Marrucci Claudio, Parissi Carmela

Fantasme: da Messalina a Giorgiana Masi, dove e come incontrarle

Pubblicato il: 27 Settembre 2021

Esce per i tipi di Fefè nella collana Pagine vere, un libro singolare: Fantasme. Il titolo è quanto mai evocativo e sufficientemente programmatico: un termine esclusivamente maschile viene dotato per la prima volta di un plurale femminile. Fenomeno bastevole per una storia a sé stante. Di fatto, la prefazione di Claudio Marrucci, che confeziona una raccolta di biografie di defunte non proprio in pace da un’idea dell’illustratrice Carmela Parissi, spiega bene la scelta linguistica e il rispetto dell’autore per l’identità di genere traghetta la riflessione su un piano sociologico. L’universo femminile soffre, oltre che di una storica bassa considerazione sociale, economica, professionale, anche di alcune carenze terminologiche. Il neologismo fantasme sembra rendere, almeno in parte, giustizia a queste anime tormentate, accomunate da morte violenta o da una vita che ha impedito loro di staccarsi definitivamente dalla dimensione terrena. L’Italia è Paese di castelli, palazzi, ville, magioni e luoghi storici, abitati fin dall’antichità:  spesso abbandonati, o con nuove destinazioni d’uso, oggi molti di quei posti sono “visitati” (o meglio,  “infestati”) dalla presenza lieve ma persistente di ciò che rimane di talune delle antiche abitanti. Su di loro si concentra la raccolta, frutto di una scelta che ha comportato dolorose esclusioni, per altro ricomposte in un capitolo finale dedicato a Fernanda Pivano, dove sono elencate ottanta fantasme, suddivise per regione geografica, a rappresentarne tuttavia sicuramente molte altre qui non ricordate. A proposito di dediche, quella a Cecilia Gatto Trocchi dell’intero libro mi lascia personalmente stupita. Definita qui “maestra di magia e occultismo”, io la ricordo impegnata a screditare proprio questi fenomeni. Ma quando si entra nei territori del paranormale, evidentemente l’impressione personale è quanto di meno oggettivo possa venire reclamato.

Marrucci restituisce voce a venticinque donne vissute sul suolo italiano dall’antichità ad oggi, inseguendo leggende e tradizioni, confessando senza scendere nei particolari di essere stato in qualche modo personalmente “toccato” da talune presenze, perché lo scrittore è un’anima sensibile e – forse – perfino sensitiva. Ogni biografia si apre con “la voce” della donna scomparsa (La voce di lei), a raccontare la propria storia, talvolta a gridare la propria fine infelice (della Baronessa di Carini leggiamo il “compianto” tradizionale, riportato in siciliano e in traduzione), per poi descriverne la figura storica (Nel ricordo degli uomini),  le modalità di apparizione (Sussulti, fremiti, brividi), il luogo che ne testimonia la presenza (Il luogo infestato), così che il lettore si trova a sfogliare una specie di itinerario spiritico d’Italia. Conclude ciascuna vicenda una ricetta, tipica della località in cui cercare le tracce della defunta (Per evocare la fantasma): le dosi sono segrete, perciò è opportuno rivolgersi alla trattoria del luogo. Se avremo fortuna, potremmo essere serviti dalla fantasma stessa.

Bello questo connubio storia-morte-cucina, ha il sapore del culto antico dei defunti, mai solamente religioso o pietistico, ma legato al cibo, alla convivialità, cioè alla vita, che è quanto di più naturale ci sia nell’umana natura, poiché la morte non è che l’aspetto conclusivo dell’esistenza, ma non certo della memoria, personale o collettiva che sia.

Ripercorriamo tutte le epoche storiche della nostra Penisola, dagli Etruschi al Medioevo e al Rinascimento (periodi di fervida attività edilizia per ciò che concerne i castelli e i palazzi signorili), per arrivare ai giorni nostri. Attraversiamo borghi, rocche, piazze, quartieri e ponti della nostra bella Italia e se non fosse che all’apertura del capitolo c’è la triste storia di una qualche sventurata, parrebbe proprio di trovarsi in mano una guida turistica, con tutte le informazioni per appetitose gite domenicali o brevi soggiorni. Che magari potremmo anche mettere in programma, senza dimenticare un pensiero o una preghiera per le anime che non trovano pace neppure dopo la morte.

L’ordine di presentazione delle fantasme non segue tuttavia la storia, non la geografia in senso stretto, ma una “sensibilità personale” come confessa in apertura Marrucci. Si parte dalla pittrice Artemisia Gentileschi, che oltraggiata in vita da un infame processo e costretta a un’esistenza faticosa, neppure da sepolta trova pace: la Chiesa napoletana che ne custodiva i resti viene infatti sacrificata alla costruzione dei Grandi Magazzini; si leggono le vicende molto simili e molto tristi di tante giovani costrette a sposarsi per convenienze patrimoniali, in un crescendo di violenze paterne o coniugali (ma sempre maschili) che se non ne fanno le vittime dirette (di omicidi o suicidi), le trasformano in carnefici. Così sfilano davanti a noi le storie delle assassinate, delle murate vive, delle torturate, delle abusate. Ogni epoca ha la propria rappresentante, o più d’una, molto note, o quasi sconosciute: Messalina, Amalasunta, Isabella de’ Medici, Bianca Maria Scapardone contessa di Challant, Laura Lanza baronessa di Carini, la piccola Guendalina Malatesta (Azzurrina), Beatrice Cenci, la giovane partigiana Rita Rosani, la studentessa Giorgiana Masi. Non tutte le fantasme muoiono di morte violenta, ma tutte, indistintamente, hanno subito una qualche violenza in vita, non fosse altro l’imposizione del tipo di esistenza (a buon diritto viene ricordata la bella Rosin, ovvero Rosa Vercellana, moglie – ma soltanto morganatica e mai riconosciuta ufficialmente – del re Vittorio Emanuele II).

La tradizione e la trasmissione orale vogliono che i luoghi in cui si consumò l’esistenza, e soprattutto il trapasso delle donne elencate, rechino segni più o meno tangibili della loro presenza: qualcuna è stata avvistata, altre fotografate, registrate, ricercate da speciali équipes. Ma non è il fenomeno paranormale (sulla cui autenticità non esiste prova) che interessa l’ideatrice della raccolta e chi l’ha rivestita di un corpo letterario: ridare voce a queste bambine, fanciulle, o donne adulte che siano, significa restituire loro la memoria disonorata dall’oblio e dai soprusi, riportarle davanti ai nostri occhi come persone, con i propri desideri e progetti infranti, con il dolore e la fatica del vivere che tocca in sorte, oggi come allora, a moltissimi esseri umani.

Suggestive le illustrazioni di Carmela Parissi, in un elegante bianco e nero a cavallo tra il Liberty e il fumetto, tra la vetrata gotica e le pale d’altare moderne, quasi che le fantasme fossero le martiri di ogni epoca che tornano a chiedere un po’ di comprensione e di pietà a una vita che le ha sconfitte e a una morte che le ha rifiutate.

Edizione esaminata e brevi note

Claudio Marrucci Scrittore, traduttore da spagnolo e inglese, poeta. Ha pubblicato il romanzo Ammet-
tiamo che l’albero parli (Fahrenheit 451), la silloge poetica Miles-poesia in presa diretta (Fusibilialibri), il libro di critica letteraria Antonio Veneziani (Coniglio Editore).[dalla quarta di copertina]

Carmela Parissi Sue le 25 immagini a tutta pagina delle FANTASME. Graphic designer/illustrator
per l’advertising commerciale, illustratrice scientifica e naturalistica, disegnatrice di
reperti archeologici, illustratrice d’arte, con clienti nel pubblico e nel privato.[dalla quarta di copertina]

Claudio MarrucciCarmela Parissi, Fantasme: da Messalina a Giorgiana Masi, dove e come incontrarle, Roma, Fefè Editore, 2021. 262 p.

 

Ilde Menis, settembre 2021