Stoker Bram, Ásmundsson Valdimar

I poteri delle tenebre. Dracula, il manoscritto ritrovato

Pubblicato il: 13 Luglio 2019

Il Dracula “ritrovato”, edito recentemente dalla Carbonio, suggerisce una breve precisazione:  uno scritto di appena un paio di pagine – chiamiamolo pure recensione – su un classico della letteratura, oltretutto già oggetto di innumerevoli monografie e ricerche accademiche, rischierebbe di apparire qualcosa di poco sensato; tutt’al più il compituccio di uno scolaro delle scuole medie. Altro discorso per “I poteri delle tenebre”, un Dracula sorprendentemente alternativo, non certo il classico capolavoro gotico che conosciamo e che, nell’edizione italiana è stato corredato da un ampio apparato critico grazie agli interventi e alle notazioni di Hans Corneel de Roos, John Edgar Browning e Dacre Stoker.

Se si può parlare di un mistero di Dracula, almeno riguardo la finzione letteraria, adesso possiamo parlare anche di un mistero del manoscritto di Dracula: nel 2013 de Roos, revisionando un suo saggio, si è accorto che la traduzione islandese della più celebre opera di Stoker, quella pubblicata a puntate sulla rivista Fjallkonan, “già nel 1900 era un altro romanzo”. Una scoperta a dir poco inaspettata, così tardiva anche a causa della “barriera linguistica che ha diviso l’Islanda dal resto del mondo”. Valdimar Ásmundsson quindi non si sarebbe limitato a tradurre Dracula ma ne avrebbe rielaborato la trama, scrivendone una versione del tutto diversa (titolo “Makt Myrkranna”), aggiungendo nuovi personaggi, soprassedendo a innumerevoli avvenimenti presenti invece nella versione più nota. Usiamo il condizionale perché ancora non è ben chiaro se questo stravolgimento del romanzo sia stata tutta farina del sacco di Ásmundsson, oppure se lo stesso Stoker ne fosse a conoscenza, almeno in parte. L’ipotesi di Dacre Stoker e Hans Corneel De Roos, suffragata da diversi indizi (ad esempio la versione svedese “Mörkrets makter” da cui sarebbe tratta quella islandese), è che il primo editore del Dracula “classico”, quello che conosciamo noi, oppure lo stesso Bram Stoker, per ottenere un profitto maggiore in quel d’Islanda, abbia ceduto una delle prime bozze del romanzo: “Mi sento di affermare con una certa sicurezza che il mio avo non solo era consapevole delle differenze tra Dracula e le edizioni svedese e islandese, ma che fu lui stesso ad orchestrarle” (pp.18).

Stravolgimento che, agli occhi del lettore moderno e già istruito sul Dracula “britannico”, appare in tutta evidenza, a cominciare dalla struttura del romanzo. Hans Corneel De Roos, nel suo saggio introduttivo, evidenzia come “il racconto del viaggio di Harker in Transilvania, che in Dracula consta di circa 22.700 parole, in Makt Myrkranna arriva a circa 37.200”, ed inoltre “il resto della storia scende da 137.860 a sole 9.100”. Da questo punto di vista non c’è dubbio che il racconto, soprattutto agli occhi di chi già conosce il Dracula classico, nella seconda parte, seppur sempre cupo, gotico all’ennesima potenza, possa apparire sì molto dinamico ma nel contempo sommario e non all’altezza della versione più nota. E poi da ricordare il fatto che sempre nella seconda parte di Makt Myrkranna il modello epistolare viene meno e il lettore è guidato “attraverso la storia da un narratore onnisciente” (pp.29). Altre differenze macroscopiche riguardano l’omissione di molti degli episodi ambientati a Whitby e a Londra, nonché nuovi personaggi come lo zio di Lucy, l’investigatore di Hawkins, i tirapiedi scimmieschi del Conte.

Una versione alternativa, in tutto e per tutto nordica (rintracciabili allusioni alla mitologia norrena), meno condizionata dal puritanesimo vittoriano ed edoardiano, che, secondo la critica – malgrado si ricordi come Bram Stoker fosse fervido sostenitore della censura letteraria  – ha voluto dire un indugiare più scoperto su situazioni erotiche (si vedano i turbamenti di Harker di fronte l’inquietante ospite bionda del castello); che, come anticipato, è stata arricchita da elementi sconosciuti al Dracula britannico: tra le innumerevoli novità presenti in Makt Myrkranna, i riferimenti all’Amleto, a Giuseppina di Beauharnais, a Jack lo squartatore e ai “delitti del torso del Tamigi”; nonchè una visione della società decisamente darwiniana da parte del Conte, non soltanto vecchio libertino ma molto più politicizzato, con intendimenti a dir poco sovversivi e con la ferma idea di istaurare un nuovo ordine mondiale: “La persona che sa esercitare la forza, otterrà la supremazia, e avrà il dominio su ogni cosa – bellezza, lungimiranza e conoscenza – proprio come un piccolo seme piantato in un cimitero col tempo diverrà un alto albero grazie alla forza vitale di mille generazioni” (pp.129). Questo Dracula alternativo – nemmeno da considerare “modificato” – probabilmente susciterà un interesse crescente proprio in virtù della prospettiva di altri possibili Dracula letterari ancora sconosciuti. Del resto un po’ quello che è capitato nel campo cinematografico: pochi direbbero che il Dracula di Coppola ha molto a che vedere col Dracula delle produzioni Hammer.

Di sicuro, come scrive Dacre Stoker, bis bis nipote di Bram, “il mistero che circonda” questo immortale thriller gotico “si infittisce col passare degli anni”: “un fulgido esempio dell’immortalità di Dracula” (pp.19).

Edizione esaminata e brevi note

Bram Stoker (1847-1912), irlandese, è l’autore di Dracula, il celebre romanzo gotico dal successo planetario, apparso nel 1897 e tradotto in più di 30 lingue.

Valdimar Ásmundsson (1852-1902) è stato un traduttore e letterato islandese, fondatore e editore della rivista «Fjallkonan», dove pubblicò, a partire dai primi mesi del 1900, il ‘suo “Dracula in islandese.

Hans Corneel de Roos è un ricercatore indipendente di nazionalità olandese. Dal 2010 si dedica interamente alla ricerca su Dracula, con risultati sorprendenti. È autore di “The Ultimate Dracula e di numerosi articoli, per i quali è stato premiato dalla Transylvanian Society of Dracula.

Bram Stoker, Valdimar Ásmundsson, “I poteri delle tenebre. Dracula, il manoscritto ritrovato”, Carbonio Editore (collana “Origine”), Milano 2019, pp. 288. Traduzione di Matteo Curtoni, Maura Parolini. Prefazione di Dacre Stoker. Introduzione e note di Hans Corneel de Roos. Postfazione di John Edgar Browning.

Luca Menichetti. Lankenauta, luglio 2019