Sacco Eleonora

Piccolo Alfabeto Per Viaggiatori Selvatici

Pubblicato il: 14 Settembre 2020

Un libro che si presenta piccolino, in formato tascabile e di un bel giallo scuro. Pratico, simpatico, facile da vedere, certamente adatto alla filosofia di viaggio che professa. Una bella impaginazione, una pratica cartina in quarta di copertina che indica tutti i luoghi raccontati, e per fortuna perché molti sono sconosciuti ai più. Tutto sommato un aspetto fresco e giovane, che sicuramente si addice all’età dell’autrice, Eleonora Sacco, classe 1994.

Diciamo che quella dell’elenco alfabetico è più che altro una scusa per raccontare le peripezie proprio dell’autrice, sono presenti anche dei consigli pratici di viaggio ma forse l’idea più interessante sono i trafiletti che tra un capitolo e l’altro analizzano l’etimologia di alcune parole che girano intorno al concetto di viaggio. L’autrice è infatti una studiosa della linguistica quindi possiamo dire che sa di cosa sta parlando.

Il libro si compone appunto di capitoli che partono da una parola e raccontano un qualche aneddoto ad essa collegato, il tutto in ordine alfabetico. In alcuni casi al loro posto c’è una breve poesia dell’autrice. Le destinazioni di questi viaggi riguardano principalmente lo spazio russo e post-sovietico. Ci sono però anche dei capitoli ambientati nei Balcani, in Turchia, in Israele e Palestina, Ucraina, Romania e uno in Italia che riguarda il periodo della quarantena.

La narrazione di luoghi, personaggi e situazioni è veramente efficace, descrittiva al punto giusto, senza quindi risultare pesante e che riesce benissimo nel darci l’idea dello spazio in cui si muove. Lo scrivente ha avuto occasione di visitare alcuni di quei luoghi, in particolare Azerbaigian, Georgia e Uzbekistan e può quindi confermare l’accuratezza delle descrizioni e la validità delle considerazioni. Nota di merito per l’interessantissimo reportage sull’isola di Sachalin, estrema propaggine Siberiana a nord del Giappone.

Eleonora Sacco ci presenta un modo di viaggiare che sicuramente non è per tutti ma che è senza dubbio il modo migliore per entrare in contatto con la realtà dei luoghi visitati, il che in verità diventa sempre più difficile se ci si pensa. Andare a fondo, vedere come vivono gli abitanti anche fuori dalle capitali, quali sono le loro abitudini, come sono le loro case, quali sono i loro sogni. Andare a visitare i monumenti non ci fa automaticamente capire tutto del popolo che li ha costruiti. C’è anche da aggiungere che l’autrice parla il russo, il che rende la comunicazione estremamente più facile in luoghi dove l’inglese non è parlato e ovviamente permette di entrare meglio nelle realtà dei luoghi visitati. Va quindi riconosciuto un grande merito all’autrice perché in una realtà di travel blogger improvvisati che si preoccupano solo di trovare uno scorcio carino per una fotografia da condividere sui social, qui invece siamo davanti a qualcuno che affronta i viaggi con preparazione, cerca di studiare i luoghi che visita e ce ne presenta poi un quadro per quanto possibile oggettivo.

Un’attenzione particolare in questo libro viene data proprio alle persone: ospiti che l’hanno accettata in casa loro, minatori incontrati sulla Transiberiana, compagni di viaggio, autisti di taxi, vecchie signore gentili, c’è un po’ di tutto e basta aver viaggiato un po’ in questo modo “selvatico” come lo chiama l’autrice, per riconoscersi molto in queste situazioni. Una nota a parte meritano le babushki, le nonnine russe e per dirla con le parole dell’autrice:” le babushki dominano trasversalmente l’immaginario culturale russo. Dominano le famiglie. Dominano tutti i mezzi di trasporto. Dominano le fiabe, dove dal nulla spuntano dacie di legno con camini fumanti e altre babushki in ansia per l’arrivo dell’inverno, intente a sgridare l’asino e a spaccare legna.”

Questo libro mi è molto piaciuto, lo considero una validissima raccolta di racconti di viaggio, la consiglio a chi ama viaggiare in modo “selvatico” ma soprattutto a chi ha visitato le zone post-sovietiche.

Edizione esaminata e brevi note

Eleonora Sacco, è nata a Milano nel 1994, Laureata in Linguistica teorica, applicata e delle lingue moderne e vicepresidente dell’Associazione Viaggio da Sola Perché, si muove da sola o con compagni fidati alla ricerca dell’umanità più autentica e dell’europeità. Appassionata in particolare del mondo delle Russie e dell’ex URSS, ha un sito dal 2015, Pain de Route, che divulga culture e territori poco conosciuti. Nel 2019 diventa co-autrice del podcast Cemento. Ha vissuto in Italia, Portogallo, Russia e frequenta assiduamente la Georgia.

Eleonora Sacco, “Piccolo Alfabeto Per Viaggiatori Selvatici”, Enrico Damiani Editore, Lavis (TN), 2020.