“Lucertola senza coda” è un romanzo di José Donoso pubblicato postumo nel 2007. Pilar, la figlia dello scrittore cileno, lo ha rinvenuto tra i documenti e i testi che suo padre, morto nel 1996, aveva ceduto all’Università di Princeton. Il critico e scrittore Julio Ortega lo ha rivisto e corretto fino a dargli l’impianto attuale. Il protagonista e voce narrante di “Lucertola senza coda” è un pittore: Armando Muñoz-Roa. Vive a Barcellona ed ha preso da tempo le distanze dal gruppo degli informalisti di cui è stato fondatore ed insigne rappresentante per diversi anni. Il decadimento umano dei suoi colleghi pittori, le leggi del denaro che hanno corrotto l’arte rendendola puro mercanteggio lo hanno indotto a vivere ai margini, a vergognarsi di essere riconosciuto come artista, a cercare angoli remoti e sicuri nei quali trovare rifugio.
Una volontà che lo porta a lasciare Barcellona e a viaggiare, assieme a sua cugina (ma anche amante ed amica) Luisa verso nessuna destinazione precisa. Si imbattono, quasi casualmente, in un piccolo borgo chiamato Dors. Lì scoprono un microcosmo da proteggere, un incantevole paese pieno di case e strade medievali, sormontato da un castello inaccessibile e da una chiesa. Il progresso, però, rischia di travolgere anche Dors. Costruttori senza scrupoli e del tutto privi di buon gusto, infatti, lavorano per rendere più agevole la vita degli abitanti dissacrando e mortificando l’estetica dell’antico. Senza pensarci su più di tanto e con la facilità di chi non ha problemi economici, Armando e Luisa decidono di acquistare un paio di vecchie abitazioni a Dors e di recuperarle secondo i loro gusti.
L’intento è meritorio ma la distanza tra il desiderio del pittore di conservare il borgo lontano dai turisti e la scelta di alcuni di impiantare a Dors discoteche, bar e negozi di souvenir è abissale.
Donoso critica, con ironia ma anche con notevole amarezza, il degrado a cui, evidentemente, ha assistito realmente. Una società che si prostituisce per mero guadagno riesce a devastare quel poco di buono e di bello che invece dovrebbe essere conservato con amore e cura.
Muñoz-Roa è amante dell’autenticità e della semplicità. Il suo desiderio di tornare o di arrivare ad una dimensione esistenziale pura è, per certi versi, estremamente romantica. Il disincanto, però, lo aspetta dietro l’angolo. La città di Barcellona, caotica, perversa e infinita, lo accoglie dopo la fuga precipitosa da Dors. Il suo sogno di quiete e di distacco, in realtà, sembra non essere possibile. Si barrica così nella casa che Luisa gli mette a disposizione, prende un Valium e spera che le ombre che vede in cortile non appartengano agli abitanti di Dors giunti in città per ucciderlo.
Non conoscevo Donoso. Lo leggo ora per la prima volta. La sua scrittura è vasta e raffinata, le frasi del suo romanzo si aprono a contenere tutto il contenibile. Uno stile che mi fa pensare ad altri autori sudamericani che hanno il talento di compiere viaggi infiniti e complessi attraverso le parole e, di conseguenza, attraverso l’animo umano. “Lucertola senza coda”, in vari momenti, si appoggia a flussi di coscienza e riflessioni che, mi piace immaginare, non siano prettamente legati al personaggio di Armando ma che nascondano, tra le righe e in maniera non proprio latente, i pensieri e le sensazioni di José.
Edizione esaminata e brevi note
José Donoso è nato il Cile nel 1924. Ha studiato presso l’Università del Cile e poi, grazie ad una borsa di studio, ha potuto frequentare i corsi di filologia inglese a Princeton. Le sue prime esperienze come scrittore sono legate ad un paio di racconti pubblicati nei primi anni ’50. Il suo primo romanzo, “Coronación”, risale al 1957. Tra il 1967 e il 1981 José Donoso ha vissuto in Spagna per poi tornare nel suo Paese d’origine. Viene abitualmente considerato uno dei membri della cosiddetta “Generación de los 50” cilena il cui obiettivo fondamentale era quello di denunciare, attraverso l’uso della letteratura, il declino della società. Il suo romanzo più acclamato e famoso si intitola “L’osceno uccello della notte” ed è apparso nel 1970. Donoso ha lavorato spesso anche come giornalista diventando un punto di riferimento per scrittori di grande fama come Vargas Llosa, García Márquez e Fuentes. Donoso è morto nella sua città natale, Santiago del Cile, nel 1996. I libri disponibili in Italia sono “Casa di campagna” (2009) e “Lucertola senza coda” (2012), usciti entrambi per i tipi di Cavallo di Ferro.
José Donoso, “Lucertola senza coda“, Cavallo di Ferro, Roma, 2012. Traduzione di Cinzia Buffa. Titolo originale: Lagartija sin cola (2007).
José Donoso: Wikipedia
Follow Us