Agualusa José Eduardo

Al posto del morto

Pubblicato il: 2 Gennaio 2013

Scrittori defunti riflettono, a partire dall’aldilà, sui tempi attuali

Che cosa direbbero del nostro tempo alcuni famosi scrittori defunti? È quanto si chiede José Eduardo Agualusa in questo agile volumetto delle Edizioni dell’Urogallo, che raccoglie gli elzeviri pubblicati nella rubrica omonima (“O lugar do Morto”) apparsi mensilmente nella rivista letteraria lisbonese LER.

Gli autori con i quali Agualusa immagina d’identificarsi sono veramente numerosi e vari, alcuni sono famosissimi, altri sconosciuti nel nostro paese, a volte perché non ancora tradotti. Tra i classici del nostro tempo ritroviamo Chatwin, Nabokov, Borges, Saint- Exupéry, Bertrand Russel.

Laddove si fanno le scoperte più interessanti è nel vasto mondo della letteratura lusofona, che comprende il Portogallo, il Brasile e vari territori dell’Asia e dell’Africa, come Angola e Mozambico, in cui si parla il portoghese.

Troviamo così nomi noti come Pessoa, Jorge Amado, Guillermo Cabrera Infante, Vinicius de Moraes, sia autori per noi ignoti come il brasiliano Machado de Assis o Euclides da Cunha, giornalista, sociologo e ingegnere vissuto tra il XIX e il XX secolo, che ci racconta le romanzesche vicende della sua morte.

Uno spazio notevole viene lasciato anche a scrittori africani come Rui Knopfli, poeta mozambicano o Viriato da Cruz, angolano, poeta di lotta, fuoriuscito dai movimenti di guerriglia e morto in esilio nella Cina di Mao. Il più antico è padre Antonio Vieira (1608-1697), un missionario gesuita, che si trasferì in Brasile per sfuggire all’Inquisizione e che esprime le sue considerazioni sul futuro della lingua portoghese: “Anziché invidiare al Brasile quel che dovrebbe essere un orgoglio comune, molti portoghesi farebbero meglio a unire la loro voce a quella dei brasiliani, chiedendo ai governanti di quel paese più impegno e intelligenze nel promuovere e divulgare la lingua”. (p.88)

Tutti questi autori ci parlano degli argomenti più vari, spesso di libri e letteratura e della realtà lusofona, mostrando l’esistenza, nel corso del tempo, di una sorta di “rivalità” tra il portoghese scritto e parlato in Portogallo e quello usato in Brasile. La lingua è entità viva e variabile, soggetta a influenze, modifiche, ha un suo movimento interno, tanto più notevole quanto più viene usata in paesi così distanti tra loro. Il portoghese ha anime diverse e gode di più vite.

Credo che la conoscenza di questa lingua riservi non poche sorprese e apra a culture differenti messe in contatto tra loro attraverso la colonizzazione. Non mancano riferimenti alla nota saudade portoghese, quella malinconia indefinita più volte celebrata in letteratura.

Spesso gli spiriti defunti ritornano ai ricordi della loro vita terrena e alla loro abitudini, ad esempio Chatwin ci parla delle moleskine, i famosi taccuini su cui prendeva i suoi appunti.

L’impressione generale è quella di una serie di gustosi assaggi letterari, che possono costituire un viatico verso autori ancora sconosciuti o poco noti. È come aprire uno spiraglio su una serie di porte finora rimaste chiuse. Agualusa spazia abilmente tra i vari scrittori, come un autentico nomade della letteratura, interessato a tutte le componenti del complesso mondo lusofono.

Articolo apparso su lankelot,eu nel gennaio 2013

Edizione esaminata e brevi note

José Eduardo Agualusa (Huambo-Angola 1960), scrittore, giornalista, reporter e globetrotter angolano.

José Eduardo Agualusa, Al posto del morto. Scrittori defunti riflettono, a partire dall’aldilà, sui tempi attuali, Perugia, Edizioni dell’Urogallo 2012. Traduzione dal portoghese di Andrea Ragusa. Introduzione di Marco Bucaioni. Titolo originale O Lugar do Morto.

Links: http://www.mangialibri.com/node/7381

http://en.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Eduardo_Agualusa

http://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Eduardo_Agualusa

http://www.urogallo.eu/home.php