Fosse stato un Harmony, non m’avrebbe stupido. Ma è un Adelphi e lo stupore, in senso negativo, c’è stato. “La lettera d’amore” è un romanzo mediocre, anche se sono apprezzabili gli sforzi di chi me lo ha “passato” pensando potesse essere quanto meno discreto.
Il libro è uscito in Italia, la prima volta, nel 1996, un anno dopo la pubblicazione negli States. Ed è stata la prima opera della Schine ad essere stata tradotta nella nostra lingua.
Di cosa parla?
Parla di Helen, una bella libraia quarantaduenne, divorziata, libera, intraprendente, madre di una ragazzina di undici anni che, un bel giorno, tra la posta ricevuta trova una lettera d’amore. Un foglio mal piegato e scritto da un certo Montone a una certa Capra. Per tutta la durata della storia i brani estrapolati da questa sdolcinata e strana missiva riemergono come un noioso e patetico mantra. La lettera era diretta ad Helen? Se sì, chi potrebbe averla scritta? E perché? E da quanto tempo qualcuno prova per lei quel sentimento?
Helen, a dirla tutta, risulta essere un tantino tediosa, com’è tedioso chiunque sia troppo perfetto. Lei è una specie di sole attorno a cui ruota il resto del mondo. Quindi risulta quanto meno inverosimile. Un egocentrismo il suo che, sinceramente, appare finto e, per questo, un po’ irritante. Una sorta di eroina brava e bella che si nutre di libri e carteggi tra personaggi del passato, una sapiente civetta che adora accalappiare clienti per irradiarli di luce e poi abbandonarli. Gode nel conquistare, nel dominare, nel “guidare” e decidere come, quando, come e dove.
La cornice è eccellente: una ridente cittadina di mare del New England, la luccicante stagione estiva, una serie di figure furbescamente innestate, battutine sarcastiche ed argute. Si procede così, per buona metà del romanzo, senza approdare veramente a nulla e proprio quando gli sbadigli sembrano poter trionfare, si giunge allo shock narrativo: Helen seduce (o si lascia sedurre?) da John, che lei si ostina a chiamare Johnny, ventenne di bellissimo aspetto che, oltre ad essere uno dei commessi stagionali che lavorano nella sua libreria, è figlio di una coppia di amici momentaneamente fuori per le vacanze.
Tra i due, l’audace e sensuale (42enne) Helen e il fascinoso, peccaminoso (minorenne) Johnny, scatta una passione travolgente, trasgressiva ed irrefrenabile.
Ecco. Questo è quanto.
Al termine della vicenda, però, la Schine piazza un paio di effetti speciali che, per non rovinare del tutto la lettura a chi volesse comunque prendere in considerazione “La lettera d’amore”, preferisco non menzionare e che, tanto per cambiare, non convincono visto che hanno tutto l’aspetto di forzature che avrebbero potuto anche essere evitate o, quanto meno, gestite in maniera più saggia.
Probabilmente le appassionate lettrici di facili romanzetti rosa apprezzeranno, e hanno apprezzato, “La lettera d’amore”. Posso immaginare l’entusiasmo di donne ultraquarantenni che, immedesimatesi nella folgorante Helen, abbiano sognato ad occhi aperti un’avventura, di un’estate o poco più, con un bel ragazzo capace persino di proferire con convinzione e fermezza quel fantomatico “ti amo”.
La sottoscritta, che è un po’ distante dal genere, ha trovato questo libro decisamente pretenzioso, nemmeno ben scritto e debolissimo in svariati punti, compreso quello di far fondare un’intera vicenda su una sottospecie di “giallo” legato ad una lettera d’amore che, alla fine, comunque, la Schine liquida sbrigativamente con uno insipido equivoco esplicato attraverso qualche riga.
Da questo libro, a quanto ho potuto constatare, la moglie di Spielberg, nel 1999, ha tratto l’omonimo e, per quanto mi riguarda, piuttosto anonimo film.
Edizione esaminata e brevi note
Cathleen Schine è nata nel 1953 a Westpost, in Connecticut. Si è laureata in Storia Medievale ma la sua attività principale è quella di scrittrice. Collabora con varie e famose riviste americane. Il romanzo che le ha dato grande notorietà è “The love letter” (1995) tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi nel 1996: “La lettera d’amore”. Ma la Schine ha scritto anche “Alice in Bed” (1983) (“Il letto di Alice”, Mondadori, 2000); “To the Bird House” (1990) (“L’ossesione di Brenda”, Mondadori, 2000); “The Evolution of Jane” (1999), (“L’evoluzione di Jane”, Mondadori, 2009); “She is Me” (2003), (“Sono come lei”, Mondadori, 2009); “The New Yorkers” (2006) (“I neworkesi”, Mondadori, 2008); The Three Weissmanns of Westport” (2010).
Cathleen Schine, “La lettera d’amore”, Adelphi, Milano, 1999. Traduzione di Domenico Scarpa.
Follow Us