La traiettoria dell’amore è un romanzo che declina, in una chiave tragica (o quantomeno complessa), le molteplici possibilità del sentimento in fondo più “inflazionato”, ma mai al punto da diventare scontato. Lo fotografa all’interno di una vicenda che fonde il legame viscerale tra due fratelli, figli di una vita disperata: l’uno (Giuseppe) colpevole di aver sciaguratamente investito una ragazza sul ciglio di una strada, e adesso in cerca di fuga e redenzione, e l’altra (Andrea – sì, al femminile, all’uso tedesco) impegnata cercare di aiutarlo – e a capirlo – attraverso un viaggio a ritroso nel tempo, dalla Roma in cui vivono a Casigliano, in Campania, il paese dei nonni. Ma al contempo narra l’unione tra Andrea e la sua compagna Sara: un amore impregnato di una profondità e di un’assolutezza tale da far impallidire qualunque tentativo di definirlo come “diverso” in quanto omosessuale.
Quello che emerge, al fondo di tutto, è l’attaccamento tenace alla vita, nonostante un fiume di avversità che ostinatamente si oppone ai protagonisti, ivi compresa Sara, che dopo un passato di prostituzione vede la pace e l’armonia raggiunte con Andrea minacciate dalla situazione estrema in cui Giuseppe le ha proiettate.
Ma il meglio di sé come scrittore Claudio Volpe lo dà, a mio avviso, nelle descrizioni d’ambiente, che lo ricollegano alla miglior tradizione letteraria novecentesca (in certi scorci di Casigliano ho colto riflessi dei paesi abruzzesi ritratti da Ignazio Silone o di quelli siciliani di Elio Vittorini). E in fondo è qui, in questa dimensione della memoria rifiltrata e raccontata, che si annida la radice della riscoperta di se stessi, che è la vera cifra di questo romanzo. È proprio questo che emerge dalle confessioni intime che i personaggi (e non solo quelli citati, ma anche altri, minori ma ben costruiti e credibili) si fanno, lasciando emergere segreti che richiederanno di essere metabolizzati e perdonati, in una sorta di digestione esistenziale che esplica la sua piena potenza proprio in quanto condivisa.
Un estratto:
«Passiamo per la piazzetta dove Pasquale e sua moglie si sono innamorati decenni prima durante un ballo per la festa di paese; visitiamo la struttura ormai in disuso che un tempo ospitava la scuola elementare e ascoltiamo la storia di Giosuè, il pastore del luogo, che scompariva per settimane intere sulle montagne con le sue pecore e il suo cane senza dare segni di vita, facendo morire di paura la madre anziana e i migliori amici. “Vedete, dovete capire che qui il tempo scorre diversamente, ha una consistenza più morbida e diluita. Per Giosuè era normale perdere la cognizione dei giorni e restare fuori con i suoi animali senza rendersi conto che a casa aveva una madre che lo attendeva e ogni giorno a mezzogiorno metteva in tavola un piatto in più con la speranza di vedere tornare suo figlio”. “Ma come faceva per mangiare e dormire?”, si informa Sara. “Quando un pastore si avvia per i monti col suo gregge porta con sé tutto ciò di cui ha bisogno: pane, formaggio e vino. La terra morbida e l’erba soffice sono poi il miglior letto possibile. Giosuè amava accoccolarsi al suo cane o a una delle sue pecore per lasciarsi riscaldare durante le notti più fredde. Un pastore sa sempre come cavarsela”.» (Pagg. 75-76)
Edizione esaminata e brevi note
Claudio Volpe nasce a Catania nel 1990 ed è giurista amante della filosofia del diritto. Viene scoperto e introdotto nel panorama letterario da Dacia Maraini che nel 2012 presenta al Premio Strega il suo romanzo d’esordio “Il vuoto intorno”. Questo romanzo vince anche il Premio Internazionale Franco Enriquez ed è finalista al Premio Torre Petrosa. “Stringimi prima che arrivi la notte” é il suo secondo romanzo, presentato al Premio Strega 2013 da Renato Minore e Cesare Milanese ed è finalista al Premio Flaiano. Sempre nel 2013 vince il Premio Napoli Cultural Classic e pubblica “Raccontami l’amore”, dialogo scritto insieme alla parlamentare Anna Paola Concia sui temi dell’omosessualità e della violenza sulle donne. Nel 2015 escono la silloge poetica “La complessità delle cose” e “Ricordami di essere felice”, raccolta di racconti che indagano il tema della felicità e da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale “Io non posso essere”. Per Laurana Editore ha ideato la realizzazione dell’opera “Sotto un altro cielo” che vede dieci scrittori italiani affrontare il tema dell’immigrazione e in cui ha partecipato come autore e curatore. Nel 2016 é stato definito dall’Urban Post “enfant prodige della letteratura italiana”. “La traiettoria dell’amore” (Laurana) è il suo terzo romanzo. Claudio Volpe, La traiettoria dell’amore, Laurana Editore, 2017
Follow Us