Ricapito Francesco

Concerto Mark Knopfler – Arena Di Verona – 22 Luglio 2019

Pubblicato il: 28 Luglio 2019

Quanti sono i musicisti che si riescono a riconoscere solo dal suono del loro strumento? A pensarci non molti, Jimi Hendrix e la sua chitarra, John Bonham e la sua batteria, Jaco Pastorius e il suo basso, Clarence Clemmons e il suo sassofono e pochi altri.

Tra questi bisogna annoverare anche Mark Knopfler e la sua chitarra. A tal proposito vorrei riportare le parole che ha scritto Douglas Adams nella sua “Guida Galattica Per Autostoppisti”: “Mark Knopfler ha la straordinaria capacità di far emettere alla sua Schecter Custom Stratocaster dei suoni che paiono prodotti dagli angeli il sabato sera, quando sono esausti per il fatto di essere stati buoni tutta la settimana e sentono il bisogno di una birra forte”.

Proprio Mark Knopfler ha suonato in concerto lunedì 22 luglio 2019 presso l’Arena di Verona: uno spettacolo di circa due ore, ultima tappa del suo tour europeo per promuovere l’uscita del nuovo album, Down The Road Wherever.

Per una notte le scenografie delle opere liriche sono state rimosse e posizionate nella piazza antistante l’arena. Giganteschi guerrieri in armatura, obelischi, tavolate imbandite, carri egizi, una sorta di parco a tema improvvisato. All’interno dell’Arena è rimasto un palco minimalista, giusto qualche luce, senza nemmeno un megaschermo. Una scelta che in genere caratterizza gli artisti più interessati a focalizzare l’attenzione sulla loro musica che sullo spettacolo in sé.

Insieme a Knopfler, una numerosa band di dieci componenti, tutti esperti musicisti e spesso pure pluristrumentisti. La scaletta è stata la stessa adottata durante il resto del tour, un giusto bilanciamento tra brani tratti dal suo repertorio solista e quelli più celebri dei Dire Straits.

Inizio con Why Aye Man, sapore country rock e giusta carica per iniziare la serata, così come la successiva Corned Beef City. Arriva poi Sailing To Philadelphia, lenta ballata che ha dato titolo al suo stupendo album del 2000.

Arriva un primo momento Dire Straits, Once Upon a Time In The West e poi una delle più attese, specialmente qui a Verona, Romeo And Juliet. Una pelle d’oca generale pervade il pubblico.

Seguono due pezzi dall’ultimo album, My Bacon Roll e Matchstick Man. Quest’ultima viene prima presentata da Knopfler: una bella storia della sua giovinezza, quando si ritrovò il giorno di Natale a fare l’autostop nel mezzo di un’innevata campagna inglese, chiedendosi come fosse finito in quella situazione.

A questo punto il rocker si prende un buon quarto d’ora per presentare ad uno ad uno i membri della band. Forse l’obiettivo è farci capire che per suonare la canzone successiva c’è bisogno di una band esperta: Done With Bonaparte viene da Golden Heart del 1996 e non la suona spesso dal vivo semplicemente perché richiede una sorta di piccola orchestra. Si tratta di uno dei momenti di virtuosismo più alti della serata.

La seconda parte del concerto scorre più veloce, Heat Full Of Holes, She’s Gone e altro momento nostalgia con Your Latest Trick. Seguono movimenti istintivi del bacino con la tropicaleggiante Postcards From Paraguay, di nuovo Dire Straits con On Every Street e infine gran finale con Speedway At Nazareth ed il suo assolo di chitarra che lascia estasiati.

Il bis ci riserva la famosissima Money

For Nothing ed il sigillo finale, il brano con cui Knopfler chiude ogni suo concerto, Going Home, un pezzo solo strumentale, nostalgico al punto giusto, ideale per concludere la serata. Tutti in piedi, applausi a scena aperta e uscita di scena.

Knopfler ha quasi settant’anni, il concerto non è stato perfetto, un paio di sbavature e perfino una chitarra scordata sostituita in fretta. Tuttavia, questo rocker britannico non ha perso il tocco che l’ha reso famoso e resta ancora uno dei più talentuosi e riconoscibili chitarristi del mondo. Ma ancora più importante, come ha detto proprio durante il concerto, nonostante sia in circolazione da parecchio tempo, continua ad amare il suo lavoro e questo si vede chiaramente nei suoi concerti.

Lo scrivente sarebbe il primo disposto a dare il mignolo del piede sinistro per assistere ad una reunion dei Dire Straits, ma a Mark Knopfler va riconosciuto il merito di aver continuato a produrre ottima musica anche da solista e di aiutare i più nostalgici mantenendo alcune canzoni dei Dire Straits nei suoi concerti. Forse questo è il suo modo di scusarsi per una reunion che non accadrà mai, ma va bene così, scuse accettate.