostro Giuseppe Verdi negli anni cinquanta del XIX secolo (la prima edizione del Simone è del 1857) era tutto preso da uno spirito di sperimentatore e di conseguenza l'articolazione tradizionale del melodramma italiano (un soprano ed un tenore che si amano, un baritono antagonista, spesso...CONTINUA...

Jacquot Benoit

Tosca

La Tosca ovvero la difficoltà di recensire un film opera, ibrido di incerta definizione: necessiterebbero più che mai solide competenze musicali, non solo cinematografiche, ed apertura mentale; cosa che quasi mai accade. L’estetica di un cinefilo, soprattutto se digiuno di musica, in genere ha poco a che spartire con la sensibilità propria di un melomane un niente niente tradizionalista (penso agli inverecondi articoli di un Carabba). Il metro di giudizio di chi ha familiarità col melodramma, incentrato sull’aspetto musicale, meno sulla credibilità fisica dei protagonisti, sulle rigidità forse...CONTINUA...