Lavazza Susanna

Dal buio alla luce, il bisso marino e Chiara Vigo

Pubblicato il: 30 Marzo 2020

Questo è un libro della quarantena per Coronavirus. Intendo dire che è uno di quegli e-book che, grazie alla generosità di alcuni editori, è stato possibile scaricare gratuitamente da Internet. Cartabianca è una piccola realtà editoriale bolognese che ha scelto di mettere a disposizione di noi, segregati per l’emergenza Covid-19, i libri digitali del suo catalogo. Io ho scelto “Dal buio alla luce, il bisso marino e Chiara Vigo” di Susanna Lavazza, disponibile addirittura in tre lingue: italiano, inglese e tedesco. L’ho scelto perché è stato scritto da una donna e perché parla di una donna. Un testo brevissimo, che si legge davvero in venti minuti. Un testo che, nonostante la sua brevità, mi ha permesso di scoprire una tradizione antichissima e poco nota legata al bisso marino, di cui mai, prima d’ora, avevo sentito parlare.

Il bisso, una materia che nasce dal mare, antica come i millenni che la storia dell’uomo si porta addosso, nato da un lavoro rarissimo e magico che tramuta la bava di cheratina prodotta da una strana creatura marina, la Pinna Nobilis, in un filo e quindi in un preziosissimo tessuto che è, per l’appunto, il bisso. “La Pinna nobilis. Madreperlacea dentro e ruvida fuori, alta come un bambino, nasconde una ghiandola setacea stimolata dal continuo movimento delle due valve. Sembra che respiri sott’acqua. Di tanto in tanto sputa una bava formata di cheratina, come i nostri capelli. La quale, però, a contatto con l’esterno, si solidifica e produce un bioccolo color marrone incrostato di conchigliette, alghe, piccoli coralli. In apparenza una sorta di radice: con essa la Pinna nobilis si àncora al fondale. O piuttosto sembra una barba grezza e incolta, con la quale il mollusco si difende dai polpi. Ma una volta portato dal buio alla luce, il brutto bioccolo si trasforma in bisso. Splendente come il vello d’oro. Soffice e biondo come la chioma di una sirena. Forte e morbido insieme come le vesti di sacerdoti e re, che lo utilizzavano fin dai tempi della Bibbia“.

Con un linguaggio mistico e lieve, Susanna Lavazza ci avvicina a questo micromondo che, temo, conoscano in pochi. E, soprattutto, ci avvicina all’unica persona al mondo capace di trasformare il bioccolo prodotto dalla Pinna Nobilis in un filo rarissimo e, di conseguenza, in un tessuto. Lei è Chiara Vigo e vive a Sant’Antioco, in Sardegna. Questo libro è nato per lei e a lei dedicato. Chiara Vigo somiglia molto a una sacerdotessa, una maga capace di parlare col mare e di trarre dalle sue profondità una sostanza segreta da tramutare, quasi come fosse un incanto, in disegni intessuti su tele che arrivano da una cultura lontana e ancestrale. È la stessa Chiara Vigo a darci qualche indicazione: “Il bisso ha una storia che si perde nella notte dei tempi. La Bibbia ne parla come tessuto del Re Salomone, della Regina Ecuba, così come pure Aristotele ne racconta… Ha fatto parte della mia vita e ne farà parte finché vivrò e terrò fede al giuramento dell’acqua che lo accompagna. Il passaggio e le consegne delle leggi della Maestria avvengono attraverso un giuramento che ne vieta l’utilizzo per arricchimento personale: il bisso è e deve rimanere bene di tutti, come il mare“.

Chiara Vigo è un Maestro di bisso. Ha tratto la sua arte dagli insegnamenti ricevuti da sua nonna Maria Maddalena Rosina Mereu (detta Leonilde), anch’essa Maestro di tessuti antichi. E non stupisca che a due donne sia impartito il titolo di Maestro. “I maestri non erano quelli che stanno a scuola, davanti ai banchi e dietro la cattedra, ma dei signori che erano diventati i massimi conoscitori di un’arte e di una materia. Loro non producevano “lavori”, bensì “capolavori”. Erano semidei nel creare opere e oggetti di grande valore“. Proprio come Chiara Vigo oggi e sua nonna Leonilde un tempo. Altro elemento indispensabile e fondante della tradizione e dell’arte del bisso è che esso non si vende e non si compra. Il bisso si può soltanto donare o ricevere in dono. Ed è anche per questo che il Maestro Chiara Vigo ha dato vita al Museo del Bisso dove riceve, gratuitamente, tutti quelli che vogliono avvicinarsi alla cultura del bisso con uno sguardo attento e con il cuore quieto. I bambini, prima di tutto.

“Dal buio alla luce, il bisso marino e Chiara Vigo” raccoglie anche alcune foto che mostrano la realtà del bisso a chi non l’hai mai vista prima. Nel testo anche il testo del Giuramento, la biografia di Chiara Vigo, l’elenco delle sue opere più significative, la lista dei riconoscimenti a lei assegnati negli anni, tesi di laurea, la rassegna stampa e, infine, la postfazione “Vorrei essere le mani di Chiara Vigo” curata da Franco La Cecla, antropologo, scrittore, film maker, editorialista di La Repubblica. Insomma questo libricino è un contenitore piuttosto abbondante di materiali diversi ed eterogenei, tutti comunque connessi a Chiara Vigo e all’antichissima e misconosciuta arte di creare un filo raro, ricavato da un animale marino raro, attraverso un’arte rara.

Edizione esaminata e brevi note

Susanna Lavazza, “Dal buio alla luce, il bisso marino e Chiara Vigo“, Cartabianca, Bologna, 2015.

Pagine Internet su Chiara Vigo: Sito ufficiale / Enciclopedia delle Donne / Sardolog