Shinkai Makoto

5 cm per second

Pubblicato il: 20 Aprile 2014

La distanza e il tempo, questi sono gli elementi che Makoto Shinkai mette ancora una volta in opposizione a un amore dell’infanzia e dell’adolescenza che l’età adulta dilata e disperde fino a farlo del tutto evaporare. Dopo il mediometraggio d’esordio La voce delle stelle, Makoto Shinkai torna nuovamente sui territori dell’amore giovane ostacolato dal destino ineluttabile che tocca ai suoi personaggi. Diviso in tre momenti simbolici e significativi, 5 cm per second è il primo vero tentativo di lungometraggio del regista nipponico, che sceglie i motivi a lui cari per confezionare un anime sentimentale, per certi versi struggente e ancor più malinconico del precedente.

Il primo episodio, “il capitolo dei fiori di ciliegio”, ci introduce la storia di Takaki e Akari, due amici tredicenni i quali, dopo aver concluso le scuole inferiori in un istituto di Tokyo, sono costretti a separarsi, mantenendo comunque una corrispondenza cartacea. L’amicizia si trasforma presto in amore e i due, pur consapevoli dell’ulteriore distanza che li separerà, decidono di incontrarsi nuovamente per potersi riabbracciare. Un bacio appassionato, in una notte nevosa, sugellerà questo incontro. Ma il mattino seguente le loro strade torneranno a dividersi. Nel secondo episodio, “Cosmonauta”, Takaki, trasferitosi nella calda prefettura di Kagoshima, è al terzo anno di superiori. La sua compagna Kanae è innamorata di lui e lo attende ogni volta all’uscita per tornare a casa insieme. Sebbene Kanae provi un forte sentimento verso il ragazzo non riesce a dichiarargli il suo amore, sia perché è molto timida e sia perché percepisce che lo sguardo di Takaki è rivolto altrove, verso un cielo molto lontano. La ragazza dunque reprimerà il suo sentimento, pur portandolo sempre nel cuore. L’episodio finale, “5 cm al secondo”, è ambientato a Tokyo e vede Takaki, oramai adulto, provare una forte nostalgia per Akari. I loro destini sembrano potersi ricongiungere, per un momento. Ma è una fuggevole illusione, in quanto Akari è in procinto di sposarsi ed ha ormai dimenticato Takaki. Il loro giovane amore è disperso nel passato, annientato dalla distanza e dal tempo.

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Shinkai torna nuovamente alle atmosfere del suo anime d’esordio, amplificando l’afflato lirico e fortificando il registro malinconico e sentimentale. Se ne La voce delle stelle era lo spazio infinito a far da opposizione ad un amore tenuto in piedi grazie alle pochissime mail che il tempo restituiva diluite ed incomplete, in 5 cm per second sono le lettere, in un primo momento, a sentenziare l’impossibilità del contatto. Gli elementi in comune sono la distanza, vero argine che il destino pone in opposizione all’amore nascente, e il tempo, fardello che agisce sull’intensità di un sentimento destinato a dissolversi di fronte al muro degli anni che scorrono – più veloci di quel che a noi sembra, mentre li viviamo. È ricorrente anche il tema dell’incomunicabilità, nonostante gli infiniti supporti elettronici della modernità, quel non detto che amplifica i vuoti del cuore e dello spirito anche a dispetto della volontà. I personaggi sembrano dunque imprigionati in una sorta di limbo, nella reiterazione di eventi che sono più che altro consolatori ma che non eludono i mutamenti del corpo e dell’anima, che non arrestano i processi che il tempo inevitabilmente mette in moto. Ecco che allora il sentimento sfuma e si trasforma, o rimane muto al cospetto dei cambiamenti e dell’impossibilità di direzionare la nostra vita come vorremmo.

Il cinema di Makoto Shinkai, sempre notevole dal punto di vista tecnico grazie alle incantevoli animazioni, è evidentemente un cinema di sentimenti che non vengono comunque mai banalizzati, nonostante l’ossessività del tema e la ripetizione di situazioni certo malinconiche e anche dolorose. Eppure non è un cinema cupo e privo di speranza, ma un’arte eminentemente poetica, lieve e delicata, che cerca di fotografare soprattutto l’amore nascente adolescenziale, quello che al suo apice si promette eternità senza peraltro mentire o esagerare, senza ingigantire alcunché. Perché l’eternità e l’assoluto sono propri dell’amore adolescenziale e probabilmente solo di questa età della vita, a ben guardare, come narrava lo stesso Goethe, cosicché quando quelle promesse d’eternità incontrano l’età adulta inevitabilmente evaporano al contatto con una vita che sta prendendo – o ha già preso – una via definitiva.

Cinque centimetri al secondo, e ce lo svela nella prima sequenza lo stesso Shinkai per mezzo delle parole di Akari, è la velocità con cui cade un petalo di ciliegio. Attraverso questa sottile e sfuggente metafora il regista giapponese ha voluto riassumere attraverso un’immagine simbolica la volatilità della vita, provando a cristallizzare quell’intervallo in cui tutto cambia improvvisamente. La velocità con cui arriva il sentimento. Messo sempre e comunque a dura prova dal destino, dalla distanza e dal tempo.

Federico Magi, aprile 2014.

Edizione esaminata e brevi note

Regia: Makoto Shinkai. Soggetto e sceneggiatura: Makoto Shinkai. Produzione: Comix Wave. Titolo originale: “Byosoku go senchimetoru”. Musica originale: Tenmon. Origine: Giappone, 2007. Durata: 63 minuti.