Mischel Walter

Il test del marshmallow

Pubblicato il: 14 Aprile 2019

Walter Mischel, lo psicologo austriaco recentemente scomparso, ci ha ricordato che l’impulso a scrivere il suo libro di maggior successo, autentica summa di ricerche ed esperimenti durati decenni, probabilmente ha avuto origine dalla lettura di uno slogan ispirato proprio ai suoi studi: “Il tuo futuro in un marshmallow”. Detto così – il marshmallow altro non è che un dolcetto pieno di zucchero, diffusissimo negli Stati Uniti – sembrerebbe qualcosa di molto banale e privo di senso. La realtà infatti è ben diversa, come ancora ci ricorda Mischel, perché il libro va ben oltre il dolcetto e il  semplice test, che pure fu realizzato per la prima volta negli anni Sessanta all’Università di Stanford. L’idea fu quella di lasciare dei bambini da soli in una stanza davanti ad un marshmallow – loro la scelta se mangiarlo subito oppure attendere 15 minuti ed averne in premio due – ma poi da quel momento gli studi sono proseguiti senza sosta: la progressiva conferma di come “l’autocontrollo possa essere coltivato sia in età infantile che adulta, al fine di utilizzare volontariamente la corteccia prefrontale per attivare il sistema ‘freddo’ e tenere a bada quello ‘caldo’ […] Uno degli insegnamenti fondamentali della scienza moderna è che l’architettura del cervello è più malleabile di quanto pensiamo e non è necessariamente predeterminata dal DNA e dallo sviluppo del feto nell’utero; quindi possiamo avere un ruolo attivo nel plasmare il nostro destino a seconda della vita che conduciamo” (pp.286). Questo il succo del discorso di Mischel, che però non si limita ad un’analisi fredda e compassata dei suoi esperimenti (già le parole che precedono mostrano un certo ottimismo sulle capacità dell’uomo di emanciparsi da situazioni a dir poco difficili), non fosse altro che il nostro scienziato, per sua stessa ammissione, ha “sempre nutrito seri dubbi sulla maggior parte dei test psicologici” (pp.27): “Il test del marshmallow” non è certo un manuale, è in tutto e per tutto un saggio di argomento scientifico, con uno stile e una sostanza narrativa che siamo sicuri renderà agevole la lettura anche di chi ha poca familiarità con la psicologia e la sociologia.

Di primo acchito rimarranno forse più impressi i racconti di come tanti bambini, per lo più di età prescolare, abbiano vissuto il momento in cui sono stati lasciati soli a tu per tu col marshmallow – chi si è fiondato senza remore sul dolcetto, chi ha aperto il biscotto a due strati, ha leccato via la crema e poi ha richiuso tutto facendo finta di niente, chi ha provato a distrarsi inventandosene di ogni – poi di pagina in pagina le osservazioni si aprono all’età adulta e a situazioni tutt’altro che divertenti. Se è vero che “un eccesso di forza di volontà può avere le sue controindicazioni”, Mischel, grazie ai suoi studi protratti per decenni, è giunto alla conclusione che l’autocontrollo, nelle sue diverse forme di valore predittivo e protettivo, è l’atteggiamento indispensabile per conseguire l’obiettivo di una vita gratificante: capacità di rinvio che, se utilizzata intelligentemente, consentirà di dotarci di maggiori difese contro le nostre debolezze personali. Di certo un traguardo ostacolato da madri iperprotettive e genitori che, fin dalla più tenera età, impediscono al bambino di vivere al meglio i suoi spazi di libertà: “il bambino viene profondamente influenzato dai comportamenti dei genitori e di altre importanti figure di riferimento: se gli adulti riescono o meno a controllarsi; come gestiscono lo stress, le frustrazioni e le emozioni; gli standard che utilizzano per valutare i propri traguardi […]” (pp.283). In soldoni “è l’interazione tra influsso genetico e quello ambientale a definire, con una coreografia estremamente articolata, chi siamo e ciò che diventeremo” (pp.94).

Mischel ci ha proposto quindi un libro molto denso, quasi trecento pagine, in cui le tentazioni zuccherine del marshmallow rappresentano la premessa ad un visione della psicologia sociale, e non solo, molto ampia (vedi la “valutazione del sistema immunitario psicologico”, “la firma se-allora della personalità”, “la volontà paralizzata”, “la plasticità: il cervello umano si può educare”), volta in ogni caso alla risoluzione pratica di problemi personali che non contempla le attese infinite di un’analisi psicanalitica, per intenderci, impostata a scavare nel profondo del’es.

“Il test del marshmallow” alla fin fine è un’opera dove si coglie empatia, positività di intenti e di prospettive  – peraltro anche in relazione a possibili politiche pubbliche – , malgrado la narrazione di vicende drammatiche e di profondo disagio personale e sociale – da qui anche la parafrasi di un Cartesio dei giorni nostri, “penso quindi posso cambiare ciò che sono” – perché secondo Mischel, che pure si è confessato come dotato, in certe situazioni, di una forza di volontà molto deficitaria, a prescindere dalle nostre capacità naturali, “possiamo comunque migliorare queste capacità e aiutare i nostri figli a fare lo stesso” (pp.244). Un lungo percorso, decenni di osservazioni ed esperimenti, che hanno convinto Mischel e i suoi ricercatori del fatto che “non dobbiamo essere vittime della nostra storia biologica e sociale”, in quanto “la capacità di controllarsi può proteggerci dalle nostre fragilità”, senza per questo ossessionarsi con una sorta di granitica determinazione sempre e comunque: occorre semmai usare la leva della strategia e delle idee per trasformare la perseveranza in gratificazione e sfuggire così a un destino che pare segnato.

Edizione esaminata e brevi note

Walter Mischel, (1930-2018), nato a Vienna, da bambino emigrò con la famiglia negli Stati Uniti, stabilendosi nel 1940 a New York. È stato docente all’Università del Colorado, a Harvard, a Stanford e alla Columbia, nonché membro dell’American Academy of Arts and Sciences e della National Academy of Sciences e presidente della Association for Psychological Science. Specializzato in teoria della personalità e psicologia sociale, nel 2011 ha ricevuto il prestigioso premio di Grawemeyer dell’Università di Louisville per il suo contributo nel campo della ricerca psicologica e, in particolare, per i suoi lavori su “gratificazione differita”, autocontrollo e forza di volontà.

Walter Mischel, “Il test del marshmallow. Padroneggiare l’autocontrollo”, Carbonio Editore (collana “Zolle”), Milano 2019, pp. 304. Traduzione di Olimpia Ellero.

Luca Menichetti. Lankenauta, aprile 2019