Categoria: cinema francese

Bruni Tedeschi Valeria

Forever Young (Les Amandiers)

Serata d’autunno a Torino. Quando la pioggia è talmente insistente da sfidare persino i portici del centro. Un cinema retrò illumina una locandina con luci rossastre e lievemente fumé. L’invito ad entrare in sala è troppo forte, complice la forza evocativa del poster e la curiosità sulla nuova regia di Valeria Bruni Tedeschi (la voglia di passare due ore al caldo è pure confortante). "Forever Young" è stato presentato dalla stampa come un'opera celebrativa del teatro e dello stravagante baraccone dei commedianti. Ne abbiamo una netta e marcatissima idea sin dalle prime immagini....CONTINUA...

Buñuel Luis

Bella di Giorno

“Imperdonabile arrivare ai trent’anni senza aver visto una pellicola di Buñuel.” Alla critica urticante di un accanito cinefilo, reagisco con risolutezza; devo sotterrare l’onta subita. Il primo titolo del regista spagnolo che giunge alla mia attenzione è "Bella di giorno". Del film conosco solo la fama irriverente e scandalosa che accompagnò la sua uscita nelle sale. Mi fiondo sull’adorata poltrona domestica, compagna di lunghe battaglie di proiezioni non stop, inforco l’occhiale da vista e, all’avvio del film, sono già un tutt’uno con lo schermo. L’inizio è senz’altro destabilizzante...CONTINUA...

Ozon François

Nella casa

L’arte, in fondo, ci racconta sempre delle storie. Anche le composizioni più astratte, le tessiture più intrecciate e le narrazioni più criptiche ci raccontano sempre qualcosa la cui interpretazione più credibile, fuori da ciò che comunemente si potrebbe supporre, è proprio negli occhi di chi guarda. O quanto meno è un continuo gioco di rimandi e di specchi, tra l’autore e chi partecipa della sua arte: lo spettatore, il lettore e l’ascoltatore non sono mai recettori passivi. François Ozon, regista francese oramai totalmente affermatosi a livello europeo, torna...CONTINUA...

Besson Luc

The Lady. L’amore per la libertà

Prima di essere insignita del premio Nobel per la pace nel 1991 ben poco si sapeva, alle nostre latitudini, di Aung San Suu Kyi e delle specificità del regime militare feroce e sanguinario che opprimeva la Birmania, suo paese di nascita, da ormai diversi decenni. Chi è Aung San Suu Kyi e cosa rappresenta nell’immaginario di chi lotta per i diritti civili e la libertà, in ogni parte del globo, prova a raccontarcelo in forma cinematografica il regista francese Luc Besson, improvvisamente investito da una forte emozione dopo aver letto la sceneggiatura di quello che...CONTINUA...

Le Besco Maiwenn

Polisse

Ispirandosi al fortunato modello della pellicola La classe -  Entre les murs, Palma d’oro come miglior film al Festival di Cannes 2008, diretto da Laurent Cantet, la regista, attrice e sceneggiatrice francese Maiwenn Le Besco (che si firma un po’ egocentricamente col solo nome di battesimo) è arrivata da pochi giorni nelle sale italiane con il coinvolgente lungometraggio Polisse. Gratificato anch’esso dal riconoscimento a Cannes (Gran Premio della Giuria), Polisse è un film toccante e a tratti davvero disturbante, un’opera di finzione girata...CONTINUA...

Améris Jean-Pierre

Emotivi anonimi

Una delle tendenze intime più occultate o dissimulate, per uomini e donne di qualsiasi d’età, è quella di agire preoccupandosi del giudizio altrui. Cercare un modo, il più possibile accettato dall’altro, di modificare in maniera socialmente più giustificabile i propri comportamenti pubblici, fino a nascondere del tutto i più imbarazzanti tic, le più ingombranti manie. Anche l’essere umano più sicuro in apparenza non è esente da questo moto spontaneo di protezione di sé rispetto al giudizio esterno, pubblico ma non sempre manifesto, che ci investe improvviso e che...CONTINUA...

Noé Gaspar

Enter the Void

A otto anni dal discusso Irreversible, film in cui sesso e violenza erano presentati in modo esplicito e disturbante, il quarantottenne regista e sceneggiatore argentino, trapiantato in Francia, Gaspar Noé, torna a far parlare di sé con una pellicola ambiziosa e di difficile lettura immediata, nella quale centrali sembrano essere i temi della morte e della vita dell’anima, nel momento in cui la stessa lascia il corpo. Un dramma psichedelico e allucinogeno, a detta dell’autore, che nell’immaginare la pellicola non nasconde di aver fatto uso di droghe...CONTINUA...

Ozon François

Potiche. La bella statuina

Ispirata alla pièce teatrale di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy, la nuova commedia del regista francese François Ozon, Potiche – La bella statuina, arriva in sala dopo aver incontrato il consenso sia di pubblico che di critica nella sua passerella al Festival di Venezia. Ambientata nel 1977, ma pensata con un occhio all’attualità politica di molti paesi occidentali nei quali le donne al potere cominciano a farsi largo (Hilary Clinton e Sarah Palin negli States, Angela Merkel in Germania, tanto per fare alcuni nomi)...CONTINUA...

Audiard Jacques

Il profeta

Gran Premio al Festival di Cannes, miglior film non anglofono ai Bafta 2010, candidato all’Oscar come miglior film straniero e vincitore di ben 9 Premi César, tra i quali film, regia, sceneggiatura e attori maschili. Non solo premi ma anche un' ottima accoglienza di pubblico per l’opera quinta di un regista, Jacques Audiard, amato e sovente premiato dalla critica (Sulle mie labbra, Tutti i battiti del mio cuore), a cui piace definirsi artigiano ma che anche in questo suo ultimo, intenso lungometraggio dimostra di essere un autore capace...CONTINUA...

Kechiche Abdellatif

La schivata

Uno sguardo realistico e disincantato sull’adolescenza, un film che, pur avendo vinto il premio per la regia al Torino Film Festival, passò in Italia generando nelle sale il consueto disinteresse di massa – favorito, come logica vuole in questi casi, dalla pessima distribuzione. La schivata, seconda regia del talentuoso tunisino Abdellatif Kechiche (Tutta colpa di Voltaire, premio Opera Prima a Venezia 2000 - Cous cous, 2007) è un’opera di viva potenza espressiva, che indaga l’adolescenza al margine delle banlieu parigine...CONTINUA...