Eckstine Billy

My foolish Heart: Original Recordings 1945-1951

Pubblicato il: 30 Luglio 2006

Ancora una volta un plauso alla Naxos che da tempo si è dedicata ad autentiche riesumazioni di grandi artisti del passato; una politica editoriale che non ha voluto dire soltanto incisioni di brani classici poco noti ed a prezzo speciale, ma, come nel caso di “My Foolish Heart”, proposte nel segno delle “Jazz Legends”.
Una denominazione forse imprecisa per il Cd con protagonista Billy Eckcstine visto che il cantante, almeno dal 1946-47, si era dedicato ad una sorta di pop “jazzato”, quello che lo rese celebre presso il grande pubblico. Una sorta di evoluzione simile a quella quasi contemporanea di Nat King Cole, già valente pianista jazz e poi in pochi anni assurto a grande divo della canzone.
Clarence William Eckstine, nato nel 1914 a Pittsburgh in una famiglia della “middle class” di colore, cresce a Washington e frequenta prima la Amstrong High School e poi la Howard University.
Un curriculum sui generis per l’America degli anni ’30, cui si affiancherà lo studio e soprattutto la pratica della musica con la chitarra, tromba e trombone: debutto nei night clubs come presentatore, cantante a Buffalo, Detroit ed infine a Chicago, dove nel 1939 fu scritturato da Earl Hines.
Col grande direttore e la sua orchestra si dedicherà occasionalmente anche ad attività di strumentista; qui, con Buddy Johnson, sollecitò l’assunzione di Sarah Vaughan e Charlie Parker, nuove stelle nascenti nel firmamento jazz.
Seguì un periodo professionale piuttosto inquieto: Eckstine prima lasciò Hines per esibirsi nuovamente nei night-clubs e poi nel 1944 formò una propria orchestra composta dei migliori musicisti del movimento be bop; nel biennio 1944-46 quest’orchestra vide la collaborazione di Dizzy Gillespie, Fats Navarro, Miles Davies, Kenny Dorham, Trumy Young, Claude Jones, Budd Johnson, Wardell gay, Gene Ammons, Dexter Gordon, Lucky Thompson, Leo Parker, Charlie Parker, Clyde Hart, John Malachi, Oscar Pettiford, Tommy Porter, Art Blakey, Sarah Vaughan (lo stesso Eckstine talvolta vi suonava il trombone a pistoni).
Nel 1947 l’orchestra si sciolse ed il nostro cantante – direttore ripiegò su di una combo (piccola formazione jazz, detta anche small band).
L’anno successivo fu di nuovo come solista in turné; da allora la fama di quello che diventò per le grandi masse il “favoloso Mr. B.”, crebbe in maniera esponenziale, grazie alle sue “ballades” con influenze jazz , ai lucrosi contratti con la MGM, alla sua ricercata eleganza di abile chiavone; fino a diventare agli inizi degli anni ’50 tra i più popolari vocalist d’America, se non il più popolare, almeno per un breve periodo: una svolta nel campo della musica più propriamente “leggera”, estremamente remunerativa, se guardiamo alle classifiche dei dischi venduti, da parte di un musicista che pure ottenne il primo ampio riconoscimento pubblico per la sua attività nel movimento be bop allora nascente (il nuovo stile, evoluzione dello swing, fu caratterizzato dal particolare andamento melodico, ritmo irregolare in cui le percussioni per la prima volta sono private della funzione di beat – dare il ritmo fondamentale, trasformate esse stesse in fattori melodici, intonazione senza vibrato, alcuni richiami più apparenti che sostanziali a suoni etnici africani).
A partire dal 1956 Eckstine intraprese tournèe europee che lo portarono in Inghilterra ed in Francia.
La carriera proseguì in maniera intermittente per almeno altri tre decenni nel ruolo di affermato crooner presso i nights americani.
Fino alla sua dipartita avvenuta nel 1993 nella natia Pittsburgh.

“My Foolish Heart”, grazie all’ottimo riversamento dei tecnici Naxos, molto più di altre incisioni a basso prezzo, ci mostra al meglio le caratteristiche del Billy Eckstine in versione più pop.
Innanzitutto il colore, inusuale nei cosiddetti cantanti confidenziali, anche se può venire alla mente il Bing Crosby degli anni ’40 che quanto a sussurri baritonali non scherzava affatto: in Eckstine vibrato, timbro naturalmente brunito non facevano affatto difetto e lo rendevano immediatamente riconoscibile.
Un voce che, forse in virtù di un volume che si intuisce molto ampio, quanto a cosiddette morbidezze magari non faceva faville, almeno se confrontato con altri pezzi da novanta del canto; soprattutto dopo l’ascolto, sempre grazie alla Naxos, di alcuni brani da musical, un repertorio assimilabile in parte a quanto troviamo in “My Foolish Heart”, incisi non più di quindici anni prima dal grande baritono Lawrence Tibbet.
Comunque sia, a parte impressioni personali, molto opinabili, su qualche gratuito compiacimento vocale, credo sarà rilevabile da qualunque ascoltatore dai padiglioni non prosciuttati, la zampata del fuoriclasse, pur in un repertorio appannaggio di altri “crooner” contemporanei e non, oggi sicuramente più celebrati. Pensiamo solo a “Be My Love” della coppia Irving Brodszky Sammy Cahn e portata al successo da Mario Lanza, con voce tenorile, impostata, anche se come al solito dal volume molto ridotto: qui con Eckstine la canzone, priva degli sfoghi (teoricamente) potenti ed un po’ aulici, tipici del cantante lirico, assume atmosfere da night, adeguata ad un sottofondo tipo – perdonate l’eccesso di tecnicismo – “vieni a vedere la mia collezione di stampe cinesi?”.
Oppure a “Jealousy” poi diventata un cavallo di battaglia di Frankie Laine ed interpretata col suo tipico stile aggressivo, spaccatonsille: col nostro “Mr. B” siamo invece sul soft andante, seppur senza alcuna concessione a gratuiti e mielosi sentimentalismi.
Dal carattere vagamente più jazzistico le registrazioni, con la sua Orchestra, di “All I Sing Is Blues” (Gray) e di Prisonier Of Love” (Columbo – Robin), risalenti al 1945, periodo in cui convenzionalmente lo si ritiene più vicino al movimento be bop. I brani dal track n. 3 in poi, incisi a partire dal 1947, ripercorrono fase più “leggera” di Eckstine, rappresentano per lo più i grandi successi di pubblico, i cosiddetti dischi d’oro, con canzoni che faranno la felicità di chi ama le classiche colonne sonore hollywodiane: su tutte “My Foolish Heart”, prototipo di certo stile confidenziale, e composta da un ispirato Victor Young:

• All I Sing Is Blues (Fred Gray) 2:54
• Prisoner Of Love (Leo robin – Russ Columbo – Clarence Gaskill) 2:56
• Intrigue (Harry Akst – Alan Jay Lerner) 3:02
• I’m Out To Forget Tonight (Allen) 3:13
• Somehow (Mort Maser) 3:16
• What’s My Name (David Saxon – Bob Wells) 2:46
• Body & Soul (John W. Green – Edward Heyman – Robert Sour – Frank Eyton) 3:00
• Jealousy (Jacob Gade – Rube Bloom) 3:23
• Sitting By the Window (Paul Insetta) 3:09
• My Foolish Heart (Victor Young – Ned Washington) 3:07
• Free (David Saxon – Sammy Gallop) 3:04
• I Apologise (Al Hoffman – Al Goodhart – Ed Nelson) 2:56
• The Show Must Go On (Milton Ager) 2:53
• You’ve Got Me Crying Again (Isham Jones -C. Newman) 2:41
• Be My Love (Irving Brodszky – Sammy Cahn) 3:01
• Only A Moment Ago (Milton Ager) 3:10
• I’m Crazy For You (Lester Fontaine) 3:01
• I’ve Never Been In Love Before (Frank Loesser) 3.05
• I Guess I’ll Have To Dream the Rest (M. Stoner – M. Block – H. Green) 3.05
• Take Me Back (Abner Spector – Don Marcotte) 2:53
Registrazioni 1945 – 1951 con le orchestre di Billy Eckstine, Buddy Baker, Pete Rugolo, Russ Case, Nelson Ridde.

Edizione esaminata e brevi note

Billy Eckstine, My foolish Heart: Original Recordings 1945-1951, CD Naxos 2003

Recensione originariamente pubblicata il 29/10/2005 su ciao.it  e successivamente su lankelot.eu

Luca Menichetti. Lankenauta, luglio 2006