Il mago inglese Aleister Crowley già in vita si è fregiato degli appellativi, tra i tanti, di “La Grande Bestia”, “uomo più infame del mondo”; e questo dovrebbe far capire che difficilmente si può fare a meno dell’aggettivo “controverso” quando si vuole raccontare la vita e l’opera di questo eclettico e inquietante personaggio. D’altra parte le biografie oscillano tra la descrizione di un poeta e filosofo anarchico, geniale nell’incorporare innumerevoli elementi e principi orientali nel pensiero occulto occidentale, icona della cultura hippie degli anni Settanta, e l’immagine di una persona gravemente disturbata, fonte di ispirazione per movimenti satanisti, responsabile di atti immorali, spregiudicati e forse criminali. Comunque stiano le cose quanto pubblicato da “Tre Editori” rappresenta Aleister Crowley nella sua versione di studioso e l’aspetto della “Grande Bestia” non viene contemplato se non in riferimento alla prima appendice biografica al libro, “Crowley, I Ching e Mussolini”, a cura del traduttore Giorgio Ritter. Stephen Skinner nell’indispensabile presentazione a “I Ching” di Aleister Crowley semmai ha voluto precisare come quella del “mago” inglese non sia una vera e propria traduzione dell’antico sistema divinatorio cinese, piuttosto “una modifica della traduzione di [ndr: James] Legge” (pp.19). Mentre fino ad allora “Il libro dei mutamenti”, sotto l’influsso del pensiero confuciano, veniva considerato un classico taoista o letterario, “nel contesto della filosofia, dell’etica e della morale” (pp.10), le cose cambiano con Crowley che, significativamente, volle tornare allo spirito dei suoi creatori originali e quindi ad un vero e proprio strumento di divinazione. Skinner ricorda quindi Carl Jung, che sviluppò una teoria della sincronicità volta a spiegare quello che la razionalità occidentale non poteva contemplare, il significato degli esagrammi e dei trigrammi, il rapporto yang con yang, yin con yin, la versione “magica” di Crowley alla luce della Cabala. Così infatti scrive “To Mega Therion” subito ad introduzione del suo adattamento: “L’I Ching ha forma matematica e filosofica. La sua struttura è affine a quella della Cabala. Gli strumenti sono semplici e cinque minuti sono sufficienti per ottenere una risposta esauriente a qualsiasi domanda, tranne gli interrogativi più oscuri” (pp.25)
Anche la nota alla traduzione ci fa capire l’importanza degli interventi sia del curatore che del traduttore; non soltanto per circoscrivere e rendere intellegibile al lettore una materia molto complessa e con alle spalle una storia secolare, ma proprio in riferimento i “Ching” in quanto tali: “Il testo di Crowley è l’adattamento di un’opera tutt’altro che perspicua, quindi è un testo arduo che esige grande impegno alla lettura. Allo stesso tempo è proprio questa sua caratteristica a conferirgli la capacità di suggerire molteplici significati [..]” (pp.24).
Al termine dei 64 esagrammi – da “Khien” a “Wei Zi” – ognuno composto da due trigrammi, possiamo leggere altri due testi di Crowley (appendice II e appendice III), redatti “con l’intenzione di leggerle personalmente ad un pubblico non specialistico”; ed effettivamente anche queste pagine potranno contribuire a diradare alcune delle ombre che caratterizzano il testo. Complessità che ha una sua ragion d’essere in relazione ad una filosofia antichissima e lontanissima da noi: “la prima informazione che possediamo su di esso è che in origine era composto dai Trigrammi di Fu Xi, creati intorno al 3322 a.C.” (pp.167). Poi le interazioni, un sistema degli Yi, che lo studioso ed esoterista britannico considera in realtà “estremamente semplice e adeguato, e se lo si esamina risulta identico al sistema della Sacra Cabala” (pp.166). Ed infatti: “Le trasformazioni descritte nel Libro dei Mutamenti sono prodotte dall’interazione del Sole e Luna. Poiché ogni fenomeno è un atto d’amore sottoposto alla volontà, si può osservare in qual modo i Cinesi consideravano questo tema: tutto ciò che accadeva era il risultato di una interazione tra il principio solare e il principio lunare” (pp.167). Osservazione conseguente con quanto Crowley scrive al termine del suo “Correlazioni fra I Ching e tarocchi”: “Il sistema cinese è perciò in ogni modo equivalente alla nostra stessa Cabala, ed è estremamente interessante osservare che essi raggiungono l’idea dei nostri propri sistemi di iniziazione senza invocare alcun’altra formula all’infuori della Coppia” (pp.180).
Interventi e parafrasi che riconducono “I Ching”, nella versione del “mago”, ad una coltissima saggistica, ad una sorta di proposta manualistica, piuttosto che ad una semplice traduzione di letteratura arcaica cinese. E con una sua logica Crowley, come ricorda Ritter citando John Symonds, già prima dal 1920, consultava regolarmente Il Libro dei Mutamenti: “L’oracolo cinese aveva parlato e Crowley annotò enfaticamente nel diario che soltanto la risposta dell’I Ching lo aveva indotto a partire per Cefalù” (pp.159). L’esito del soggiorno non fu dei migliori, le profezie che furono annotate successivamente nel suo “Diario magico” si realizzarono solo in parte, mentre “aveva ben visto che i comunisti e il resto dell’opposizione della politica italiana sarebbero stati trattati da Mussolini proprio come era stato trattato lui” (pp.162). Al di là dei risultati si comprende ancora una volta come in Crowley lo studio di questi antichi testi fosse finalizzato a supportare la sua attività di indovino; e difatti Skinner ci ricorda come si sentisse tutt’al più in sintonia “con l’orientamento filosofico del Taoismo che con la visione confuciana della vita […] forse Crowley vide l’etica confuciana come riflesso della rigida struttura sociale dell’Inghilterra vittoriana, da lui assai disprezzata” (pp.21). Del tutto coerente con la personalità anarchica della “Grande Bestia”.
Edizione esaminata e brevi note
Aleister Crowley, pseudonimo di Edward Alexander Crowley (Leamington Spa, 12 ottobre 1875 – Hastings, 1º dicembre 1947), è stato un esoterista, scrittore e alpinista britannico. Figura assai controversa, è considerato il fondatore del moderno occultismo e fonte di ispirazione per il satanismo. Uomo di vasta cultura, è considerato una figura chiave nella storia dei nuovi movimenti magici.
Stephen Skinner, (1948) è un autore, editore, editore e docente australiano. È esperto di magia, feng shui, geometria sacra e alchimia. Ha pubblicato più di 46 libri in oltre 20 lingue.
Aleister Crowley, “I Ching”, Tre Editori (collana “Tre Sotterranei”), Roma 2018, pp. 190. Introduzione di Stephen Skinner. Traduzione di Giorgio Ritter.
Luca Menichetti. Lankenauta, agosto 2018
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