Laginja Ksenja

Ventitré modi per sopravvivere

Pubblicato il: 6 Aprile 2021

Esce nella collana di ebook Versi Guasti della Kipple Officina Libraria “Ventitré modi per sopravvivere” della poetessa Ksenja Laginja. Esce come ventitreesimo titolo della collana ed è una straniante immersione nelle dinamiche di questo numero, nelle sue possibilità alchemiche, matematiche, storiche, astronomiche, simboliche etc. Entriamo in questo percorso esoterico, con una nota dell’autrice in cui si annuncia la reiterazione ciclica come dimensione principale dell’esistenza. Cambiano le facce, i nomi, si generano cerchi nell’acqua ”e tocca a noi prendercene cura”. Cosa che Ksenja Laginja fa con la consueta grazia, facendo emergere una lingua che sa nominare l’enigma senza violarne il segreto, lasciando riecheggiare misteriosamente ventitré variabili intorno al numero 23 che diventa nucleo pulsante di una ricerca espressiva che ci permette di cogliere l’ambiguità essenziale della parola stessa, non più strumento di comunicazione ma di pura e semplice, originaria “divinazione”.

Si decifrano segni che ruotano intorno al numero ventitré, sviscerato 23 volte anche nelle note alle 23 poesie della raccolta.
Scopriamo così che l’alfabeto latino consta di 23 lettere, che i cromosomi umani sono suddivisi in 23 coppie, che Giulio Cesare venne ucciso con 23 coltellate, che 23 nel linguaggio dei sordi significa” stupido”, e altro. Così il numero 23 diventa un veicolo per raccontarci il mondo, il cosmo anzi, perché ciò che vibra nelle parole di questo poema è antico, primordiale, originario. “Ci siamo detti restiamo selvatici/ compresi nella separazione.” si scrive nella poesia sulla dualità dove il 2 non indica solo il contrasto ma il tentativo di una conciliazione, di una fusione fra gli opposti.
Rintracciamo fra i segni enigmatici di questa raccolta alcune parole chiave: “esilio”, condizione propria dell’umano e del poeta in particolare, “assenza”, non luogo di una reciprocità paradossale, “attesa” perché siamo sempre sull’orlo di un choc linguistico, “destino” perché tutto è necessario e la casualità solo apparenza, “massacro”, perché vivere è anche decimare le ombre di cui si consiste e aggiungo il “sopravvivere” del titolo perché la poesia è quel gesto che rinnova la vita nella sua profonda sostanza.

Come nota nell’introduzione Alex Tonelli, curatore della collana, siamo davanti a “mormorate preghiere” e non, come parrebbe dal titolo, a un vero manuale di “regole auree” per sopravvivere, dove il 23, “oggetto magico”, catalizza tutta l’attenzione, totem numerico che addensa intorno a sé le pulsazioni musicali di una lingua che cerca di mostrarci come sia possibile ”tollerare/la vita nel suo massacro”. Versi questi della poesia IX su cui è necessario riflettere. Siamo di nuovo dentro il tentativo di conciliare ciò che è opposto, di vedere che vita è morte sono solo apparentemente contrari, e che vivere significa assistere a questo massacro, alla scomparsa di ogni cosa, al divenire niente incessante del tutto. “Ti insegnano ad amare/ fino al giorno in cui tutto/ verrà spazzato via […]”
Qualcosa, qualcuno, ci impone “l’esilio”, noi che siamo come l’elemento chimico vanadio, “saldati/nella rabbia”, ma poi è l’amore che “rivendica sempre tutto” anche se rimane una “gabbia” la materia” e l’apparenza pare onnipotente nei versi che chiudono enigmaticamente la raccolta: ”questa apparenza/ è il nostro fine.”
Leggendo e rileggendo il testo il mistero del numero 23 invece di chiarirsi si infittisce e con esso la trama di un linguaggio, sospeso fra luce e oscurità in un colloquio stregato, si fa via via più misteriosa.

Ciò che unisce tutto in unità, dall’asteroide Thalia 23 al codice dei telegrafisti, dalla geometria euclidea ai geroglifici egizi, dalla teoria dei bioritmi al radiotelescopio di Arecibo, è lo stile di una scrittura che, se scava nell’assenza e nell’ombra, sa essere fatalmente esatta nella sue peregrinazioni e divagazioni, nei suoi slittamenti, nelle sue derive.

Edizione esaminata e brevi note

Ksenja Laginja, Ventitré modi per sopravvivere, Kipple Officina Libraria, marzo 2021

Ksenja Laginja è nata a Genova, vive e lavora tra la sua città e Roma dove alterna alla sua attività letteraria e pubblicitaria una ricerca sull’illustrazione legata al mondo del Fantastico. Ha esordito con Smokers Die Younger (Annexia edizioni, 2005), a cui ha fatto seguito Praticare la notte (Ladolfi Editore, 2015). Nel 2020 ha vinto i premi “Europa in Versi” e “Arcipelago Itaca”, nella sezione inediti. Suoi testi sono presenti su antologie poetiche, blog e riviste letterarie. Co-organizza la rassegna di poesia e musica elettronica Poème Électronique

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