In questo breve libro di Kapuściński sono raccolti i testi di alcune conferenze che il giornalista e scrittore ha realizzato nel corso di tempi e luoghi diversi. Il tema principale, in ogni caso, è identico: l’altro. Avendo trascorso buona parte della sua vita in giro per il mondo, Kapuściński ha ben chiaro chi o cosa sia l’altro. Un po’ perché ha visto e conosciuto persone che considerava “altri”, un po’ perché è stato considerato “l’altro” in moltissime occasioni.
“Ogni volta che l’uomo si è incontrato con l’altro, ha sempre avuto davanti a sé tre possibilità di scelta: fargli la guerra, isolarsi dietro a un muro o stabilire un dialogo”. Le possibilità di incontrare l’altro, nel corso della Storia, non sono state sempre interpretate o gestite nella maniera più sana e corretta, perché l’altro è di frequente visto e considerato come una minaccia, un portatore di instabilità o di elementi non immediatamente comprensibili e quindi pericolosi.
Nel libro del famoso corrispondente, durante le diverse conferenze, vengono affrontati argomenti che, tutto sommato, possono rappresentare comunque una sorta di unicum. Nelle sue riflessioni Kapuściński riesce ad introdurre contenuti di natura antropologica, sociologica, politica, storica.
Il viaggio è uno dei modi più antichi per avvicinare l’altro. Eppure ci sono civiltà che non hanno mai viaggiato: “L’Africa non ha mai costruito una nave per navigare e scoprire che cosa ci fosse oltre ai mari che la circondavano. I suoi abitanti non hanno tentato di arrivare neanche alla pur vicina Europa. La civiltà cinese ha fatto anche di più, isolandosi addirittura dal resto del mondo per mezzo di un’alta muraglia. […] In questo corteo di civiltà l’Europa costituisce un’eccezione. E’ l’unica, a partire dall’antica Grecia, a manifestare una curiosità per il mondo – nonché il desiderio non solo di assoggettarlo e dominarlo, ma anche di conoscerlo”.
A parte una visione molto eurocentrica, che Kapuściński ravvisa e denuncia fin da subito, l’avvicinamento agli “altri”, dal punto di vista “occidentale”, ha avuto spesso ragioni commerciali prima che espansionistiche. La visione che, nel corso dei secoli, gli europei hanno avuto degli altri si è trasformata costantemente. All’ultimo stadio di questo processo di conoscenza c’è la fase illuministica che ha portato alla nascita dell’antropologia, agli studi rivoluzionari di Lévinas e, infine, alla stato multiculturale, che è quello che anche noi stiamo vivendo. In questo contesto lo spazio che offre il mondo è considerato aperto e vivibile e la mobilità è la regola.
Per l’autore del libro, quindi, la “febbre migratoria planetaria” è generata da due motivi essenziali: la rivoluzione elettronica (che si accompagna a quella delle comunicazioni, dei trasporti e dei collegamenti) e la consapevolezza delle disuguaglianze che porta molti poveri ad “infiltrarsi” nei Paesi più benestanti. Flussi costanti ed irrefrenabili che non si contrastano e che, purtroppo, producono problematiche dialettiche molto radicali. Un dialogo positivo nasce solo quando ci si rende conto che l’altro “vede e capisce il mondo in un modo diverso dal nostro”.
Il mondo è definito “multiculturale” ma le culture che popolano il pianeta non sono più numerose di quanto non fossero al tempo di Erodoto. Oggi però c’è la consapevolezza dell’importanza rappresentata da ogni identità e il diritto all’esistenza di ognuna di esse.
Non si possono scandagliare tutti i dettagli delle tematiche affrontate da Kapuściński in questo breve libro ma densissimo ed intelligente. Andrebbe semplicemente letto per poter avere la sensazione di assistere all’ascolto di lezioni impartite da una delle personalità più interessanti, curiose ed acute del nostro tempo.
Edizione esaminata e brevi note
Ryszard Kapuściński è nato nel 1932 a Pinsk, una cittadina che attualmente è compresa entro i confini bielorussi ma che, al tempo della nascita dello scrittore, era territorio polacco. Ha studiato a Varsavia e ha lavorato per molti anni per l’agenzia di stampa polacca PAP. E’ stato corrispondente estero, inviato dall’Africa, dall’Iran e dall’URSS. E’ autore di numerosi libri legati alla sua attività di giornalista e di reporter.Kapuściński è morto a Varsavia nel 2007.
Ryszard Kapuściński, “L’altro”, Feltrinelli, Milano, 2009. Traduzione di Vera Verdiani. Titolo originale: Ten inny (2006).
Ryszard Kapuściński : Wikipedia / Scheda Feltrinelli
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