Twain Mark

Lettera da Babbo Natale

Pubblicato il: 12 Febbraio 2019

Chi non ha mai creduto a Babbo Natale? Da bambini è una dolce leggenda, che poi è bello riproporre a figli e nipoti. Così accade anche per un grande scrittore come Mark Twain, che nel Natale del 1875 fa trovare a sua figlia Susie Clemens, insieme ai regali, una lettera scritta da Babbo Natale in persona.

Il panciuto vecchietto americano non viene dalla Lapponia, ma addirittura dalla Luna, dove c’è un fantomatico “Palazzo di san Nicola”, sua residenza probabilmente.

Susie e la sorellina, da brave bambine, hanno già scritto le loro letterine a Babbo Natale sia con l’ausilio della mamma e delle tate, sia da sole, come sono state capaci, usando quei segni e disegni che fanno i bambini piccoli e che agli adulti paiono scarabocchi, ma che per Babbo Natale son comprensibili, visto che “tutti quelli che vivono sulla luna sono ragazzi che usano solo quei caratteri”. Addirittura il nostro ha avuto difficoltà con l’inglese scritto degli adulti.

Come da tradizione Babbo Natale entra dal camino col suo sacco pieno di regali e cerca di esaudire i desideri delle piccole, purtroppo però non è stato possibile portare proprio tutto. Ad esempio l’ultimo lotto di mobili per bambole è andato a una bambina molto povera che vive sulla Stella Polare e che si chiama Fiocco di Neve.

La piccola Susie potrà farsi indicare la Stella dalla mamma e scrivere anche una lettera a questa bambina. L’impossibilità di procurare un regalo simile diventa qui un’educazione all’altruismo, all’attenzione per gli altri e alla capacità di rinunciare a qualcosa che si desidera a favore di chi è meno fortunato.

Babbo Natale è, come si intuisce dalla lettera, un personaggio piuttosto articolato, non si fa vedere, ma parlerà con Susie attraverso uno strumento portavoce e le chiederà dettagli sul baule con i vestiti per le bambole che ha chiesto. C’è tutto un cerimoniale, un’attesa trepida per il suo arrivo e si possono immaginare lo stupore e la gioia della piccola Susie, che racconterà alle amiche di aver parlato con l’arzillo vecchietto in persona.

Possiamo immaginare e apprezzare anche la fantasia e l’abilità di Twain per non farsi scoprire dalla figlioletta, il suo Babbo Natale è preparatissimo, organizzato fin nei dettagli, dà istruzioni molto precise su come comportarsi a tutti i membri della famiglia. Addirittura, se i suoi stivali lasceranno una macchia sul marmo dell’ingresso, il domestico non dovrà pulirla con la pomice, ma lasciarla lì, in memoria della sua visita.

Questa breve e divertita lettera è splendente dell’amore di un genitore per i propri figli, è tenera e dolce, è un voler preservare intatta – per quei pochi anni dell’infanzia – la magia del Natale, un senso d’attesa e di bellezza.

Twain avrà una vita familiare travagliatissima, perché solo uno dei quattro figli (un maschio morto piccolo e tre femmine) gli sopravviverà, Clara. Qui vuol regalare alle due bambine (la terza nascerà nel 1880) un momento di felicità, quasi un piccolo scrigno luccicante da conservarsi prima che la vita porti disincanto e difficoltà.

Edizione esaminata e brevi note

Mark Twain, pseudonimo di Samuel Laughtorne Clemens (Florida 1835-Redding 1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense.

Mark Twain, Lettera da Babbo Natale, Mantova, Edizioni Oligo 2019, collana Daimon. Traduzione di Cristiano Ferrarese.

https://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Twain

https://www.cmgww.com/historic/twain/