HELGA DI GIUSEPPE-FELICE SENATORE – SIRENE
Una sirena si racconta. Lo fa in modo spigliato e vivace, allegro e, nello stesso tempo, filologicamente corretto, citando chi ha narrato di lei e delle sue sorelle.
Secondo volume della collana Monstra (il primo ha per protagonista Acheloo), dedicata agli ibridi della mitologia antica, questo libro per ragazzi è in verità molto piacevole anche per gli adulti, che possono scoprire vicende mitologiche che avevano dimenticato o che non conoscevano affatto, magari leggendo questa storia a figli o nipoti.
La bella sirena Partenope – la sirena di Napoli – esordisce cantando una canzone di Pino Daniele, cui il libro è dedicato, e ci racconta la sua storia.
Molto probabilmente figlie di Acheloo, le tre sorelle sirene sono sempre state abili nella musica e nel canto. In origine non erano affatto metà donna e metà pesce, ma erano belle fanciulle con zampe d’uccello, ali per volare e il corpo coperto di morbide piume. Erano molto birichine, anzi delle vere ammaliatrici, perché col canto attiravano i marinai verso il tratto di mare dove abitavano, tra Punta della Campanella e l’isola di Capri, li adulavano celebrando la loro bravura e le loro grandi imprese e quelli, presuntuosi com’erano, finivano per dimenticarsi di tutto, delle loro famiglie, della casa, perfino di mangiare e così, dolcemente, morivano per sfinimento sotto lo sguardo soddisfatto delle sirene.
Tutto questo può apparire crudele, ma è inevitabile, perché appartiene alla natura di questi esseri così particolari.
Solo una volta le sirene vengono sconfitte da Ulisse, nel celebre episodio narrato da Omero nell’Odissea e la loro reazione è molto tragica… ma forse non del tutto. La vicenda del suicidio delle sirene ha in verità un finale aperto a varie possibilità tutte da scoprire leggendo il libro.
Il mito della sirena, lungi dall’essere solo un’antica leggenda continua inoltre a parlarci: questi esseri mitologici si presentano come ragazze emancipate, perché non vogliono pensare solo a sposarsi e a metter su famiglia, preferiscono prendere in giro gli orgogliosi maschi, tutti pieni di sé. Oserei dire che sono sirene “femministe”, che ricordano quante donne, nei secoli, siano state sedotte e abbandonate dagli uomini, quindi non c’è da scandalizzarsi troppo se per una volta i ruoli si ribaltano. Dal punto di vista sociale le sirene sono considerate pericolose, tutti le tengono a distanza, proprio perché diverse. La loro storia vuol essere un modo per avvicinarsi senza diffidenza a chi non è come tutti gli altri.
Spiccata è anche la “napoletanità” della narratrice Partenope, la sirena che avrebbe dato origine a Napoli, una città multiculturale, che ha sempre saputo accogliere il diverso, l’ibrido, il bizzarro.
Le affascinanti sirene, mito antichissimo, hanno ancora molto da insegnarci, basta saperle riscoprire e saper cercare anche la loro enorme influenza nella storia letteraria (spunta qui Ligeia, la sirena che finisce nel profondo Sud e che troveremo nella deliziosa novella di Tomasi di Lampedusa).
Ad accompagnare il testo vi sono le belle illustrazioni di Martina Vanda: si tratta di rielaborazioni grafiche di immagini antiche (tratte da vasi, pitture, sculture, monete, mosaici), moderne (tele dipinte) o invenzioni che però tengono sempre presente il racconto filologico.
Tra l’altro, le sirene sono anche pudiche, in quanto dotate di “reggiseno di piume”!
Articolo già apparso su lankelot.eu nel marzo 2015
Edizione esaminata e brevi note
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Helga Di Giuseppe è archeologa, esperta di cultura materiale di periodo repubblicano, imperiale e tardo-antico. I suoi interessi scientifici spaziano dall’archeologia della produzione ceramica e tessile, all’archeologia del sacro, alla storia dell’insediamento urbano e territoriale, nonché all’economia delle ville romane. Da anni, fortunatamente approdata nella ‘Terra delle Sirene’, ne segue le appassionanti e ‘incantevoli ’vicende e, presa dal «rovinoso incanto» che l’accomuna a Felice Senatore, è qui per restituire ancora una volta con
fantasia e conoscenza.
Felice Senatore storico, è direttore della rivista Oebalus. Studi sulla Campania nell’Antichità. Si è occupato della storia e delle istituzioni delle popolazioni dell’Italia antica all’epoca della Roma repubblicana, ma da sempre il «rovinoso incanto» del Golfo di Napoli, da Pithekoussai a Capri, passando
per Pompei e la Valle del Sarno, lo tiene prigioniero con i suoi miti e le sue storie.
L’ILLUSTRATRICE – Martina Vanda (Roma 1978) è autrice e illustratrice di picture books, designer e ceramista. I suoi libri illustrati sono pubblicati in Italia e all’estero da Lirabelle éditions (Francia), Fineo editorial Spagna/Messico), Orietal Babies & Kids Co. (Cina), Tajamar (Chile); sono inoltre tradotti e distribuiti in vari paesi d’Europa e America. Dal 2012 dirige le autoproduzioni TunnellingP. Sirene è il primo libro illustrato che realizza per Scienze e Lettere. Suoi clienti sono anche Feltrinelli editore, Il Nuovo inascimento e La Vanguardia. Martina ha all’attivo premi e riconoscimenti internazionali tra cui la selezione alla Mostra Illustratori di Bologna (2012 e 2015), alla Biennale di Bratislava (2012), CJBook Award Korea (2010), Premio
Qwerty (2010). Il suo libro illustrato “¡Estela Grita muy fuerte!” ha venduto oltre 100mila copie. Realizza esposizioni con illustrazioni e ceramiche d’autore in Italia e all’estero.
HELGA DI GIUSEPPE-FELICE SENATORE, Sirene, Roma, Scienze e Lettere 2014. Illustrazioni di Martina Vanda.
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