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Reno
Chi dei lettori ha già letto un romanzo di Willy Vlautin, dovrebbe avere una mezza idea di cosa aspettarsi, per gli altri, forse meglio avvertirli da subito, non si tratta di un romanzo felice.
Si tratta però indubbiamente di un romanzo ben scritto, di un autore che si sta velocemente affermando come uno dei più acuti scrittori statunitensi contemporanei. Potete trovare la recensione della maggior parte dei suoi romanzi proprio qui su Lankenauta.
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Willy Vlautin sembra ormai essersi affermato come il narratore contemporaneo degli Stati Uniti dimenticati, gli Stati Uniti della periferia, dove niente è regalato, dove sembra impossibile crearsi una vita migliore di quella che si ha quando si nasce, dove lasciarsi andare sembra la scelta più facile e cambiare città è l’unica possibilità di redenzione dagli errori passati.
Il sottoscritto ha recensito già due dei sei romanzi di questo autore proprio qui su Lankenauta, CONTINUA...
Un libro che ha il sapore dei vecchi romanzi che parlano degli ultimi e dei dimenticati, degli “sbandati”: quei personaggi che ritroviamo nei romanzi di Charles Dickens, Jack Kerouac, Charles Bukowski e Bruce Chatwin, o nelle canzoni di Woody Guthrie, Bob Dylan e Bruce Springsteen.
C’è un’atmosfera particolarmente statunitense, non americana, perché ad onor di geografia, l’America è ben più grande dei soli Stati Uniti: ci troviamo in quelli che sembrano i primi anni ’90, a Reno, nello...CONTINUA...
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