Categoria: turchia

Rovelli Marco

La guerriera dagli occhi verdi

Ho voluto vederli subito gli occhi verdi di Avesta. Appena terminato il libro di Marco Rovelli sono andata alla ricerca del volto di questa donna e, tra i grovigli di internet, l'ho trovato in fretta. Eccola Avesta. Un paio d'occhi che riverberano il colore della divisa da guerriera. Un viso sottile, segnato da quella che definisco l'algebra perfetta delle rughe, linee che raccontano un'esistenza d'azione e pensieri. Mascolina, decisamente. Non sembrano pervenire tracce di debolezza o di smarrimento. Non oso neppure immaginare cosa abbiano visto quegli occhi verdi. Invece Marco Rovelli lo ha fatto...CONTINUA...

Zerocalcare

Kobane calling

Ho letto tutto di Zerocalcare, credo di essere preparatissimo sulla sua poetica e sul suo stile, magari prima di morire ci scrivo un libro. In una precedente recensione affermavo che i suoi fumetti sono letteratura, molto più letteratura di tanta carta straccia travestita da libro e diffusa a suon di fanfare dal gigante Monnezzoli. Kobane Calling CONTINUA...

Günday Hakan

A con Zeta

"A con Zeta" (titolo originale "AZ") è un romanzo inconsueto. L'ho trovato stupefacente ma anche grottesco, sproporzionato ma anche cinico, impertinente ma anche molto amaro. In certe scene mi è sembrato di ritrovare tracce di Tarantino, in certe altre un fumettone a tinte forti, in altre ancora è quasi trash. Insomma una mescolanza sicuramente molto stravagante ma, tutto sommato, ben concepita capace di lasciare il lettore costantemente in bilico tra l'ammirazione e il raccapriccio. Alla fine, comunque, penso che Hakan Günday, scrittore di sangue turco nato a Rodi nel 1976, si possa leggere con...CONTINUA...

Arslan Antonia

La strada di Smirne

“Da qui riprende il filo del racconto lasciato sospeso nella Masseria delle allodole.” Ne “La strada di Smirne” ci sono tutti. Meglio: ci sono coloro i quali sono riusciti a sopravvivere all'olocausto del 1915. Sempad, il gentile farmacista armeno, è stato massacrato assieme a buona parte dei suoi figli maschi. Le tre figlie femmine, insieme alla loro mamma Shunshanig, alla zia Azniv e al piccolo Nubar, scampato all'eccidio solo perché travestito da bambina, fuggono dalla loro amatissima terra e cercano rifugio in Italia, da Yerwant. Lui, fratello del buon Sempad, è un medico...CONTINUA...

Pamuk Orhan

Il mio nome è rosso

Istanbul, anno 1591. Un uomo è stato ucciso e gettato in un pozzo. E’ lui a raccontarci la propria morte nel primo capitolo del libro. Raffinato Effendi, questo il suo nome, lavorava come miniaturista. Il suo compito era quello di realizzare le splendide dorature che arricchiscono gli eleganti e preziosi libri del Sultano. Ma chi lo ha ucciso? E perché lo ha fatto? Con questo misterioso omicidio Pamuk apre quello che forse è il suo romanzo più celebre. La sensazione è che l’autore abbia voluto tingere di giallo la vicenda narrata solo per renderla più intrigante agli occhi del lettore. In verità...CONTINUA...

Arslan Antonia

La masseria delle allodole

“La masseria delle allodole” è un romanzo tragico e commovente, intriso di nostalgia e di dolore eppure dolce come il ricordo della Patria Perduta – l’Armenia – che risplende in un cielo di sogno, luogo smarrito per sempre, spazzato via dalla crudeltà e dal fanatismo. “La masseria delle allodole” è soprattutto un romanzo necessario non solo perché tratta letterariamente di un evento storico – il genocidio degli armeni nel 1915-16 ad opera dei turchi – che non ha mai avuto giustizia, ma perché...CONTINUA...