Corbiau Gerard

Il maestro di musica

Pubblicato il: 29 Gennaio 2009

All’inizio del secolo scorso il mondo dell’opera è scosso quando, inaspettatamente, il grande cantante Joachim Dallayrac (Josè Van Dam) annuncia il suo ritiro dalle scene. Il suo impegno d’ora in poi sarà dedicato all’insegnamento, coadiuvato da Estelle sua partner pianista: inizialmente sua unica allieva è Sophie (Anne Roussel) giovane figlia di un amico, musicalmente dotata, fisicamente molto appetibile ed innamorata di lui. Alla soprano verrà ad aggiungersi presto Jean, un ladruncolo salvato da un linciaggio e dotato di una sorprendente voce tenorile (P. Volter): reclutato in maniera alquanto improbabile il giovane diventerà una sorta di strumento per impedire che il rapporto professionale con la sua Sophie degeneri in qualcosa di più personale. Nella vicenda fa la sua comparsa l’antico rivale di Dallayrac, il Principe Scotti (P. Bauchau): in cerca di vendetta per quanto accaduto più di vent’anni addietro, questi vuole alterare la reputazione di Dallayrac mettendo in discussione le sue capacità di insegnante ed i talenti dei suoi giovani pupilli. Anche il Principe insegna (Arcas, l’allievo, appare una sorta di schiavetto, sottoposto a minacce ed intimidazioni); occasione della sfida sarà un importante concorso di canto. Malgrado gli intrighi di Scotti, Sophie e Jean trionferanno proprio quando la fine di Dallayrac, che si scoprirà malato, è ormai vicina.

Un soggetto cinematografico definito da eminenti critici quanto meno “sorprendente” (pare che il teatro musicale, quale oggetto misterioso, non sia argomento nelle corde dei Grazzini e C.) per un regista, il belga Corbiau, che pochi anni dopo, con “Farinelli”, è tornato ad affrontare tematiche a lui molto care: il rapporto dell’artista con la vocalità. Quei limiti che furono imputati alla sua opera più famosa a rigore li possiamo rintracciare, ancor più evidenti, proprio nel “Maestro di musica”: la ricostruzione storica seppur curata, una certa cura formale, un’attenzione per l’estetica delle immagini non salva la regia da mancanza di originalità e da una certa freddezza, rilevabile sia nello svolgimento dell’azione che nella stessa direzione degli attori. Eppure il soggetto si prestava ad interessanti sviluppi che invece, nell’economia dei 95 minuti, rimangono appena accennati: la vendetta di Scotti in una atmosfera simil-gotica, la rinuncia all’amore dell’anziano artista, i due giovani che finiscono per amarsi, la presenza della devota Estelle, il mistero di Dallayrac e del suo precoce ritiro. Non senza ragione è stato imputato a Corbiau la responsabilità di aver tradotto un ottimo soggetto in un’opera cinematografica che soffre di una sorta di “estetica da teleschermo”, non priva di fastidiose lentezze. In parole povere nel non averci evitato del tutto il rischio di qualche sbadiglio.

Un film che in una veste di “fiction” televisiva potrebbe fare una sua figura, apprezzato non solo dai melomani più sfegatati, ma anche da quel pubblico comunque sensibile ad una certa eleganza formale. Motivo cogente per la visione del film da parte dei musicofili d.o.c. semmai è la presenza del grande basso-baritono Josè van Dam nel ruolo inconsueto di attore cinematografico, l’unico del cast non doppiato (nel film interpreta Rigoletto, ruolo quanto meno sorprendente per un cantante dalla tessitura particolarmente scura come la sua) e che si produce nell’evidente sforzo di esprimere quello che canta; di Philippe Volter ed Anne Roussel (con le voci di Dinah Bryant e Jerome Pruett) possiamo apprezzare al più un buon impegno nella mimica.

Edizione esaminata e brevi note

Regia: Gerard Corbiau. Soggetto: Gerard Corbiau, Luc Jabon. Sceneggiatura: Andree Corbiau, Gerard Corbiau, Christian Watton. Direttore della fotografia: Walther Van Den Ende. Montaggio: Denise Vindevogel.

Interpreti principali: Sylvie Fennec, Josè Van Dam, Anne Roussel, Philippe Volter, Patrick Bauchau, Alain Carre, Johan Leysen. Musica originale: Ronald Zollman.

Produzione: K2 One – Radio Television Belge Francofone. Origine: Francia-Belgio 1988.  Durata: 95’. Titolo originale: “Le maitre de musique”.

Recensione originariamente apparsa su ciao.com

Luca Menichetti. Lankelot, 29 gennaio 2009