Io non ho letto il libro-inchiesta di Petri sui fatti di via Savoia del gennaio 1951, né visto il film che De Santis ne ha tratto. Ho assistito a questo spettacolo un martedì di febbraio. La riduzione del testo è stata approntata dalla Mitipretese, compagnia di quattro donne, attrici e registe di se stesse. Lo spettacolo ha vinto il premio Eti-gli Olimpici, nel 2007, come miglior spettacolo di innovazione. Ora, a dire il vero, tutta questa “innovazione” non ce l’ho vista, anche se mi è piaciuto molto.
Tutto inizia a luci accese, palco agghindato con lenzuola bianche stese, e quella sarà la scena per tutta la durata, e le attrici che, dai due lati della platea, arrivano leggendo annunci del giorno d’oggi da un giornale che ognuna di loro tiene in mano, facendo anche domande al pubblico riguardo a certi requisiti, e pagamenti, detti in modo oscuro negli annunci, e ricevendo risposta da chi ne sa più di loro su di un termine tecnico, creando un’atmosfera di partecipazione con gli spettatori presenti.
Ecco che un cinegiornale d’epoca viene proiettato sul lenzuolo centrale, ad informarci dei fatti di quel lunedì 15 gennaio 1951. D’ora in poi, le attrici sul palco ripercorreranno passi dell’inchiesta di Petri, le sue interviste ai quattro angoli della capitale, ognuna di loro dando voce alternativamente al giornalista, ed ai vari personaggi, cogliendo l’occasione di mettere in risalto le proprie peculiari capacità recitative. Il quadro che ne viene fuori ci restituisce l’immagine di un mondo che non è poi così distante dal nostro, in alcuni momenti si ha la netta impressione che si stia parlando dell’oggi, ma le attrici e registe non pongono in relazione il nostro presente con quel passato, non calcano la mano su quest’aspetto, ed a parte la lettura iniziale degli annunci si lascia che sia lo spettatore a cogliere le relazioni fra due tempi, così distanti e forse così vicini. Nello spettacolo si alternano momenti di puro divertimento ad altri più intensi, i racconti delle ragazze intervistate, le loro famiglie, ci pongono domande a cui solo, e forse, guardandoci intorno, potremmo cercare le risposte. Le registe ed attrici sono brave sul palco, la scenografia ridotta non è particolarmente fantasiosa, ma vengono utilizzati al meglio gli oggetti disponibili, le sedie, la scala, il tavolo, le macchine da scrivere. Quello che ha interessato le quattro donne sembra siano le storie delle giovani presentatesi per quell’offerta di lavoro e rimaste vittima del crollo, più che la ricostruzione del periodo e del contesto. C’è sì il tentativo di ricrearlo, ma secondo me rimane troppo sullo sfondo rispetto alle storie raccontate. Certo è che la comunanza che si sente con le ragazze e le loro famiglie spaventa un po’, lasciandoti quella sensazione di cinquanta e passa anni trascorsi, ed una situazione sempre simile, con datori di lavoro cui interessa poco pagare, che cercano le forme contrattuali più vantaggiose per loro a dispetto delle dignità dei propri dipendenti, le donne per cui vale sempre avere un bell’aspetto e viste con occhi diversi rispetto al sesso opposto, e via così.
Uno spettacolo non perfetto, basato sulla bravura attoriale delle quattro protagoniste, che fa divertire e riflettere, da cercare e da vedere.
(comparso in Lankelot il 21 febbraio 2008) ab
Edizione esaminata e brevi note
Autore: Elio Petri
Regia: Mitipretese
Interpreti Principali: Manuela Mandracchia, Anna Gualdo, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres.
Rappresentazione avvenuta a Pistoia, Teatro Manzoni, il 2 febbraio 2008
un’intervista alle Mitipretese, di Christian Raimo su Nazione Indian
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