Aratari Florinda, Campanelli Chiarastella, De Angelis Manuela

Dai mamma… Racconta! Piccola raccolta di storie risananti

Pubblicato il: 11 Aprile 2021

copertina

Dai mamma, racconta!

Questa “piccola raccolta di storie risananti”, giá nel titolo delinea uno spazio di ascolto e dialogo tra adulto e bambino. Uno spazio in cui le emozioni occupano un posto centrale. Suggestione, turbamento, eccitazione… con il loro potere destabilizzante, ci mettono di fronte alle piccole/grandi difficoltà, ai limiti comportamentali, che intervengono nel mondo fatato dell’infanzia. E proprio a partire da questi limiti, le autrici propongono un processo di “risanamento” che passa attraverso la narrazione.

La raccolta include quattro storie, tutte al femminile.

Nata dalla creatività di Manuela de Angelis, troviamo Gigliola, bambina irruenta, che con le sue strilla fa imbizzarrire i puledri e spaventa i tulipani. Pure le piante erano sul punto di traslocare, portandosi dietro i loro semi, quando la piccola vicina di casa, Domitilla, interviene con una risata.

“Domitilla rise e Gigliola si dovette trattenere perché quella risata la stava contagiando”.

Il potere della risata che sblocca, irrompe e spezza, apre un varco nel cuore. L’umorismo come chiave di volta. Gigliola converte le energie impiegate nel suo continuo arrabbiarsi, in un impeto di curiosità verso il Borgo in cui vive: la fontana, il piazzale, le colline, l’albero di Melo con i suoi colori…

Manuela de Angelis ci presenta anche Filomena, bambina mite e assennata, nel cui animo è racchiusa la paura della solitudine. Intenta a mettersi alla prova esplorando il buio, si ritrova a prendersi cura di un uccellino: una piccola taccola. Anche qui, le energie rivolte a sfidare la propria oscurità interiore convogliano verso un obiettivo luminoso: la cura dell’altro.

Poi è la volta di Chiarastella Campanelli, che con una narrazione particolarmente evocativa, ricca di immagini metaforiche, ci porta in una dimensione poetica, attraverso la sua Margherita dagli occhi azzurri, figlia di re. Sopraffatta da un turbinare di farfalle nella pancia, la piccola principessa corre cadendo su un tavolo pieno di vasetti di colore, e trasforma l’emozione da cui fuggiva in un atto liberatorio: la pittura. Inizia a miscelare i colori per creare una molteplicitá di nuove sfumature, fino alla tinta piú difficile da ottenere: il nero, che Margherita crea bagnando di lacrime un pezzo di carbone.

Ancora il nero, come prima il buio di Filomena, a rappresentare l’ombra che illumina, il fondale da cui riemergere.

La caratteristica di queste storie credo sia la semplicità, la dolcezza, l’indulgenza.

Senza pur tralasciare qualche nota piú acre, che ho trovato nel racconto di Florinda Aratari, dove i bambini capricciosi si trasfigurano fino a diventare brutte scimmie. E forse ricorda quel tipo di educazione alla vecchia maniera, basata sul senso di vergogna e sull’espiazione: “il bambino… nel vedersi così trasformato, non riuscì più a trattenere il pianto… provava vergogna per come era diventato”, “versava lacrime copiose… che gli portavano via i peli scuri mentre, sotto questi, riappariva il suo volto gentile”.

I testi sono impreziositi dalle illustrazioni ad acquerello di Petra Donau. Dal contrasto tra tinte vivaci e pennellate tenui emergono figure indefinite, ma dall’impressione forte, che evocano il sogno, il vagheggiamento frammentario della mente che immagina.

Non finisce qui. A concludere, troviamo un contributo sul teatro di Giordana Tieghi, accompagnato da un allegato: la riduzione teatrale della fiaba di Pinocchio.

Giordana Tieghi, con uno stile che ho trovato raffinato, descrive il concetto di “fiaba” nella sua complessità, e ci ricorda l’importanza della drammatizzazione teatrale per la storia dell’uomo. La drammatizzazione come facoltá propriamente umana, che amplia la coscienza, portandoci a trascendere noi stessi, per immergerci in altre dimensioni.

Pinocchio, una storia universalmente conosciuta, che da decenni passa di bocca in bocca, di teatro in teatro, é intuibilmente qualcosa di piú della storia di un “bambino cattivo” che diventa un “bravo bambino”. È qualcosa di piú di un bel racconto: é una fiaba. Ci prende per mano e ci conduce attraverso le metamorfosi dell’anima, nel luogo dove vivono gli archetipi. La fiaba che svela, risveglia e mai esaurisce le sue molteplici sfumature di interpretazione. La fiaba come seme che “doniamo all’anima dei bambini”, le cui fioriture di speranza, coraggio e ideali, continueranno a fruttificare per sempre.

Mi sembra doveroso soffermarmi sulla cura particolare della forma che caratterizza questa raccolta. La carta da stampa: Burgo Usomano, color crema, spessa, piacevole al tatto, con un’ottima resa cromatica delle immagini. L’impaginazione pulita, curata nei dettagli. Il carattere tipografico Easy Reading, progettato per prevenire lo scambio percettivo tra lettere simili, e valido strumento compensativo per lettrici e lettori con dislessia.

In effetti, “Dai mamma… Racconta!” è più che un libro, è un progetto in favore di bambini con bisogni educativi speciali, realizzato dall’associazione culturale Libera Scuola Janua, e che si avvale del contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale.

I racconti credo possano essere pienamente apprezzati da bambini in età scolare, ma se coadiuvati da un adulto che ne chiarisca i passaggi piú complessi si adattano anche ai piú piccoli. Le riflessioni sul teatro, invece, possono essere spunti interessanti per gli adulti.

Insomma, un libro per grandi e piccini. Un bel libro da regalare, data la cura con cui si presenta, o da regalarsi, per concedersi un piccolo spazio di riflessione e “risanamento” con i propri piccoli.

Edizione esaminata e brevi note

Florinda Aratari, Chiarastella Campanelli, Manuela De Angelis, Dai mamma… Racconta! Piccola raccolta di storie risananti, illustratrice Petra Donau, contributo sul teatro e riduzione teatrale di “Pinocchio” di Giordana Tieghi, collana Sirentina, Editrice Il Sirente, 2020