Ricapito Francesco

8350,6 Chilometri: Viaggio in Auto da Venezia a Lisbona – 6 – Bilbao, La Costa Galiziana, Tramonti Epici e Scogliere Memorabili

Pubblicato il: 20 Luglio 2016

Mappa Spagna

Camping Valdoviño, Galizia, 20 agosto 2015

Anche se durante la notte non ha piovuto, quando ci svegliamo la tenda è fradicia, l’umidità nell’aria e il caldo hanno creato molta condensa. Non possiamo aspettare che si asciughi al sole e così la dobbiamo mettere via ancora bagnata e non è nemmeno la prima volta.

Il piano di oggi è piuttosto semplice, visitare Bilbao la mattina e per poi macinare qualche altra decina di chilometri per avvicinarci alla Galizia. Contiamo di trovare un altro campeggio sulla costa.

Bilbao, Bilbo in basco, oggi è famosa nel mondo per il museo Guggenheim ma per gran parte della sua storia era conosciuta soprattutto per le sue industrie. Bilbao non è sul mare ma il fiume Nerviòn che l’attraversa è perfettamente navigabile, la sua foce non è molto distante, di conseguenza la città divenne un importante snodo commerciale con le colonie americane. Nel XIX secolo sorsero numerose acciaierie, cantieri navali e stabilimenti chimici, proprio per questo durante il XX secolo la città fu spesso considerata fondamentale da un punto di vista strategico.

Dopo la fine del periodo franchista Bilbao avrebbe potuto facilmente diventare una città depressa con aree industriali dismesse ma da quando, nel 1997, venne inaugurato il Museo Guggenheim, la città ha cominciato ad affermarsi come centro culturale e artistico sulla scena internazionale.

Dopo un’affannosa ricerca riusciamo finalmente a trovare parcheggio, guidare per le grandi città senza sapere dove andare mi provoca sempre ansia perché ho il terrore di finire in qualche ZTL. Si capisce subito che Bilbao ha Bilbao 1un animo lavoratore e industrioso, il traffico è intenso e la gente si muove più velocemente che a San Sebastiàn. Raggiungiamo il fiume e poco dopo intravediamo il museo.

L’ideatore della struttura è il canadese Frank Gehry, il quale si è ispirato alla storia della città: la zona dove ora sorge il museo era infatti un’area industriale abbandonata e le lastre di titanio che coprono l’edificio ne sono un chiaro riferimento. Inoltre gli effetti di luce che creano le fanno assomigliare alle scaglie di un pesce e pure questo non è un caso: la pesca ha avuto per molti anni un ruolo fondamentale per Bilbao.

Dalle immagini devo dire che mi era sempre sembrato più piccolo di quel che è in verità e infatti non riesco a trovare una buona posizione da cui scattare una bella foto complessiva dell’edificio. In qualunque punto ci si trovi questo cambia aspetto e l’attenzione viene sempre attirata da un dettaglio più che dalla vista complessiva.Bilbao 2

Intorno al museo ci sono altre opere bizzarre esposte: una di queste si chiama Maman ed è una scultura di metallo di Louise Bourgeois rappresentante una sorta di ragno a sei zampe alto sette metri. Dovrebbe simboleggiare un abbraccio protettivo. Io, che di arte contemporanea ci capisco poco, la trovo piuttosto inquietante. Di fianco al museo si trova pure una grande vasca d’acqua dalla quale ogni tanto provengono spruzzi vaporizzati che creano una sottile nebbiolina. Sul lato opposto invece troneggia Puppy, un cane seduto alto dodici metri e coperto interamente di fiori.

Buon senso vorrebbe che noi almeno provassimo ad entrare nel museo per vedere una delle mostre, ma la molta gente, il caldo ed una comune scarsa attrazione verso i musei ci convincono a proseguire. Camminiamo lungo il fiume ed arriviamo al ponte Zubizuri, creazione del famoso quanto controverso architetto spagnolo Santiago Calatrava.
In giro per il mondo ho avuto modo di vedere alcune delle sue opere e, abitando a Venezia, mi capita spesso di dover attraversare il ponte che qui ha progettato sul Canal Grande. Forse per il fatto che suddetto ponte ha gli scalini più scomodi del mondo e che questi diventano trappole scivolose nelle giornate di pioggia, di fatto a me Calatrava non sta per niente simpatico. Certo le sue opere sono senza dubbio bellissime e visionarie, ma un ponte difficile da attraversare perde buona parte della sua funzione.

Il ponte Zubizuri per fortuna ha pochi scalini, è sospeso e l’arcata che lo sorregge è inclinata, creando con suoi cavi d’acciaio degli effetti veramente ammirevoli. Continuiamo a passeggiare per la città ma il traffico e la confusione ci spingono a riprendere la macchina e ad allontanarci dalla vita urbana. Bilbao non ha il fascino e la bellezza di San Sebastiàn, tuttavia si percepisce che i suoi abitanti hanno saputo riqualificarla e sfruttarne al meglio il patrimonio. Un’operazione molto oculata e intelligente.

Lasciamo i Paesi BaBilbao 3schi con la sensazione di aver scoperto un piccolo tesoro di bellezza di cui ignoravamo completamente l’esistenza ed entriamo nella piccola quanto impervia Cantabria: anche qui, come nei Paesi Baschi, la popolazione locale ha sempre resistito valorosamente agli invasori, aiutata dalle catene montuose della Cordillera Cantàbrica e dei Picos de Europa, delle vere e proprie protezioni naturali. Superiamo Santander, il capoluogo della regione e dopo una cinquantina di chilometri arriviamo a Santillana del Mar, antica città medievale rinomata per la bellezza del suo centro storico.

Parcheggiamo poco fuori dal centro, dove le auto non possono entrare. Il nome della città è piuttosto fuorviante perché Santillana del Mar non è sul mare, non è santa e non è nemmeno in una zona pianeggiante (llana). Toponomastica mendace a parte, si tratta di un piccolo gioiello medievale magnificamente conservato, notevoli sono soprattutto il monastero e la chiesa attigua. Il complesso si chiama Colegiata de Santa Juliana dal momento che qui riposano i resti di Santa Giuliana.

Passeggiamo senza troppa fretta per le vie acciottolate e ci fermiamo in un negozio di souvenir per comprare una bottiglia di sidro di mele, una delle specialità regionali.

Abbiamo ancora qualche ora di luce e allora decidiamo di proseguire lungo la costa e alla fine di strada ne facciamo parecchBilbao 4ia, circa 200 chilometri. Ci concediamo il lusso dell’autostrada per avere più tempo di visitare qualche altro villaggio domani. Entriamo nella regione delle Asturie, morfologicamente molto simile alla Cantabria; la strada segue l’andamento della costa e così spesso ci ritroviamo con l’oceano sulla destra, con tanto di sole calante, e le cime dei Picos de Europa sulla sinistra. Nel mezzo una striscia di terra verdeggiante e dalle linee irregolari. Le Asturie sono l’unica regione della Spagna che non venne mai conquistata del tutto dagli arabi e gli abitanti sembra ne vadano molto fieri. Tra catalani, baschi, cantabrici e asturiani, comincio a pensare che le differenze regionali italiane non siano poi così forti in confronto a quelle spagnole.

Le frequenze di Rockfm sono disturbate dai monti e così ripieghiamo sulla nostra musica, Giorgia scopre nel mio i-pod i Jehtro Tull: gruppo inglese di vecchia data capeggiato da Ian Anderson, voce del gruppo e famoso anche per la sua bravura con il flauto traverso. Uno che riesce a fare rock con un flauto traverso non può che avere la mia ammirazione. Partiamo con la loro canzone più famosa: Aqualung, giro di chitarra iniziale inconfondibile e testo che parla di un clochard. Tuttavia la mia preferita è senza dubbio Locomotive Breath, “il respiro della locomotiva”: malinconica visione della vita come un treno dal quale non si può scendere, ma sul quale si può solo cercare di stare in piedi, “no way to slow down”, “non c’è modo di rallentare”. La canzone parte lenta, con un assolo di piano al quale poi si aggiunge la chitarra elettrica. Quando arriva anche la batteria la canzone accelera e prende un ritmo che arriva dritto alla testa e la fa ondeggiare a tempo. A metà canzone uno spettacolare assolo di flauto che si commenta da solo. Un mio amico tedesco una volta mi disse che se fosse diventato un pugile questa sarebbe stata la sua canzone per entrare sul ring. Ascoltandola è facile immaginarsi la scena.

Usciamo dall’autostrada nelle vicinanze di Cudillero, pittoresco villaggio di pescatori al quale si arriva tramite una ripida strada che scende lungo la costa asturiana. SAMSUNG CAMERA PICTURESNon abbiamo tempo per fermarci a visitarlo ma apprezziamo comunque il tramonto sul porto. Risaliamo la strada alla ricerca di un campeggio e la fortuna ci assiste, ne troviamo uno poco distante in mezzo alla campagna. Un campeggio per famiglie, molto tranquillo e riparato. Per cena ci prepariamo cous cous, ne abbiamo comprato una confezione i primi giorni e dobbiamo ancora riuscire a finirlo, quando lo si cuoce infatti le sue dimensioni aumentano in modo incredibile e la prima volta ci siamo ritrovati col cous cous che per poco non usciva dalla pentola. Assaggiamo il sidro cantabrico, buono ma non ci entusiasma. Lavo i piatti ascoltando i pettegolezzi di due signore spagnole, una sospetta che la figlia abbia un ragazzo e l’altra si lamenta del marito che sta sempre attaccato al telefono. La serata è tranquilla e il rumore del vento tra gli alberi del campeggio ci culla piacevolmente.

Quando ci svegliamo noto subito che la tenda è di nuovo fradicia nonostante non sia caduta una goccia di pioggia durante la notte. L’umidità del mare non lascia scampo, speriamo che il telo della tenda non faccia la muffa. La prima meta della giornata è una spiaggia quindici chilometri ad ovest della nostra posizione attuale: si chiama Playa del Silencio e sembra essere una delle più belle di tutta la Spagna. Seguiamo la strada statale e le sue numerose curve, attraversiamo un villaggio che si chiama Castañeras e dal momento che il villaggio natio di Giorgia si chiama Castagnaro, ci fermiamo per una foto. Poco dopo un cartello di legno scritto a mano ci indica la via, nel frattempo continuiamo ad incrociare qualche pellegrino del Camino de Santiago.

Un prato adibito a parchSAMSUNG CAMERA PICTURESeggio ci permette di lasciare l’auto vicino alla spiaggia, anche se dobbiamo comunque camminare un buon quarto d’ora prima di arrivarci. Il sentiero arriva da sopra e grazie ad alcuni ripidi scalini scavati nella terra arriva fino alla spiaggia. La Playa del Silencio si trova in una piccola baia delimitata a destra da un ripido promontorio di roccia e a sinistra da qualche scoglio. Un litorale sassoso largo circa venti metri costituisce la spiaggia. Sono circa le nove e c’è ancora poca gente, il sole è ancora piuttosto basso e la sua luce non arriva sulla baia, l’unico rumore è quello delle onde sui sassi. Nomen Omen, non viene nemmeno voglia di fare rumore per non turbare questo equilibrio naturale e quando entro in acqua cerco di farlo nel modo più silenzioso possibile. L’acqua è ghiacciata e diventa subito profonda, però è limpida e le onde non sono così forti da impedire di nuotare. Arrivo fino ad una piccola grotta naturale che si è formata nel promontorio roccioso, trovo uno scoglio sul quale salire e riprendo fiato, non è stato facile arrivarci. Tornare indietro si rivela una vera impresa, ma alla fine guadagno la riva ansimante e infreddolito. Per un paio d’ore Giorgia scrive seduta vicino all’acqua mentre io leggSAMSUNG CAMERA PICTURESo un libro seduto su un pietrone particolarmente liscio.

Quando ce ne andiamo è mattina inoltrata e la spiaggia comincia ad affollarsi. Continuiamo a seguire la costa e arriviamo così in Galizia, l’estremo angolo nord-occidentale della Penisola Iberica. Pranziamo in una spiaggia trovata quasi per caso e poi continuiamo spediti fino a O Barqueiro: isolato e minuscolo villaggio di pescatori che si affaccia sulla frastagliata costa Galiziana e posizionato di fianco alla foce di un fiume. Le abitazioni sono molto pittoresche, terrazze ed infissi sono spesso colorati d’azzurro mentre l’intonaco è bianco. Un paio di ristoranti, un negozio di souvenir e un porticciolo con poche imbarcazioni; basta poco per creare la giusta atmosfera. Giorgia dichiara senza esitazioni che verrebbe volentieri qui in ritiro spirituale, io non posso che essere d’accordo. Nel negozio di souvenir scopriamo che la musica tradizionale della regione assomiglia molto a quella celtica e solo l’alto prezzo dei cd mi scoraggia dal comprarne uno.SAMSUNG CAMERA PICTURES

Lasciamo O Barqueiro per dirigerci a nord verso Punta Estaca de Bares, il punto più settentrionale di tutta la Penisola Iberica. Le ombre intorno a noi cominciano ad allungarsi ma il sole è ancora alto quando la raggiungiamo. Lasciamo l’auto al faro, dal quale parte un sentiero che segue la cresta del promontorio e arriva fin sulla punta. Giorgia non aveva mai visitato un faro e continua a scattare fotografie. Alla fine del sentiero una targa riporta longitudine e latitudine del luogo, mi rendo conto che questo è anche il punto più settentrionale del nostro viaggio. Trovarsi su un promontorio sull’oceano è una sensazione che difficilmente non sarà memorabile: alla nostra destra la costa che abbiamo percorso, alla nostra sinistra quella ancora da percorrere. Curiosamente, la costa sulla sinistra è circondata da una leggera foschia che la rende più sfocata e misteriosa, quasi a dirci che anche se sappiamo da dove veniamo, non sappiamo cosa ci aspetta nei prossimi giorni.

La meta successiva è un altro capo dotato di faro: Cabo Ortegal. Lungo la strada troviamo una comitiva di tre camper itSAMSUNG CAMERA PICTURESaliani, quando si fermano a fare benzina suono il clacson in segno di saluto e quelli rispondono. Ormai siamo abbastanza lontani dall’Italia da poter considerare curioso vedere veicoli italiani. Cabo Ortegal è forse meno memorabile di Punta Estaca de Bares ma ci offre una vista unica sulle alte scogliere della costa. Non a caso questa è chiamata Rìas Altas.

Non c’è due senza tre e non possiamo quindi farci sfuggire il belvedere di Garita de Herbeira, da dove si possono ammirare le scogliere più alte d’Europa. Trovarlo non è facile, sbagliamo ripetutamente strada, ma alla fine troviamo quella giusta: una statale stretta con molti su e giù che spesso ci offrono magnifiche viste sull’oceano. Ad accompagnarci alla radio John Denver con Thank God I’m a Country Boy, “Grazie a Dio Sono un Ragazzo di Campagna”. Una semplice canzone country con il ritmo dato dal violino e poche note messe nel giusto ordine. Giorgia non l’aveva mai sentita e data la sua provenienza “agricola” se ne innamora subito e l’ascolta tre volte di seguito.

Se alla nostra destra si stSAMSUNG CAMERA PICTURESaglia l’oceano, la nostra sinistra non è da meno: verdi colline a perdita d’occhio e spesso punteggiate da una miriade di pale eoliche. Capiamo di essere arrivati al belvedere solo per via delle altre auto parcheggiate. Un sentiero in salita porta verso la fine del promontorio fino ad una minuscola casetta circondata da un muro di pietre. Siamo esattamente sopra le scogliere quindi non le vediamo, ma non ci si può certo lamentare. Da qui si domina il resto della costa e ci si sente piccoli rispetto a tale magnificenza. Qui non c’è un faro ma dei tre promontori visitati oggi questo diventa subito il nostro preferito. Unica controindicazione: uno sciame di formiche volanti che purtroppo ci fa scappare dopo pochi minuti.

Non sappiamo ancora dove dormiremo stanotte, alla cittadina più vicina ci dicono che gli unici campeggi della zona sono a Valdoviño, trenta chilometri più avanti. Sono stanco morto ma non c’è alternativa. SAMSUNG CAMERA PICTURESSenza perderci, cosa che non capita spesso, arriviamo a Valdoviño e troviamo il campeggio. Per fortuna ci sono ancora piazzole disponibili. Il sole è quasi all’orizzonte e quasi di corsa andiamo nella vicina spiaggia a goderci il tramonto. Le asprezze della costa galiziana qui sembrano aver concesso una pausa, l’area è pianeggiante e c’è una larga spiaggia di sabbia. Alcuni surfisti sfruttano le onde serali, il sole lentamente sparisce dietro ad un lungo promontorio dotato di faro.

Che giornata, non mi sembra vero di aver visto così tanta bellezza in poche ore. Per festeggiare prendo due birre da bere con la meritata cena. Birra locale, Estrella Galicia, colore scuro e sapore deciso. Una doccia per conciliare il sonno e poi andiamo a letto, o meglio in sacco a pelo, ancora una volta soddisfatti e felici della giornata.

Links:

https://it.wikipedia.org/wiki/Bilbao

https://it.wikipedia.org/wiki/Santillana_del_Mar

https://it.wikipedia.org/wiki/Galizia_(Spagna)

Francesco Ricapito Giugno 2016