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teatro
Sesso, violenza, Sud. C’è un’eco del teatro di Tennessee Williams nel dramma “Ferdinando” di Annibale Ruccello, drammaturgo campano morto nel 1986 a soli trent’anni, che molto amava il controverso autore americano. Anche “Ferdinando” mette in scena la lussuria che fa perdere il senno, rapporti di forza tesi tra crudeltà e masochismo, un meridione decadente e febbricitante dove fermentano istinti di rapina (anche se questo non è il profondo Sud americano, ma una vecchia villa borbonica vesuviana, e l’anno è il 1870).
«È cagnata l’èbreca», sospira la baronessa Clotilde dal suo letto di malata...CONTINUA...
C’è un certo consenso di critica attorno a Daniele Timpano e alla sua “Storia cadaverica d’Italia”, trilogia di testi teatrali (“Dux in scatola”, “Risorgimento pop” e “Aldo morto”) in cui l’autore-attore romano mette in scena un tris di cadaveri-monumento (quelli di Mazzini, Mussolini e Moro) a simboleggiare la nostra identità nazionale nata morta. Anche le accuse di apologia di fascismo piovute sul suo “Dux in scatola” all’epoca della sua presentazione al Premio Scenario del 2006 sono presto rientrate quando ai critici è apparso chiaro che la vera vocazione di Timpano non è quella di una rinarrazione...CONTINUA...
Ci si interroga spesso sul concetto di libertà, termine talmente onnicomprensivo, abusato e sovente utilizzato in modo facile e inappropriato. A una vaga “libertà da”, indistinta e generale, liberalistica e giusnaturalistica, pare si sia votato il mondo contemporaneo, quasi in opposizione a una più impegnativa “libertà di”… fare, intraprendere, costruire, creare. Julius Evola, nel libro Gli uomini e le rovine, diceva che “non vi è una astratta libertà generale ma vi sono delle libertà articolate conformi alla propria natura”. Ma...CONTINUA...
Presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, qualche tempo fa, ho visto una mostra intitolata "100 capolavori dallo Städel Museum di Francoforte. Impressionismo, Espressionismo, Avanguardia". Tra le opere esposte ho potuto ammirarne alcune realizzate dai cosiddetti "artisti degenerati". Si tratta di pittori le cui opere vennero considerate inappropriate ed indegne dal regime nazista e condannate alla distruzione. Anche l'arte di Brecht, come quella di altri letterati, poeti e drammaturghi, fu duramente avversata...CONTINUA...
“Il folle cabaret del professor Fabrikant” è stato un regalo. Un gran bel regalo, in tutta sincerità. Un libro che arriva dallo stand delle Edizioni Cargo, direttamente dalla della Fiera della piccola e media editoria di Roma. Il nome di Yirmi Pinkus mi era del tutto ignoto, d'altro canto siamo di fronte ad un'opera prima e Pinkus, in genere, lavora come disegnatore e come graphic journalist. Non a caso tra le pagine del libro si trovano diverse illustrazioni realizzate dallo stesso autore.
“Il folle cabaret del professor Fabrikant” ha lo straordinario potere di catapultare il lettore...CONTINUA...
Ha perfettamente ragione Gian Carlo Caselli quando nella prefazione di “Nomi, cognomi e infami” ci ricorda che la resistenza alle mafie parla molte lingue. Spesso ce lo dimentichiamo perché probabilmente, immersi nella propaganda e amnesie da disinformazione, non si sta troppo a sottilizzare. Importa semmai la sostanza di quello che viene raccontato, nella considerazione che la mafia prima che esercizio letterario, al di là degli stili e sensibilità, è un cancro della vita civile; e come tale va curata con tutte le medicine a disposizione. L’attore Giulio Cavalli ha appunto scelto ormai da anni...CONTINUA...
Una pièce teatrale. Due soli personaggi ed un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come Vargas Llosa vuole farci intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto, chiunque può immaginare di essere chiunque.
Londra. Prestigioso hotel cittadino. Chisaps, un ricco uomo d’affari peruviano, è nella sua stanza. Apre la porta ad una donna. Lei è Raquel. Dice di essere la sorella di Pirulo Saavedra. Una donna piacente ed affascinante che giunge improvvisamente: Ho visto sul Financial Times che eri qui, per questa riunione. E all’improvviso ho avuto voglia di vederti, di ascoltare la...CONTINUA...
Un brevissimo libro e due testi diversi. Il primo, “Dove sei Mathias”, è un racconto; il secondo, “Line, il tempo”, è una pièce teatrale. L’infanzia, con le sue paure, le parole, le ossessioni, il fluire diverso del tempo, è elemento comune e rimane, in ogni caso, argomento essenziale e costante delle opere della Kristof.
In “Dove sei Mathias?” ritroviamo uno stile onirico e, per certi versi, “delirante”. Non è facile capire dove inizi il sogno e dove, invece, si approdi al reale. Ma è esattamente questo “sfumato”, questa intrigante inafferrabilità che rende tanto affascinante la lettura del...CONTINUA...
“Processo a Gesù” è un dramma teatrale estremamente essenziale e profondo. L’idea venne a Fabbri nel 1947, quando lesse in una nota a piè di pagina di una Vita di Cristo che alcuni giuristi anglosassoni si erano posti, fin dal ’29, il problema del processo a Gesù e si erano in seguito recati a Gerusalemme per ricelebrarlo pubblicamente. La sentenza era poi stata d’assoluzione.
Ecco allora che un gruppo di attori ebrei – l’anziano Elia, sua moglie Rebecca, Sara, Davide e, prima della sua morte...CONTINUA...
Io non ho letto il libro-inchiesta di Petri sui fatti di via Savoia del gennaio 1951, né visto il film che De Santis ne ha tratto. Ho assistito a questo spettacolo un martedì di febbraio. La riduzione del testo è stata approntata dalla Mitipretese, compagnia di quattro donne, attrici e registe di se stesse. Lo spettacolo ha vinto il premio Eti-gli Olimpici, nel 2007, come miglior spettacolo di innovazione. Ora, a dire il vero, tutta questa “innovazione” non ce l'ho vista, anche se mi è piaciuto molto.
Tutto inizia a luci accese, palco agghindato con lenzuola...CONTINUA...
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