Calvino Italo

Se una notte d’inverno un viaggiatore

Pubblicato il: 31 Luglio 2006

Un romanzo sul piacere di leggere i romanzi”, queste le parole di Italo Calvino, durante una conferenza tenuta a Buenos Aires nel 1984, per distinguere e definire “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

Un romanzo che contiene dieci romanzi: come una matrioska, verrebbe da dire, ma in realtà non si tratta di varie storie una all’interno dell’altra, bensì di romanzi iniziati, e mai finiti, da un ipotetico lettore nel corso di un breve periodo della sua vita.

Dieci romanzi, dieci autori immaginari, dieci incipit diversi tra di loro e diversi dal proprio autore, Italo Calvino, sempre abile nello stupire il lettore con uno stile raffinato, ironico, e intrigante.

Il libro inizia rivolgendosi proprio a te, ipotetico Lettore, dandoti del tu, facendo sentire in pieno l’atto di creazione del testo, separando in maniera netta la materia letteraria da quella reale.

Il testo ti parla, ti dice di sederti comodo e iniziare a leggere l’ultimo romanzo di Calvino, “Se una notte d’inverno un viaggiatore”. Parla con te, con te lettore ideale ma allo stesso tempo protagonista della storia che sta narrando, in un virtuoso artificio letterario di pregevole fattura, sfruttando le innumerevoli potenzialità offerte dal testo e dalla scrittura.

Ti chiede di rilassarti, di metterti seduto comodo, sulla tua poltrona, e iniziare a leggere la storia di un uomo che legge un romanzo: ma quando, arrivato al secondo capitolo, scopri che il protagonista del romanzo che hai iniziato a leggere interrompe la lettura del proprio libro, perché nel testo c’è una pagina che si ripete, identica, capisci che anche tu, lettore in carne ed ossa, sei all’interno della storia, fai parte di essa, sei uno dei protagonisti dell’avventura letteraria creata dalla mente brillante di Calvino.

I riferimenti bibliografici alla base della stesura di questo testo, un vitale sussulto dell’autore dopo sei anni di inattività, sono sicuramente tutta la scuola francese di semiotica del testo, con la quale entrò in contatto durante il suo soggiorno a Parigi nel 1964, e il “laboratorio di letteratura potenziale”, l’Oulipo, al quale partecipò, sempre in quegli anni e Jorge Luis Borges, per il clima d’angoscia rarefatto, lo stile sofisticato ma appassionante, il forte uso del simbolismo e della metafora, il sottile piacere di costruire un romanzo come un meccanismo estremamente preciso e razionale.

Inizia la storia del lettore alla ricerca del romanzo perduto, che porterà ad un altro romanzo, e ad un altro ancora, sempre più appassionanti ma destinati a finire, per varie cause, dopo poche decine di pagine. Tu, lettore, andrai a lamentarti in libreria per la cattiva impaginazione del romanzo che stavi cominciando a leggere, conoscerai Ludmilla, lettrice appassionata dai grandi occhini blu, poi sua sorella Lotaria, esaltata e passionale, poi il Dottor Cavedagna, “omino rinsecchito e ingobbito”, ancora il traduttore truffatore Ermes Manara, lo scrittore alter ego di Calvino Silas Flannery, in un’avventura rocambolesca intervallata da dieci tentativi di lettura falliti di dieci romanzi avvincenti ma che, per un motivo o per un altro, ti verranno sottratti, rubati, bruciati, andranno smarriti, verranno usati per sculture, si interromperanno, impedendoti di giungere alla conclusione di una buona lettura.

Il romanzo “Se una notte d’inverno un viaggiatore” è frenetico, vitale, entusiasmante, ironico: resta perfettamente in equilibrio su due binari, quello delle vicissitudini del Lettore (di cui non sapremo mai il nome, quindi potrei essere io, o tu, o chiunque altro) e quello dei dieci romanzi che comincerà a leggere, seguendo soprattutto un utile schema interpretativo realizzato dallo stesso autore, dove ogni alternativa si biforca in due strade da esplorare.

Il primo è il romanzo “della nebbia”, oscuro, fosco, rarefatto, ambientato in una stazione, intrigante, tu credi che sia il nuovo libro di Calvino ma ti accorgi, in realtà, che non è il suo stile ed il suo genere. Dopo ci sarà il romanzo “dell’esperienza corposa”, “Fuori dall’abitato di Malbork”, violento, rapido, pesante, con descrizioni forti e colluttazione annessa. Il terzo romanzo è quello “simbolico – interpretativo”, “Sporgendosi dalla costa scoscesa”, con personaggi poco definiti, lontani, nel freddo nord, la costa, il mare, una misteriosa pittrice ed un meteorologo a dir poco ambiguo. Continui nella tua lettura, ma ormai è il turno del romanzo “politico – esistenziale”, “Senza temere il vento e la vertigine”, con un triangolo amoroso ambientato durante una rivoluzione, tra rivolte e saccheggiamenti, in una zona non ben precisata del centro dell’Europa centrale.

Il romanzo “cinico – brutale”, che segue, è “Guarda in basso dove l’ombra s’addensa”, con un uomo, una donna, un omicidio, un cadavere che non vuole farsi occultare e un desiderio irrefrenabile di fare l’amore.

Il sesto romanzo sarà definito “dell’angoscia”, di Silas Flannery, “In una rete di linee che s’allacciano”:un professore, un telefono che squilla ininterrottamente, la tensione e l’impossibilità di rispondere, poi la scoperta agghiacciante ed il finale sospeso. Successivo è il romanzo apocrifo, dal titolo simile ma non identico, falsamente attribuito a Flannery ma ugualmente avvincente e suggestivo: “In una rete di linee che s’intersecano”, il romanzo “logico – geometrico”, semplicemente perfetto, surreale e con precisi richiami a Jorge Luis Borges.

Il romanzo “della perversione” è ambientato in Oriente, dove un professore ed un allievo discutono filosoficamente delle possibili realtà del mondo. “Sul tappeto di foglie illuminato dalla luna” si apre in maniera leggera e ipnotica, per poi esplodere in un turbinio di passioni e relazioni amorose erotiche e convulse. “Intorno ad una fossa vuota” è il romanzo “tellurico – primordiale”, ambientato nel centro America, dove un ragazzo si reca alla ricerca delle proprie origini, facendo, a poco a poco, salire in superficie il passato torbido del padre e rischiando la pelle, più di una volta, a causa dei suoi modi bruschi e della sua passione amorosa incontrollabile. Infine il decimo romanzo, quello “apocalittico”, angosciante, sulla fine del mondo, “Quale storia laggiù attende la fine?”, semina immagini evocative e catastrofiche in ogni frase e coinvolge con i suoi riferimenti extraterrestri.

L’ultimo romanzo, infine, non si svelerà immediatamente, ma sarà possibile apprezzarlo soltanto alla chiusura del libro, dopo il fantastico viaggio a cavallo tra la fantasia ed il sogno, tra gli autori, le invenzioni e le trovate geniali che l’autore propone: questo romanzo è “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, il “romanzo sui romanzi”, il “romanzo dei romanzi” di Italo Calvino, fantasioso, creativo, geniale, colto e brillante, un metaromanzo che, oltre ad appassionare, offre numerosi spunti di riflessione sul rapporto tra testo e lettore, sulle infinite potenzialità della scrittura e dell’interpretazione, sui diversi approcci per farsi accogliere dalle pagine di un libro e realizzare la magia della lettura.

 

Edizione esaminata e brevi note

Italo Calvino (Santiago de Las Vegas, 1923 – Siena, 1985), scrittore e narratore italiano.

Italo Calvino, “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, Mondadori, Milano, 2006.