Radford Michael

Il mercante di Venezia

Pubblicato il: 28 Gennaio 2009

 Nel XVI secolo Venezia è una città popolosa, dal vivace traffico mercantile, è luogo di piaceri e divertimenti, brulicante di prostitute come un gigantesco lupanare. Il giovane Bassanio, che ha dilapidato tutti i suoi averi, desidera corteggiare e conquistare la bella ereditiera Porzia, regina di Belmont, ma non possiede i mezzi necessari. Chiede allora un prestito al suo fraterno amico, il mercante Antonio, che però ha tutte le sue fortune impegnate in navi in viaggio nei paesi più disparati e quindi, per far fronte alle richieste di Bassanio, decide di rivolgersi al vecchio usuraio ebreo Shylock.

Costui si dichiara disposto a prestargli i tremila ducati, ma in pegno vuole una libbra della carne di Antonio, da tagliarsi nella parte del corpo che più gli aggraderà. Antonio accetta.

Bassanio parte per il vicino regno di Belmont per andare a conquistare la bella Porzia. Costei è vincolata da un giuramento al defunto padre, che non l’ha lasciata libera di scegliersi uno sposo. La sua sorte è infatti legata ad una prova che i suoi pretendenti devono superare: di fronte a tre forzieri, uno d’oro, uno d’argento e uno di piombo con un cartiglio esplicativo, ciascun possibile marito deve scegliere. Colui che, all’interno del forziere, troverà il ritratto di Porzia, diverrà il suo sposo.

L’astuto padre naturalmente ha nascosto l’effigie della figlia nel bauletto meno appariscente, quello di piombo, e molti pretendenti sono già stati cacciati via sconfitti, perché si sono fatti abbagliare dalla preziosità degli altri contenitori. Solo l’innamorato Bassanio riuscirà nell’intento.

L’intreccio però si complica non appena si diffonde la notizia che le navi di Antonio sono tutte naufragate e che perciò egli è diventato un debitore insolvente: Shylock pretende – ed è un suo legale diritto – il pagamento della libbra di carne pattuita ed è deciso a non cedere.

Egli desidera vendetta poiché Antonio l’ha spesso offeso, bistrattato, malmenato per il suo essere ebreo e per la pratica dell’usura.

Si arriverà di fronte al doge e, quando tutto sembrerà perduto per Antonio, un giovanissimo dottore in legge padovano, accompagnato dal fedele servitore, risolverà la faccenda salvando la vita ad Antonio e costringendo alla resa il vecchio Shylock. Ad accompagnare e complicare la storia, amori che s’intrecciano a vari livelli, la fuga della figlia di Shylock, Jessica, con un cristiano, travestimenti, scambi d’anelli fino al lieto fine per tutti, tranne che per lo sconfitto Shylock.

La realizzazione cinematografica aderisce fedelmente al testo shakespeariano, ne ripropone il ricco linguaggio e risulta nell’insieme interessante e ben congegnata.

Venezia è particolarmente nebbiosa e umida, alcuni scorci sono ricostruiti, altre scene invece rivelano precise zone della città. Unico appunto riguarda la residenza di Porzia, Belmont, che s’immagina situata in un’isola lagunare. Una costruzione del genere – una grande villa con giardino – è plausibile sulle rive di un grande lago dell’Italia settentrionale, certamente non in mezzo alla laguna. Belli invece gli interni (girati in una villa sulla riviera del Brenta) e la scenografia in generale, come pure sfarzosi sono i costumi, di foggia originale e stoffe preziose.

L’intera rappresentazione è ambientata tra due mondi differenti: da un lato Venezia, il mondo reale, concreto dei mercanti e del denaro, dei commerci e dei banchetti, degli amori ragionevoli e borghesi; dall’altro Belmont, il regno della bellissima e ricca Porzia, donna-maga, sovrana del mondo della fantasia e dell’immaginazione, un universo arcaico in cui lei domina modificando il destino altrui.

Costante è la contrapposizione e il contrasto tra questi due mondi.

Il personaggio di maggior spessore – nel film come nella commedia shakespeariana – è Shylock l’ebreo, qui un Al Pacino molto energico ed efficace.

Shylock è la vera figura tragica della vicenda, egli incarna non l’avarizia – rifiuta infatti un doppio risarcimento del suo denaro – bensì lo spirito di vendetta, vissuto con passione assoluta, totalizzante, eccessiva.

Shylock appartiene al mondo di Porzia, sua antagonista, proprio per la forza con cui esaspera il suo sentimento di vendetta, ma Shylock vive a Venezia, nel mondo borghese ed è quindi diviso in se stesso, lacerato. Egli incarna – questo il film vuole evidenziare – l’altro, il diverso, è l’ebreo tra i cristiani, è tra due mondi, tra Venezia e Belmont e, alla fine, non appartiene del tutto a nessuno di essi. È e rimane una figura tragica – e lo si vedrà bene nel finale – inserita in una commedia che ha invece artifici brillanti e lieto fine canonico.

Lieto fine per tutti, ma non per Shylock, cui l’aver salva la vita e parte dei beni conta ben poco, quando viene costretto a riconoscere ed accettare un genero cristiano, non solo, ma addirittura deve convertirsi alla religione di coloro che disprezza ed esser quindi emarginato dalla sua stessa tribù.

La sua distruzione se non fisica, morale, è completa.

L’interpretazione di Al Pacino è grande e riesce a rendere molto bene la complessità del personaggio, tanto da oscurare un poco gli altri, seppur validi, componenti del cast.

Signora del regno dell’immaginazione, antagonista di Shylock e risolutrice della vicenda è Porzia (Lynn Collins), bella e fascinosa. Suo l’artificio del travestimento da uomo e quindi il tema dell’identità mutevole, suo il tema della beffa (la vicenda degli anelli).

L’intera storia alterna elementi brillanti e amorosi, da commedia appunto, con la tragicità incarnata da Shylock.

Gli altri personaggi appaiono meno approfonditi dell’ebreo: Bassanio (Joseph Fiennes) è un giovanotto scapestrato, un poco superficiale, che pensa a Porzia, ma anche alla sua eredità, e Antonio (Jeremy Irons) è un malinconico mercante, innamorato di Bassanio e disposto a rischiare tutto per lui.

Potrebbero riproporre per certi versi quelle amicizie grandiose, degne dei grandi eroi mitologici, ma Shakespeare stesso non ha dato a nessuno di loro tanta potenza e spessore.

Buffi e variopinti inoltre i pretendenti di Porzia, caricature di principi, destinati tutti al fallimento e al ridicolo.

Articolo apparso su lankelot.eu nel gennaio 2009

Edizione esaminata e brevi note

Regia: Michael Radford.

Sceneggiatura: Michael Radford.

Tratto da una commedia di: W. Shakespeare.

Direttore della fotografia: Benoit Delhomme.

Montaggio: Luca Zucchetti.

Interpreti principali: Al Pacino, Jeremy Irons, Joseph Fiennes, Lynn Collins, Allan Corduner, Charlie Cox, Gregor Fisher, Mackenzie Crook.

Musica originale: Jocelyn Pook.

Produzione: Cary Brokaw, Barry Navidi, Jason Piette, Michael Cowan.

Origine: USA, 2004.

Durata: 138 minuti.

Info Internet: sito ufficiale del film / sito ufficiale del regista.

Articoli e approfondimento: Repubblica / Castlerock / Dark Star Cinema.