Baldini Eraldo

Tre mani nel buio

Pubblicato il: 5 Settembre 2006

Probabile che questa volta Baldini abbia sorpreso i suoi lettori abituali: assistiamo ad un inedito  passaggio dal «noir» al «giallo»; vengono tralasciate le tipiche atmosfere gotiche, proprie delle sua precedente produzione, ambientate in una civiltà contadina inquietante ed inquieta, facile ai delitti rituali dal carattere primitivo. L’autore questa volta ci regala, tre romanzi brevi ambientati in quel di Marina di Ravenna e dintorni, campagna dove il delitto è “rito” individuale, dove l’omicida rimane solo, non più coperto dall’omertà dei suoi compaesani. A dire il vero le trame dei racconti non sono strepitose: incipit veramente niente male; poi purtroppo il lettore, che abbia un minimo di dimestichezza con il giallo ad enigma, capirà ben presto movente e colpevole.

In “Una caldissima estate” a scatenare le morti è un’epidemia di epatite, diffusa dolosamente; il commissario Righetti risolverà l’enigma con fare molto tranquillo: forse è il racconto più debole.

In “Un trapano in testa”, un killer uccide le sue vittime trapanandogli il cranio, attraverso occhi, naso etc etc. In assenza del commissario Righetti, le indagini saranno affidate all’ispettore Cardona, afflitto da terrificanti emicranie oltre che da pesanti grane familiari (madre scassaballe e sorella parecchio fumata). Sarà la sua malattia a dargli lo spunto per risolvere felicemente il caso. Il racconto tratteggia con una certa efficacia la mente criminale del killer: peccato che ancora una volta si intuisca da subito il colpevole.

Nell’ultimo romanzo breve, “Qualcuno nel buio”, il commissario Righetti e l’ispettore Cardona lavorano in coppia; l’ispettore è costretto a portare la sorella, depressa e in grave crisi, in un paesino tranquillo: la speranza è che, grazie all’ambiente religioso e all’aiuto degli psicofarmaci possa riacquistare la gioia di vivere; ma evidentemente non è destino vi sia tutta questa gran tranquillità: nel giro di pochi giorni si consuma un feroce delitto: una diciannovenne viene uccisa e la sorella di Cardona è testimone involontaria di questo omicidio con tanto di tonaca svolazzante in fuga (il parroco del paese). Anche Don Carlo, il prete, morirà impiccato: un suicidio simulato. Cadorna e Righetti faticheranno non poco per trovare il colpevole in un torbido contesto di probabile violenza ed incesto: la sorella dell’ispettore pur assistendo all’omicidio della ragazza, non ha visto il volto dell’assassino. Una vicenda terapeutica per la sorella di Cardona: vedere la morte in faccia diventa motivo di rinnovata curiosità nei confronti della vita; lei stessa si esporrà in prima persona per smascherare l’assassino. Ovviamente alla fine, fratello e sorella riusciranno a trovare il colpevole: finalmente nell’ultimo racconto non mancano i colpi di scena, i personaggi sono tratteggiati con una certa efficacia, anche se in alcuni punti la trama scade in sentimentalismi e ingenuità piuttosto trite, tipiche di una certa fiction all’italiana.

L’incursione nel giallo più classico di “Tre mani nel buio” non si può dire troppo riuscita. Lo stile in qualche modo “antiletterario” di Baldini, a mio avviso spesso efficace, incalzante, potrebbe non piacere ed essere interpretato al contrario come affetto da un certo piattume, da un approccio troppo colloquiale; ma soprattutto, come anticipato, a parte certe atmosfere ben costruite, il “plot” dei tre racconti non è particolarmente geniale e l’epilogo può apparire scontato. Malgrado Baldini ci abbia proposto opere di ben altro livello, “Tre mani nel buio” è lettura comunque da consigliare: un “giallo” all’italiana che non ha nulla da invidiare ai più blasonati best-sellers d’oltre Manica.

Per concludere due parole su Baldini, considerato da certa critica il maggior rappresentante italiano della letteratura noir contemporanea, comunque noto come autore “noir” di ambientazione “rurale”: nato a Russi (RA), specializzatosi in Antropologia Culturale ed Etnografica e dopo aver scritto parecchi saggi, nel 1991 ha vinto il Mystfest di Cattolica con il racconto Re di Carnevale. Ha pubblicato nel 1995 “Bambine”, “L’uccisore” (1996), “L’estate strana”, “Mal d’aria” (1998 – Premio Fregene), “Faccia di sale” (1999 – Premio Serantini) e nel 2000 Gotico Rurale (Premio Settembrini), una raccolta di racconti neri “di quelli che fanno veramente paura”. Eraldo Baldini, attualmente è anche organizzatore di eventi culturali, nonché redattore della rivista on-line Incubatoio 16 insieme a Carlo Lucarelli e Simona Vinci.

 

Edizione esaminata e brevi note

Eraldo Baldini, Tre mani nel buio, Sperling Paperback Narrativa, 2001, pp.272

Recensione già pubblicata su ciao.it il 24 luglio 2003 e qui parzialmente modificata.

Luca Menichetti. Lankelot, maggio 2006