Frosi Elena

Noi Tre On Board

Pubblicato il: 31 Dicembre 2018

Ecco un libro che ho trovato difficile da giudicare: all’inizio si presenta come una sorta di manuale su come viaggiare con figli piccoli, informazioni pratiche, consigli, dritte e suggerimenti. Questa però è solo una piccola parte perché il resto è più simile ad un racconto di viaggio, con episodi, resoconti, persone e luoghi.

Personalmente porto un grande rispetto per quei genitori che trovano la voglia di continuare a viaggiare anche dopo la nascita dei figli perché richiede una gran dose di organizzazione, preparazione, fantasia e soprattutto volontà. Forse è proprio quest’ultima a mancare e a far optare per mete più classiche tipo la settimana di mare a Jesolo o a Cattolica, oltre naturalmente al bilancio familiare che magari non permette viaggi transcontinentali. Questo libro ci fornisce un bello spaccato di tutti i problemi che si possono incontrare e ci dà pure una buona dose di controindicazioni e consigli derivati dall’esperienza dell’autrice, il tutto condito da qualche aneddoto che viene sempre utile quando si tratta di rendere la narrazione più scorrevole.

Il tutto nasce dai viaggi di Elena Frosi, insieme a suo marito e alla loro figlia Clara. Come lei stessa dice, questo oltre ad essere un manuale, vuole essere anche un racconto dedicato alla figlia che un giorno, da grande, potrà così rileggerlo. Scopo nobile, idea carina, se vogliamo anche dolce, a livello pratico però l’idea si converte in un considerevole numero di pagine dedicate al suo amore materno per la figlia e che aggiungono ben poco alla narrazione, causando soprattutto un eccesso di estrogeni. Risulta anche piuttosto fastidioso l’uso inflazionato della parola “mondo”, magari inserita in espressioni del tipo “piena di mondo” che assomigliano pericolosamente alla dicitura “cittadino del mondo” per la quale ho una personalissima antipatia e che trovo frutto di un punto di vista ottusamente occidentale.

Si tratta di un libro il cui argomento principale è viaggiare con i bambini quindi è ovvio che non ci possano essere troppe spiegazioni storiche o geopolitiche: tuttavia qualche informazione in più sui luoghi visitati non avrebbe fatto male.

Volendo poi essere insopportabilmente pignoli si potrebbe dire che manca un po’ di consapevolezza su alcuni dei luoghi visitati: Thailandia, descritto come paese dei sorrisi, tutti sono gentili, carini e contenti di viverci. Molto bene, bello, una favola, ma una menzione sul problema del turismo sessuale? O sul fatto che la Thailandia sia una delle destinazioni più popolari al mondo e che tutti questi turisti siano spesso più fonte di problemi che di benefici?

Le Maldive: atolli paradisiaci, pescatori sorridenti e socievoli, acque cristalline. Sicuramente da lasciare a bocca aperta, peccato che le Maldive siano uno degli esempi più lampanti di turismo non sostenibile, i turisti infatti spesso vedono solo gli atolli dove c’è il loro resort e il contatto con i locali è ridotto al minimo, per non parlare poi del fatto che il paese non è certo dei più ricchi e molte delle sue scarse risorse vengono utilizzate per rifornire i resort a spese della popolazione locale. Sapevate poi che le Maldive sono un paese rigidamente musulmano? L’alcool è vietato, così come il sesso prima del matrimonio e il bikini per le donne (tutte cose che non valgono per gli stranieri ovviamente) e nemmeno la situazione politica è molto stabile e per esempio a febbraio 2018 il parlamento è stato occupato dall’esercito e il malcontento della popolazione è da imputare anche al pessimo sfruttamento della risorsa turistica da parte delle autorità.

Riguardo la consapevolezza del luogo visitato, è emblematico un paragrafo riguardante Bangkok, forse l’unico dove l’autrice descrive un incontro diretto tra loro e la vera realtà del paese, non quella filtrata dal resort, ed infatti il parere non è per nulla positivo anche se alla fine descrive uno scenario che chiunque abbia visitato una grande città al di fuori del “mondo occidentale” può riconoscere facilmente: ”caotica, imprevedibile, ingestibile e piena di smog, una sorta di lavatrice umana. Il suo susseguirsi di tuc tuc, clacosn, code e code e code di macchine parcheggiate in doppia fila mi ha stordito…è necessario contrattare qualsiasi cosa…tutto questo è stancante e causa di mancata fiducia nel prossimo”.

Insomma, bello il mondo, bello viaggiare, bello anche poter viaggiare (non dimentichiamoci che il passaporto italiano è uno dei più forti al mondo), ma a questo libro manca una panoramica un po’ più critica sulle destinazioni descritte.

La narrazione è organizzata in capitoli, ognuno dedicato ad un viaggio e sono ordinati cronologicamente. All’interno del capitolo ci sono delle sezioni tematiche riguardanti gli aspetti pratici, suggerimenti per l’itinerario e infine il racconto vero e proprio dell’esperienza.

Come detto, provo un profondo rispetto per chi trova la voglia di mettersi in viaggio con dei bambini piccoli e certamente a loro non interessa della povertà nelle Maldive o del turismo sessuale in Thailandia, però a chi legge il libro magari sì e questa trovo sia la sua carenza principale. Lo consiglio chiaramente a tutti coloro che hanno figli e ancora voglia di viaggiare ma anche a chi si preoccupa di come farà a viaggiare quando ne avrà.

Edizione esaminata e brevi note

Elena Frosi, autrice di “The Family Company” e collaboratrice di “MondoMaldive”, a Febbraio 2017 ha dato vita a “Souri Trip”, tramite cui crea viaggi su misura.

Elena Frosi, “Noi Tre On Board”, Ouverture Edizioni, 2017, Scarlino (GR).