Lupi Gordiano

L’Avana, amore mio

Pubblicato il: 24 Luglio 2016

“L’Avana, amore mio” è un appassionato e struggente omaggio a una città, sulle tracce di Alejo Carpentier, uno dei più grandi scrittori cubani del Novecento, che ha raccolto i suoi articoli, interventi e piccoli saggi dedicati a L’Avana dal 1925 al 1973 in un libro intitolato proprio “L’Avana, amore mio”.

Lupi si ispira a questo scrittore e a numerosi altri per questa raccolta, divisa in tre sezioni: Taccuino avanero, Storie cubane e un’appendice fotografica a cura di Stefano Pacini e Orlando Luis Pardo Lazo.

L’Avana è città piena di contrasti e di storia, viene detta la “città delle colonne”, ha avuto una grande storia, è stata una capitale dei Caraibi a fine Ottocento, la città più all’avanguardia di tutta l’America Latina, un porto in posizione strategica, come le sue fortificazioni e i suoi castelli sulla baia, che ancor oggi si possono vedere. L’Avana ha un indiscutibile fascino:

“L’Avana città senza tempo, immersa in un presente contraddittorio fatto di progetti incompiuti e cadenti palazzi coloniali davanti a un mare in tempesta. L’Avana tra decadenza e vitalità, tra miseria e nobiltà, tra vizio, perversione, miseria e sensualità, città delle vecchie auto d’epoca che non sono un lusso o una moda ma una tragica necessità.”

Splendore e decadenza intessono la storia de L’Avana, fino a Castro che ha “sradicato la povertà da Cuba e nazionalizzato la miseria”.

Se la rivoluzione ha eliminato malavita, gioco d’azzardo, connivenza con le multinazionali, ha introdotto la dittatura ideologica, la persecuzione per gli avversari, per i non allineati, i gay, gli antisociali. Il periodo especial ha fatto il resto, portando la fame e mille altre difficoltà nel campo dei trasporti, della sanità, della stessa vita quotidiana.

L’Avana di oggi è fatta da un lato di case e palazzi fatiscenti e periferie degradate, dall’altro di scenografie per i turisti, dove tutto è restaurato e pulito. Manca la libertà, ma non c’è il consumismo, sono rimaste naturalezza e semplicità, aiuto reciproco e arte di arrangiarsi in tutti i modi, ovviamente anche truffando uno stato “padre arrogante e dispotico”.

Riascoltando e facendo proprie le voci di vari scrittori, oltre a Carpentier, Guillermo Cabrera Infante, Zoè Valdés, Pedro Juan Gutiérrez e Hemingway nei luoghi da lui frequentati, Lupi rivive con nostalgia anche la sua Avana, quella città dove per ora non può tornare.

L’Avana culla di sincretismo religioso, dove cattolicesimo e santeria ormai convivono e si mescolano, L’Avana e il suo Malecon, il lungomare, bello di giorno e di notte, spazzato dalle onde di un mare pullulante di squali, L’Avana e le sue desolate periferie, L’Avana percorsa in lungo e in largo, con il suo caldo insopportabile in alcune ore del giorno e le sue notti piene di vita.

Eppure da L’Avana si fugge, salvo poi struggersi di nostalgia per i suoi colori e il suo paesaggio. Gli avaneri se ne vanno, ma osserva Lupi: “Non sono migliori di chi li governa i cubani che fuggono per vivere anche in una buca pur di avere vestiti firmati, video, cibo, telefoni cellulari e gli ultimi ritrovati della tecnica. Non è per loro che scrivo, ma per chi scappa verso la libertà e per costruire un futuro”.

Ovunque emigrino vivono la terribile nostalgia del ritorno e perdono l’essenza di uomini e donne gioiosi e comunicativi, si struggono per la loro terra e sognano un futuro che non li veda costretti a scegliere tra la fuga e vivere in patria per soddisfare le voglie dei turisti.

Dopo le voci dei vari autori cubani, si leva anche quella di Lupi in una breve serie di racconti cubani, che demoliscono il mito di Cuba come paradiso del socialismo, ci raccontano di tragiche fughe verso la libertà e gli affetti più cari e del rimpianto per aver creduto a una rivoluzione fallita. Cuba è così particolare che neppure Babbo Natale passa, in compenso c’é un altro vecchio dalla barba nera con addosso una divisa militare di colore verde.

Rimangono la nostalgia e la fedeltà a una città perduta, unica e fascinosa.

Edizione esaminata e brevi note

Gordiano Lupi, traduce molti autori cubani, ha scritto di musica, santeria, cultura caraibica, oltre a romanzi e racconti di ambientazione cubana.

Gordiano Lupi, L’Avana, amore mio, Taccuino avanero e storie cubane, Piombino, edizioni Il Foglio 2016