Ricapito Francesco

Ricapitour 2016 – In Scozia Con La Sorella – 2 – Le Colline di Edimburgo, Un Panino Al Maiale e La Stand-Up Comedy

Pubblicato il: 20 Ottobre 2016

mappa-scoziaOstello Budget Backpapers, Edimburgo, 16 Agosto 2016

Oggi abbiamo un’importante missione da portare a termine prima di continuare la visita di Edimburgo: procurarci della lana.

Nostra madre infatti è appassionata di lavori a maglia e ci ha specificatamente chiesto di portarle della lana scozzese. Una sua amica con lo stesso hobby ci ha addirittura mandato l’indirizzo di un negozio dove comprarla. Si trova poco fuori dal centro, a circa venti minuti a piedi dall’ostello. Trovare la via è piuttosto facile, il negozio invece risulta più difficile da vedere perché è in una specie di seminterrato: si chiama Kathy’s Knit, dove il verbo to knit significa appunto lavorare a maglia. Dentro è piuttosto piccolo e le sue pareti sono interamente tappezzate da centinaia di gomitoli di tutti i colori, dimensioni e varietà. La signora è occupata a parlare con un cliente, guarda caso anche lui italiano e così scegliamo in base ai nostri gusti.

arthur-1Portata a termine la missione possiamo continuare la visita della città. Torniamo verso il centro, camminiamo lungo il limitare dei Queens Street Gardens: grandi giardini purtroppo chiusi al pubblico. Arriviamo nei pressi delle chiese di St. John e St. Cuthbert, due austeri edifici dal gusto gotico e siamo circondati dai verdissimi giardini di Princess Street. Proseguiamo lungo la strada che sale fino al castello. Qui il numero di turisti aumenta e dobbiamo farci largo quasi a forza. Entriamo nel grande cortile dove si svolgono le parate dell’Edimburgh Military Tattoo e arriviamo all’ingresso vero e proprio: uno stretto ponte levatoio su cui si affacciano le statue di Robert the Bruce e William Wallace, i due più famosi personaggi storici scozzesi. Entriamo per dare una rapida occhiata ai bastioni e poi usciamo di nuovo perché, su consiglio di un mio amico scozzese, abbiamo deciso di risparmiare i soldi del biglietto per visitare invece il castello di Stirling domani, sembra infatti che quest’ultimo sia più bello di quello di Edimburgo.

Una volta usciti siamo all’inizio del Royal Mile, la strada di circa un chilometro che porta fino al Parlamento scozzese. Sulla nostra destra vediamo una vecchia casa chiamata Cannonball House per via della palla di cannone conficcata nel muro: questa indica l’altezza, sul livello del mare, alla quale scorrerebbero le acque delle sorgenti che vennero utilizzate per creare il primo sistema idrico della città. L’edificio sulla sinistra era invece la “cisterna” della città, oggi è stato convertito in negozio di souvenir.

Poco oltre svoltiamo a sinistra per levarci dal flusso principale dei turisti e per seguire un itinerario consigliato dalla guida. La strada scende ripida e ci offre un bello scorcio di Edimburgo. Arriviamo davanti alle inconfondibili due torri del New College, dove ha sede la facoltà di teologia dell’Università di Edimburgo. arthur-2Al momento è una delle sedi del Fringe Festival però il cortile interno è ugualmente accessibile. Qui troviamo una statua di John Knox, un predicatore che visse nel XVI secolo e che contribuì alla Riforma protestante e alla creazione della Chiesa Presbiteriana Scozzese. La statua lo rappresenta con un libro, presumo una Bibbia, nella mano sinistra, il braccio destro invece è alzato verso cielo, in un gesto di avvicinamento e comunione con la divinità, fonte ed ispirazione delle sue idee.

Superiamo il New College e sulla destra troviamo una scura scalinata con gli angoli ricoperti di muschio verde che ci conduce verso un sottopassaggio ed un cortile interno. Ritorniamo sulla Royal Mile giusto in tempo per ascoltare qualche canzone di un suonatore di cornamusa che si è posizionato davanti alla St. Giles Cathedral, una struttura grigia ma piuttosto slanciata: era qui che John Knox teneva le sue prediche. Prendiamo una strada laterale ed arriviamo a Victoria Terrace, chiamata così perché dà sulla sottostante Victoria Street. Da qui si possono notare bene i comignoli delle case e la loro curiosa disposizione in file ordinate.

arthur-3Scendiamo in Victoria Street arrivando quindi in Cowgate Street, dove siamo già passati ieri. Tramite una laterale ritorniamo sul Royal Mile. La prima parte di questa lunga strada è perennemente affollata, per fortuna, man mano che ci si allontana dal castello, la situazione migliora. Non sappiamo ancora bene che cosa mangiare per pranzo, la risposta però ci piove quasi dal cielo: troviamo un ristorante di una piccola catena locale che si chiama Oink e che, come suggerisce il nome e il colore (principalmente rosa) dell’insegna, è specializzato in carne di maiale. Come se il messaggio non fosse abbastanza chiaro, in vetrina c’è un enorme maiale la cui carne cotta e sfilacciata viene prelevata dai camerieri per essere servita. La specialità della casa sono i panini e ne fanno di tre taglie: piccolo, medio e grande. Per esperienza so che il medio britannico corrisponde al grande italiano. Oltre alla carne, si possono scegliere un condimento ed una salsa da mettere nel panino. Tra i condimenti possibili c’è l’haggis, il piatto nazionale scozzese: viene preparato con interiora di pecora, cipolle, farina, sale e spezie varie, cotti per svariate ore nello stomaco della capra. Come mi è stato riferito da più persone, ingredienti, ricetta ed anche aspetto di questo piatto non devono scoraggiare in quanto è molto buono.

arthur-4Provare questa prelibatezza locale rientra tra i nostri obiettivi di viaggio, già ieri ci siamo fatti coraggio e ci siamo azzardati ad assaggiare delle patatine all’haggis che alla fine non erano poi così male. Quando dico alla cameriera di non volere nessuna salsa, ma solo l’haggis, questa mi guarda male. Per far tacere la coscienza salutista-mediterranea andiamo a procurarci della frutta in un vicino supermercato. Qui ho modo di rivedere un fenomeno che avevo già notato durante il mio Erasmus, il tipico pranzo britannico: fin da piccoli studiamo a scuola che nel Regno Unito la gente mangia molto a colazione, consuma un pranzo frettoloso e leggero e poi cena molto presto. Tutto vero, nessuno però era mai entrato nei dettagli e mi aveva mai detto che il britannico medio per pranzo va al supermercato e sfrutta uno dei numerosi meal deal, ossia affare del pranzo, che prevede un paio di sandwich in scatola, un mini pacchetto di patatine ed una bibita gassata. Se la concorrenza consiste in patatine e sandwich in scatola, non c’è da sorprendersi che la cucina italiana, pur essendo eccellente, abbia così tanto successo nel mondo.

Passiamo davanti al Parlamento scozzese: un grande edificio dall’aspetto moderno inaugurato nel 2005. In verità, la Scozia aveva già un Parlamento prima della sua unificazione con l’Inghilterra, avvenuta nel 1707. In quell’occasione il Parlamento scozzese venne accorpato a quello inglese di Westminster a Londra. La situazione rimase più o meno così fino al 1997, quando la popolazione scozzese votò un referendum favorevole alla devoluzione scozzese e alcuni poteri, come quello d’imporre le tasse, vennero trasferiti da Westminster ad Edimburgo.

Per mangiare ci sediamo in un piccolo parco pubblico nelle vicinanze del Palace of Holyroodhouse. Insieme a noi ci sono molti altri turisti che hanno avuto la stessa idea. Il panino con la carne di maiale è molto buono: la carne è tenerissima e si scioglie in bocca, non riesco ad individuare distintamente il sapore dell’haggis, ma come condimento svolge bene il suo ruolo.

Il palazzo davanti al quale stiamo consumando il pranzo e di cui vediamo la parte superiore ha una certa importanza storica: oltre ad essere ancora la residenza ufficiale della famiglia reale in Scozia, per alcuni anni ospitò pure la famosa Mary Stuart, un personaggio storico tragico: venne incoronata Regina di Scozia praticamente appena nata ma fu presto costretta a fuggire in Francia a causa delle guerre con l’Inghilterra. Essendo cattolica, quando tornò in Scozia dovette gestire pure il contrasto religioso con il calvinismo appena nato e fu in questo periodo che abitò nel palazzo di Holyroodhouse. I suoi nobili fomentarono una rivolta che la costrinse a fuggire in Inghilterra, dove sua cugina, Elisabetta I, la tenne prigioniera per vent’anni. In questo periodo divenne il simbolo della Controriforma e furono molti i complotti che cercarono di eliminare la protestante Elisabetta I per mettere al suo posto Mary Stuart. Alla fine venne deciso di giustiziarla, morì decapitata nel 1587. Suo figlio tuttavia, riuscì a diventare il successore di Elisabetta I, diventano Giacomo I e riunendo sotto di sé sia la Scozia che l’Inghilterra, dando origine all’attuale famiglia regnante britannica.

Finito di mangiare ci rialziamo e c’incamminiamo verso l’Arthur’s Seat, un rilievo alto 250 metri che costituiscono tutto ciò che rimane di un antico vulcano eroso dai ghiacciai e dalle intemperie nel corso dei millenni. Oggi è una bellissima area verde che rappresenta il modo più veloce per evadere dal traffico di Edimburgo. arthur-5Il sentiero sorpassa un primo rilievo più basso che in parte copre alla vista l’Arthur’s Seat, s’infila nella valle che si trova nel mezzo e poi risale. Quasi non ci sono alberi e la vegetazione è composta soprattutto da erba, cardi, qualche fiore e sparute macchie di cespugli. La vista dalla cima è eccezionale e spazia dalla città fino al mare da una parte e la campagna dall’altra. Ci distendiamo sull’erba a riposarci: questa è incredibilmente morbida e crea un vero e proprio cuscino naturale. Vicino a noi, due ragazze psicanalizzano a voce alta i loro ragazzi ed è impressionante la quantità di congetture che riescono a fare su una frase, un messaggio o anche solo un gesto. Per fortuna però entrambe sembrano essere piuttosto contente dei loro compagni.

arthur-6Ci facciamo scattare una foto con le magliette Ricapitour, comprate apposta per questo viaggio e poi scendiamo in direzione dell’ostello. Facciamo una rapida sosta davanti all’Elephant House, il pub dove J. K. Rowling veniva spesso a scrivere i libri di Harry Potter. Entrare è praticamente impossibile vista la grande folla, composta per la maggior parte da una comitiva di asiatici, così ci limitiamo ad osservare da fuori.

Troviamo posto in un pub d’ispirazione australiana molto meno affollato per bere qualcosa di rinfrescante; è troppo presto per una pinta di birra e quindi ripieghiamo su un più dissetante sidro di mele. Vicino a noi, due ragazze piuttosto brille giocano a biliardo. Una delle due ha un gran bel sedere e tra un colpo e l’altro mi lancia qualche occhiata furtiva. Tuttavia, quando bacia sulla bocca quella che credevo fosse la sua amica, capisco che in verità stava guardando mia sorella e non me.

Torniamo in ostello per una doccia e un po’ di relax. Verso le diciannove usciamo: tra le decine di volantini che ci hanno dato tra ieri e oggi ho deciso di leggerne uno e sono venuto a conoscenza di uno spettacolo gratuito di stand-up comedy in un pub nelle vicinanze. Questo termine inglese sta ad indicare una sorta di cabaret, dove in genere un comico intrattiene da solo il pubblico per un’ora o più, affrontando temi che vanno dal sociale al politico e dall’attualità alla cronaca. Il volantino parlava di un comico australiano in tournée in Europa che è diventato famoso per la sua schiettezza e il suo affrontare temi estremamente delicati. Io sono sempre stato affascinato dal mondo dei pub e da quello che vi succede e in questo caso si conferma una mia teoria: nella cultura britannica il pub è il centro della vita sociale, un po’ come lo è la piazza cittadina per noi, di conseguenza esiste tutta una serie d’intrattenimenti che qui vengono organizzati e che servono a interrompere la solita routine: frequentissime serate musicali che spaziano dal folk al rock, pub quiz, naturalmente la trasmissione dei principali eventi sportivi e appunto gli spettacoli comici.

Il pub in questione si chiama Flogging Molly ed è d’ispirazione irlandese. Un locale chiuso, scuro e con il soffitto a botte. Quando arriviamo il comico ha già iniziato, prendiamo una pinta e ci sediamo ad ascoltarlo. Parla piuttosto veloce e quindi non riesco a cogliere proprio tutto, parte comunque dalle sue impressioni sulla Scozia. Chiede quanti del pubblico vengano da Scozia, Galles, Inghilterra ed Irlanda. Solo una coppia d’inglesi alza la mano e quando lo fanno, ovviamente per scherzo ma forse non troppo, uno degli scozzesi urla un “Buuuh”. Il comico prende in giro la famiglia reale e in particolare il Principe Filippo, poi passa alla sua esperienza al campo base dell’Everest, dove ha tenuto lo spettacolo di stand-up comedy più alto della storia, entrando anche nel Guinness dei primati. Il suo è un umorismo abbastanza crudo, ogni tanto velatamente sessista, ma non abbastanza da risultare fastidioso o preoccupante. Nell’ultima parte dello spettacolo si occupa della questione dello stupro che a quanto pare ha diviso l’opinione pubblica britannica durante l’estate. Dice che a Londra, dove abita, tutti i locali non accettano che i comici ne parlino, lui però ritiene che, entro certi limiti, si possa parlare anche di questo in modo scherzoso, se non altro perché è comunque un modo per affrontare il problema. Per dimostrarlo ci racconta di un tentativo di stupro da lui subito qualche anno fa. Lo spettacolo si conclude con applausi abbastanza meritati. Anche se non sono d’accordo con tutte le opinioni da lui espresse è stato comunque molto interessante assistere ad un esempio di fenomeno culturale così popolare nel mondo anglo-sassone.

arthur-7Usciamo e andiamo a mangiare in un altro pub nello stesso quartiere. Prendiamo entrambi due hamburger. Il mio è abbastanza classico ma il sapore non mi convince troppo e sembra, come la pie di ieri sera, che abbiano appena scongelato gli ingredienti al microonde. Il resto della serata lo passiamo lungo il Royal Mile, ad osservare gli artisti di strada, tra cui si distingue un giapponese la cui abilità principale è camminare sulle mani. Niente di così straordinario, ma è anche un bravissimo intrattenitore e sa fa divertire il suo pubblico, stasera piuttosto nutrito.

Ritorniamo in ostello, domani lasceremo Edimburgo per andare a Stirling, un luogo simbolo della secolare lotta scozzese per l’indipendenza.

Links:

https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Stuarda

https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Edimburgo

Francesco Ricapito       Settembre 2016