Pegoraro Silvia

La famiglia de Chirico: I geni della pittura, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Ruggero Savinio

Pubblicato il: 19 Settembre 2011

La mostra “La famiglia de Chirico. I geni della pittura” (24 giugno – 24 settembre 2006) in quel del Museo Michetti di Francavilla al Mare dedicato, come intuibile, alle opere di Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Ruggero Savinio, rappresenta la genesi di questo volume edito da Skira, tra catalogo e raccolta di brevi saggi. A quanto pare non era mai accaduto che le opere di tutti e tre gli autori, fratelli, padre e figlio, trovassero ospitalità in uno stesso luogo. L’occasione quindi per una riflessione e comparazione su tre protagonisti della storia artistica italiana che la curatrice Silvia Pegoraro ha opportunamente orientato su un “taglio familiare”. Sono circa venti le pagine scritte dalla Pegoraro (“I tre pittori della famiglia de Chirico: la pittura come immagine e pensiero): linguaggio denso, di non immediata accessibilità, che presuppone un lettore già immerso nel mondo dell’arte contemporanea, frequenti citazioni per un excursus nella vita artistica di una grande famiglia.

La mostra e il libro hanno restituito nuove visibilità ad un personaggio eclettico come Alberto Savinio (si veda in “Ironia, leggerezza, molteplicità e metamorfosi in Alberto Savinio, surrealista atipico”), forse ancora oggi più noto nelle vesti di scrittore che di pittore (e musicista); ed inoltre un palcoscenico meritato anche al figlio Ruggero (in “Tra memoria e desiderio”). L’apparato testuale prosegue con Ottaviano del Turco, qui, poco prima cadesse in disgrazia per le note vicende giudiziarie, autore di un apprezzabile articolo: “I geni e i geni”, ovvero i ricordi personali sui tre artisti legati da vincolo familiare. E poi ancora Sergio Zavoli con “Un ricordo di Giorgio de Chirico”, Costanzo Costantini con “Ruggero Savinio racconta della famiglia de Chirico”; ed infine lo stesso Ruggero Savinio che con “Padre e figlio” ricorda il genitore e l’artista: “Gioco, la parola e il concetto erano di quelli che usavi più spesso. Anche nei momenti domestici, quando, rivolgendo l’attenzione ai miei primi lavori di pittura, mi davi qualche suggerimento. I colori possono, e devono, giocare con la monocromia dell’insieme, dicevi. Le forme siano messe a contrasto tra loro in una tenzone che è, appunto, gioco. Gioco, giocare accompagnano la tua posizione di artista” (pag. 53).

La seconda parte del volume, coerentemente alla specializzazione della Skira su “arti visive e architettura di ogni epoca e paese, fotografia, moda, musica e spettacolo, cataloghi di mostre e guide artistiche”, è fatta piuttosto per guardare (forse meglio dire ammirare?) le bellissime foto di alcune delle opere dei tre parenti-artisti, con tanto di appendice dedicata alla provenienza dei dipinti ed opere su carta, bibliografia e biografia. Di un’opera come la “Famiglia de Chirico” non credo sia opportuno scrivere più di tanto. Sicuramente dei rudimenti sull’arte contemporanea, per poter interpretare correttamente ed apprezzare il significato delle opere proposte risultano indispensabili; ma un  libro così, innanzitutto bello da vedere prima che da leggere – anche se in realtà guardare con occhio consapevole vuol dire in qualche modo saper “leggere” l’opera – rappresenta solo un assaggio, un catalogo del tutto parziale rispetto la grande produzione artistica di De Chirico ed Alberto e Ruggero Savinio, e va preso per quello che è: una bellissima introduzione a tre artisti per i quali la parola “genio” va intesa nel duplice senso di talento e virtuosa ereditarietà.

Edizione esaminata e brevi note

“La famiglia de Chirico. I geni della pittura. Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Ruggero Savinio” (a cura di Silvia Pegoraro), Skira (collana Arte moderna. Cataloghi), Milano 2006, pp. 128, ill.

Luca Menichetti. Lankelot, Settembre 2011