Welles Orson

Rapporto confidenziale

Pubblicato il: 21 Febbraio 2009

Un certo re, grande e potente, chiese una volta ad un poeta: «Cosa posso darti di tutto ciò che possiedo?» Egli rispose saggiamente: «Qualsiasi cosa, sire… tranne il vostro segreto». (titoli di testa)

La scena si apre con Guy Van Stratten (Robert Arden), che attraversa una piazza innevata di Monaco e si dirige verso la sporca e desolata abitazione di Jacob Zouk (Akim Tamiroff), malato e prossimo alla dipartita (“Here I am. At the end of the road. Sebastianplatz 16”): vuole avvisarlo che si trova in imminente pericolo di vita, e non per cause naturali. Poi il flash-back, già anticipato nei titoli di testa (l’aereo).
Una notte nel porto di Napoli: un uomo, pugnalato alle spalle da un improbabile killer claudicante, in punto di morte sussurra a Stratten ed alla sua fidanzata Mily (P.Medina) il nome di “Gregory Arkadin”. Stratten è un mediocre avventuriero cui non fa difetto l’ambizione. Questi ha saputo che Arkadin è uno degli uomini più ricchi del mondo, dopo ricerche tutt’altro che facili, decide di ricattarlo e di raggiungerlo nel castello spagnolo dove vive. Giunto in Spagna, seguendo Raina, l’amatissima figlia di Arkadin, riesce ad entrare nel castello, durante una festa in maschera, e ad avere un colloquio col misterioso magnate: questi inaspettatamente gli rivela di soffrire di una forma di amnesia e di non avere alcuna memoria di quanto capitatogli prima del 1927.
L’aspirante ricattatore Van Stratten così si ritrova al servizio di Arkadin nel tentativo di redigere un rapporto confidenziale sulle sue attività prima del 1927. L’ingenuo e poco perspicace avventuriero presto si renderà conto di essere solo una pedina, uno strumento per rintracciare le prove del passato criminale di Arkadin: i testimoni e gli ex complici faranno tutti una brutta fine. Si salverà la vita con l’aiuto inconsapevole di Raina; Arkadin, credutosi scoperto, si getterà dall’aereo con cui tentava di raggiungere la figlia: voleva impedire che Stratten le rivelasse la vera natura della sua fortuna; ovvero la tratta delle bianche e l’omicidio.

“Rapporto confidenziale” è opera che forse più di altre appare paradigmatica delle grandi difficoltà del regista a produrre le sue opere dopo “Citizen Kane”. Girato con mezzi di fortuna in Spagna, Germania, Italia e Francia tra il 1954 e il 1955, a detta di Welles il film era stato massacrato da un montaggio lontano anni luce da quello che lui aveva in testa; “Rapporto confidenziale” potrebbe fare la gioia di qualche filologo del cinema; non soltanto perché già in origine, secondo gli usi e costumi del tempo, venne girato con attori diversi per gli stessi ruoli (nella versione spagnola), per i metodi di ripresa (le inquadrature claustrofobiche, macchina da presa imprevedibile nella sequenza dell’incontro tra Arkadin e Stratten nel castello),  perché ispirato ad un romanzo ufficialmente scritto dallo stesso regista, ma di cui Welles (da sempre un geniale raccontaballe) sostiene di non sapere niente, ma per le sue innumerevoli versioni: una persistente incompiutezza, una essenza “variabile” (salvo forse Quarto Potere) che caratterizza le opere del regista e che in “Rapporto confidenziale” sembra raggiungere il suo apice.
Il film ha il suo punto di forza in un’atmosfera funebre e barocca che, malgrado le scarse risorse a disposizione, poteva essere messa in scena solo da un genialoide tuttofare come Welles (qui anche in veste di doppiatore). Da segnalare l’apparizione fuggevole di alcuni grandi nomi come Mischa Auer, Katina Paxinou, Peter van Eyck, Michael Redgrave e l’efficacissima colonna sonora di Paul Misraki (1908-1998),
Visionato su VHS nella versione da 100’.

Edizione esaminata e brevi note

Rapporto confidenziale (Mr. Arkadin)
Sceneggiatura: Orson Wells, dal romanzo “Monsieur Arkadin” (edizione italiana: Il Signor Arkadin, Garzanti 1956/1978); fotografia: Jean Bourgoin; montaggio: Renzo Lucidi; musica: Paul Misraki; suono: Jacques Lebreton, Jacques Carrére; scenografia e costumi: Orson Welles; voce del narratore: Orson Welles; interpreti: Orson Welles (Gregory Arkadin), Paola Mori (Raina), Robert Arden (Guy Van Stratten),Akim Tamiroff (Jacob Zouk), Michael Redgrave (Burgomil Trebitsch), Patricia Medina (Mily), Mischa Auer (Radzinski), Katina Paxinou (Sophie), Jack Watling (marchese di Rutleigh), Grégoire Aslan (Bracco), Peter van Eyck (Thaddeus), Suzanne Flon (baronessa Nagel), Frédéric O’Brady (Oskar); nell’edizione spagnola: Irene Lopes de Heredia (Sophie), Amparo Rivelles (baronessa Nagel).
Francia/Spagna, 1955; durata: 100’

Recensione già pubblicata nel 2004 su sito ciao.it e qui parzialmente modificata

Luca Menichetti. Lankelot, febbraio 2009